Nel Natale del 1961 lo scienziato ceco Otto Wichterle inventa le lenti a contatto morbide utilizzando una macchina fatta di pezzi del Meccano
Buon compleanno, lenti a contatto! L’invenzione cara ai tanti miopi che mal sopportano gli occhiali compie in questi giorni sessant’anni. Autore ne fu lo scienziato cecoslovacco Otto Wichterle, che tirò fuori le prime lenti morbide in materiale plastico proprio nel pomeriggio di Natale, grazie ad apparecchiature assemblate in maniera rudimentale in casa.
L’ambiente e i mezzi erano arrangiati, ma Wichterle, nato nel 1913 a Prostějov, in Moravia, era tutt’altro che uno sprovveduto. Anzi, era un genio in piena regola e uno scienziato di primo piano. «Chimico, matematico di grande talento e anche un buon fisico, uno dei fondatori della chimica macromolecolare, coinvolto nei primi passi della biochimica»: così lo ha descritto Tomáš Pavlíček, responsabile di una mostra sullo scienziato organizzata alcuni anni fa a Praga.
Lo scienziato cecoslovacco non tira fuori le lenti dal cilindro all’improvviso. Qualcosa di simile viene intuito da Leonardo da Vinci nel ’500, e da Cartesio nel secolo successivo. Alla fine dell’Ottocento vengono prodotte in Europa le prime lenti in materiale vetroso, mentre negli anni ’50 del secolo c’è scorso il penultimo passaggio: le lenti a contatto in materiale plastico, ma non ancora morbido.
E a questo punto arriva Wichterle. Forte dei suoi studi su plastica e materiali sintetici, si concentra sull’idrogel per produrre le lenti morbide. Purtroppo le autorità non credono nelle sue intuizioni, e alla fine del 1950 gli tagliano i fondi. Lui allora continua in proprio. Con un gioco del figlio, il set da costruzione Merkur, equivalente cecoslovacco del nostro Meccano, assembla una macchina azionata prima dalla dinamo di una bicicletta, e in seguito dal motore di un giradischi. L’idea decisiva per perfezionare i bordi delle lenti, ancora troppo frastagliati, arriva mescolandolo il caffè, come ha raccontato la moglie Linda.
Con il primo rudimentale dispositivo entro l’aprile del 1962 realizza 5.500 lenti, le Geltakt, che diventano Spofalens quando la produzione passa all’impresa statale Spofa. A questo punto la Cecoslovacchia comunista preferisce monetizzare l’invenzione di Wichterle senza fare programmi a lungo termine. E così, fra quanti adocchiano le lenti a contatto morbide, la spunta la società americana Bausch & Lomb: il 12 marzo 1965 il brevetto governo cecoslovacco gi vende il brevetto per mezzo milione di dollari.
Il genio di Wichterle è poi costretto a fare ancora i conti con la politica, come già in gioventù quando ha avuto problemi con le autorità del Protettorato di Moravia nel 1939 e con la Gestapo nel 1941. Nel 1968 lo scienziato aderisce alla Primavera di Praga, e si oppone al processo di normalizzazione seguito all’invasione sovietica: perciò nel 1970 viene rimosso dai suoi incarichi principali e relegato ai margini degli ambienti scientifici. Viene riabilitato dopo la Rivoluzione di velluto del 1989, ed eletto nel 1990 presidente dell’Accademia delle scienze, prima di morire nel 1998 a 84 anni.
Immagini dall’archivio dell’Accademia delle scienze di Praga