Mineriada Iliescu

ROMANIA: Mineriada, si riaprono le indagini sull’ex presidente Iliescu

Nel 1990 i minatori arrivarono nella capitale Bucarest per reprimere manifestazioni di protesta contro l’allora presidente Iliescu, è la cosiddetta “mineriada”. Si riaprono le indagini sulle responsabilità dell’ex presidente Ion Iliescu per la morte di quattro manifestanti

 

L’Alta corte di cassazione e giustizia della Romania riapre il caso della Mineriada del giugno 1990. L’ex presidente Ion Iliescu, oggi 91enne, rischia di tornare alla sbarra per rispondere della morte di quattro delle sei vittime ufficiali degli scontri tra manifestanti antigovernativi da un lato, e forze di polizia e minatori dall’altro. L’Alta corte a inizio dicembre ha infatti accolto la richiesta della Procura generale di riaprire l’inchiesta penale contro Iliescu, primo presidente della Romania post comunista e leader del Fronte di salvezza nazionale (Fsn) che prese il potere dopo la deposizione del dittatore Nicolae Ceaușescu.

Le proteste del giugno 1990

All’epoca Iliescu è fresco di elezione a presidente con una larghissima maggioranza: bel l’86% dei consensi. Ingegnere ed ex membro del Comitato centrale del Partito comunista, emarginato da Ceausescu a partire dal 1971, guida la rivoluzione del 1989 insieme ad altre personalità relegate ai margini della vita politica, ma comunque legate al regime socialista. Non per tutti però è il salvatore della patria. Iliescu deve anche fare i conti con una variegata opposizione, che va dalle associazioni studentesche agli ultranazionalisti. Monta così la protesta contro la lentezza con cui viene riformato il Paese. Nel mirino c’è inoltre la presenza in ruoli chiave di ex comunisti, molti dei quali costituiscono in effetti la spina dorsale del sostegno a Iliescu.

Le manifestazioni antigovernative crescono di intensità, e viene occupato il centro della capitale come durante la rivoluzione del dicembre 1989. Il governo di Iliescu dà mandato di sgomberare piazza dell’Università alla polizia, supportata dai minatori che raggiungono in massa Bucarest e non vanno per il sottile, né con gli studenti né nelle incursioni nelle sedi dei partiti di opposizione. Ufficialmente tra il 13 e il 15 giugno perdono la vita sei persone, si contano 746 feriti e 1.030 arrestati. Cifre contestate dall’Associazione delle vittime delle Mineriade, che ha parlato di un centinaio di vittime.

L’inchiesta quindici anni dopo

La prima inchiesta sul ruolo di Iliescu nella Mineriada del ’90 risale al 2005. «È una vendetta», sostiene l’ex presidente, all’epoca fresco di elezione a senatore con il suo partito socialdemocratico. Iliescu, insieme ad altri, viene incriminato nel giugno 2007 dall’allora procuratore Dan Voinea, ma due anni dopo il suo nome esce dai fascicoli sui procedimenti penali della Mineriada. Fino al 2 dicembre scorso.

Tutto ricomincia nel dicembre 2020, con i magistrati dell’Alta corte che dispongono il rinvio del caso per la riapertura ex novo alla Procura. Secondo quest’ultima, Iliescu può essere ritenuto responsabile della fucilazione di quattro persone la mattina del 13 giugno, nonché di danni fisici e psichici ad altre 1.388 persone. Tutto conseguenza dell’ordine dell’ex presidente di evacuare piazza dell’Università con il supporto dei minatori. Il provvedimento del 2009 che “salvava” Iliescu viene infine annullato dal procuratore capo della sezione Investigativa penale e forense l’11 novembre: una decisione ritenuta definitivamente ammissibile il 2 dicembre dall’Alta corte, che sancisce il via libera alla riapertura dell’inchiesta.

Una figura controversa

Iliescu sarebbe voluto passare alla storia solo come il leader che ha traghettato il Paese verso la democrazia. A 69 anni diventa infatti il primo presidente della Romania democratica, incarico che gli viene prima riconfermato fino al 1996, e che ricopre nuovamente tra il 2000 e il 2004, dopo che, da leader del Partito della democrazia sociale di Romania (Pdsr), sconfigge la colazione guidata da Corneliu Vadim Tudor, ex comunista “convertito” all’ultradestra. Questo nuovo mandato di Iliescu è segnato dall’ingresso nella Nato e dal completamento dei negoziati per l’adesione all’Unione europea.

Ma, purtroppo per lui, Mineriada a parte l’ex presidente deve fare i conti con più d’una macchia nella sua carriera politica. Poco chiari sono stati infatti i suoi rapporti con il Kgb e l’Urss a ridosso della caduta del muro, come in seguito quelli con la Cia all’inizio degli anni 2000. Molto hanno fatto discutere anche i provvedimenti di grazia a detenuti condannati non solo per corruzione e reati economici, ma anche per la Mineriada del settembre 1991 e per il coinvolgimento nella repressione dei moti del 1989.

Immagine: L’ex presidente Ion Iliescu ripreso in un servizio di Stirile Pro Tv

Chi è Andrea Rapino

Nato nel 1973 a Lanciano, in Abruzzo, dove vive e lavora come giornalista professionista, si è laureato in Storia a Bologna con una tesi sulla letteratura serba medievale, e ha frequentato la scuola di giornalismo dell'Università di Roma - Tor Vergata. Si occupa di cronaca, sport e cultura per diverse testate locali. Ha iniziato a scrivere per East Journal dal dicembre 2021.

Leggi anche

estrema destra non sfonda

ROMANIA: Neanche nei Carpazi sfonda l’estrema destra

La coalizione di governo formata dai due maggiori partiti della Romania ha retto bene l’urto del doppio appuntamento elettorale e l’estrema destra non ha sfondato. Ma cambierá qualcosa nei prossimi mesi? 

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com