Krasnoselsky è stato confermato presidente della Transnistria. Una sfida alla sovranità e all’integrità della Moldavia.
Vadim Krasnoselsky guiderà la Transnistria per altri cinque anni. Secondo i dati diffusi domenica scorsa dalla capitale Tiraspol, Krasnoselsky è stato riconfermato presidente della repubblica de facto con il favore di 113.620 elettori (79,4%) sui poco più di 143mila che sono andati alle urne, ovvero il 35,2% degli aventi diritto. Nato nella Russia sovietica nel 1970, Krasnoselsky è il terzo capo dello Stato degli oltre 550mila abitanti della Transnistria, dopo che tra il 2007 e il 2012 aveva ricoperto la carica di ministro dell’Interno sotto i primi due presidenti, Igor Smirnov (1991–2011) e Yevgeny Shevchuk (2011-2016), sul quale cinque anni fa si era imposto con il 62% delle preferenze.
Una corsa quasi in solitaria
Arrivato a otto anni in Moldavia per gli incarichi militari del padre, dopo gli studi in Ucraina tra Odessa e Kharkiv, e la laurea in Legge in Transnistria, Vadim Krasnoselsky ha iniziato qui nel 1988 la carriera militare, prima di dedicarsi a tempo pieno alla politica. Al termine del suo primo quinquennio di governo vede crescere di 17 punti percentuali il proprio gradimento, in una consultazione dall’esito quasi scontato.
Nelle settimane precedenti infatti la commissione elettorale centrale di Tiraspol aveva escluso dalla competizione i principali avversari del 51enne ufficiale di polizia vicino alla Sheriff Holding, la società dell’oligarca Viktor Gusan che, fuori dai confini nazionali, di recente è balzata agli onori delle cronache per le imprese sportive dello Sheriff Tiraspol in Champions League.
Disappunto della Moldavia e soddisfazione del vincitore
Così alla fine, ad affrontare il presidente uscente, c’era solo Sergey Pynzar, scelto da 16.914 elettori (11,8%), mentre l’8,8% delle schede sono state dichiarate nulle. Elezioni per pochi, quindi, come pochi erano gli osservatori stranieri che hanno vigilato sulla legittimità del voto. Lo stesso governo della Moldavia, che considera la Transnistria parte integrante del proprio territorio, aveva invitato la comunità internazionale a boicottare il monitoraggio di queste presidenziali.
«Una sfida alla sovranità e all’integrità territoriale della Moldavia»: così ha definito le consultazioni Daniel Voda, portavoce del ministero degli Esteri moldavo. A vigilare sul corretto svolgimento delle elezioni sono arrivati solo osservatori russi, tra i quali alcuni deputati della Duma russa. Di tutt’altro avviso ovviamente il vincitore, che all’indomani della chiusura dei seggi ha pomposamente commentato: «Ogni scheda gettata nelle urne è un mattone senza il quale è impossibile costruire una società democratica e lo stato di diritto».
—
Immagine: Vadim Krasnoselsky in occasione della prima investitura nel 2016 (foto da Wikipedia)