RUSSIA: Il missile antisatellite funziona, sfiorate due stazioni spaziali

Nell’ambito di un test, un missile antisatellite dell’esercito russo ha colpito un vecchio satellite sovietico in disuso creando una massa di debris nella orbita terrestre bassa e mettendo in pericolo le vite di astronauti e cosmonauti sulla Stazione Spaziale Internazionale (SSI) e dei taikonauti sulla Tiangong, la stazione spaziale cinese.

Non stiamo raccontando la trama del film “Gravity”, ma di eventi realmente avvenuti il 15 novembre che, pur non avendo avuto le conseguenze catastrofiche raccontante nel lungometraggio di Alfonso Cuarón, hanno ulteriormente complicato le relazioni tra Russia e Stati Uniti, al momento relativamente proficue in tema di esplorazione spaziale.

Un “oggetto” misterioso

Andando per ordine, il 15 novembre NASA e Roskosmos, le agenzie spaziali americana e russa, annunciano che, a causa del rischio di collisione con una massa di debris, i residenti della SSI si sono rifugiati sulle rispettive navicelle, pronti ad evacuare la stazione in caso di emergenza.

Nel corso della serata, Roskosmos dichiara che “l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale sta svolgendo normalmente il suo programma di volo…l’orbita dell’oggetto a causa della quale l’equipaggio è stato oggi costretto, come da procedura, a trasferirsi sulle navicelle, si è allontanata dall’orbita della SSI”. Similmente il cosmonauta Anton Shkaplerov, a bordo della stazione, twitta un laconico: “Amici, da noi è tutto regolare!”.

La natura dell’oggetto in questione non viene specificata dalle fonti ufficiali russe, ma le voci, coadiuvate da diversi indizi, hanno iniziato a girare. In base ai calcoli, l’orbita della massa di debris corrisponderebbe a quella di un vecchio satellite sovietico Tselina (Kosmos-1408), lanciato nel 1982 e fuori servizio da diversi decenni.  

La spiegazione delle modalità in cui il satellite è stato distrutto arriva dopo qualche ora dagli Stati Uniti. In un comunicato stampa il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, dichiara: Il 15 novembre 2021, la Federazione Russa ha incautamente condotto un test di un missile antisatellite contro uno dei suoi stessi satelliti. Il test ha finora generato oltre millecinquecento pezzi di detriti orbitali tracciabili e probabilmente genererà centinaia di migliaia di pezzi di detriti orbitali più piccoli”. Il 16 novembre anche l’esercito russo ha confermato tali affermazioni, sottolineando però che il debris non costituirebbe un pericolo per la SSI.

La condanna americana

Blinken ha duramente condannato le autorità russe descrivendo il test del missile missile antisatellite come “sconsiderato e irresponsabile” e accusando la Russia di voler militarizzare lo spazio, trasformandolo in un luogo rischioso per l’esplorazione.

Le parole del Segretario di Stato non devono dare illusioni sulle intenzioni pacifiche degli Stati Uniti in termini di esplorazione spaziale. Se il debris, ovvero la spazzatura in orbita terrestre creata dall’uomo a partire dal lancio dello Sputnik 1 nel 1957, è un pericolo per tutti, allo stesso tempo le grandi potenze sono interessate ad acquisire l’abilità di colpire i satelliti nemici, considerato il loro enorme valore strategico.

Il test russo del 15 novembre è stato preceduto da uno simile ad inizio 2020, e da altri da parte cinese (2007), americana (2008) e indiana (2019). Il risultato di queste manovre militari è simile: aggiungono masse di detriti destinate ad orbitare la terra ad altissima velocità per anni mettendo in pericolo satelliti e persone.

I problemi russi

Tuttavia, il test del 15 novembre desta un allarme particolare per il fatto che è stato colpito un oggetto relativamente vicino alla SSI senza nessuna previa notifica. Inoltre, non è la prima volta che i russi mettono in pericolo la stazione spaziale nel 2021, visto l’incidente dello scorso luglio nel corso delle operazioni di aggancio del nuovo modulo Nauka, i cui propulsori si accesero accidentalmente portando fuori assetto la stazione.

Tutto questo non può che far sorgere dubbi sull’affidabilità di Roskosmos nei suoi numerosi partner internazionali. Il 26 novembre, il previsto aggancio alla Stazione Spaziale Internazionale di Prichal, un nuovo modulo russo, costituirà un esame importante per l’agenzia spaziale, che dovrà dimostrare di essere ancora in grado di condurre in sicurezza operazioni complesse in orbita.

Immagine: Wikimedia Commons

Chi è Alessio Saburtalo

Alessio Saburtalo è uno pseudonimo. L'autore che vi si cela si occupa principalmente di Caucaso con sporadici sconfinamenti in Russia e Asia Centrale. Saburtalo è un quartiere di Tbilisi.

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