UZBEKISTAN: Riconfermato il presidente Mirziyoyev

Domenica 24 ottobre si sono tenute le elezioni presidenziali in Uzbekistan. Senza alcuna sorpresa, il presidente uscente Shavkat Mirziyoyev del partito UzLiDeP (Uzbekistan Liberal Democratic Party) è stato rieletto con l’80,1% dei voti – secondo i dati rilasciati dalla commissione elettorale centrale uzbeka – confermandosi così per il secondo mandato.

Oltre a Mirziyoyev, alle elezioni si sono presentati altri quattro candidati: Alisher Kadirov del partito OMTDP (Uzbekistan National Revival Democratic Party), Bahrom Abduhalimov del partito ASDP (Justice Social Democratic Party), Maqsuda Vorisova del partito O’zXDP (People’s Democratic Party of Uzbekistan) e Narzullo Oblomurodov del partito OEP (Ecological Party of Uzbekistan).

La riconferma del presidente uscente era prevista e prevedibile, principalmente per due motivi, riguardanti proprio i candidati sfidanti di Mirziyoyev.  Il primo è che essi avevano comunque posizioni apertamente filo-governative; secondo, sono poco conosciuti e anche durante la campagna elettorale non hanno avuto occasione di emergere e farsi conoscere.

La (non) opposizione

In generale, nonostante già nella scorsa tornata elettorale, per le consultazioni parlamentari, il governo avesse dichiarato con lo slogan “Un nuovo Uzbekistan, delle nuove elezioni” di voler aprire ad una competizione trasparente con i partiti di opposizione, nessuno di questi  era riuscito a registrarsi. Anche in questa tornata elettorale, non c’è stata una vera e propria opposizione, né la registrazione di alcun nuovo partito.

Infatti, sia la legislazione che l’ambiente politico uzbeko stesso costituiscono seri ostacoli per la formazione di un’efficace opposizione parlamentare. La soglia di sbarramento prestabilita è sicuramente un impedimento, ma non solo. Ad esempio, il partito Haqiqat va Taraqqiyot (Verità e Progresso), nonostante sia riuscito a raccogliere le 20.000 firme necessarie per registrarsi per correre alle elezioni, ha ricevuto un secco rifiuto dal Ministero di Giustizia questa estate. Inoltre, sempre dal punto di vista legislativo, Human Rights Watch ha evidenziato la problematicità di una bozza del Codice penale pubblicata a febbraio che potrebbe avere un forte impatto negativo sull’opposizione politica. In particolare, la proposta di legge prevede dei provvedimenti che definiscono l’estremismo e il suo incitamento in un modo estremamente ampio, non coerente con gli standard internazionali, e quindi potenzialmente strumentalizzabile per reprimere qualsiasi forma di opposizione indipendente.

Dunque, la quasi assenza di opposizione politica e la mancanza di una pluralità di voci sono stati alcuni degli elementi tenuti in considerazione dalla missione elettorale del OSCE che ha dispiegato circa 300 osservati per monitorare le elezioni. Finora nessuna elezione in Uzbekistan è stata considerata equa e libera, e quella di domenica non ha fatto eccezione. Tuttavia, in un report pubblicato l’8 ottobre dall’OSCE-ODHIR (l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani) è stato accertato che alcune delle raccomandazioni ricevute nella scorsa tornata elettorale sono state messe in partica, come maggiori tutele contro l’abuso di ufficio durante la campagna elettorale, più trasparenza sui finanziamenti dei partiti e maggiore libertà di stampa ed espressione.

Il ruolo dei media

La campagna elettorale di quest’anno prevedeva infatti innovazioni come l’introduzione di dibattiti televisivi e comizi politici. Tuttavia, non solo ne sono organizzati pochi, ma anche i candidati sfidanti del presidente uscente Mirziyoyev non si sono presentati, inviando anzi i propri delegati. Dunque, benché siano stati consentiti i confronti politici, da una parte questi sono stati limitati, dall’altra non hanno avuto alcun impatto sui risultati elettorali.

Negli ultimi cinque anni, in Uzbekistan l’attività dei media si è intensificata, grazie anche alla parziale sospensione delle restrizioni imposte a internet: è stato possibile discutere di argomenti di rilevanza politica, sociale ed economica sui social media. Tuttavia, con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali, a partire da luglio, social network come Twitter, TikTok, VKontakte, Skype e WeChat sono stati bloccati.

Per quanto riguarda, invece, il giornalismo, c’è stata una graduale apertura: infatti, le autorità uzbeke hanno concesso l’accreditamento ad alcuni corrispondenti stranieri di importanti testate, tra cui Eurasianet, BBC e Voice of America. Ovviamente, questi devono comunque operare entro i limiti imposti dal governo, che non corrispondono agli standard internazionali, per cui la libertà di pensiero, espressione e stampa rimane comunque limitata.

Cosa aspettarsi nel secondo mandato di Mirziyoyev

In questo secondo mandato, molto probabilmente Mirziyoyev continuerà con il lavoro fatto negli anni passati. Per quanto riguarda la politica interna, verosimilmente verrà portata aventi la graduale apertura del paese attraverso riforme economiche e sociali. Per quanto riguarda la politica estera, l’amministrazione Mirziyoyev sembra intenzionata a proseguire la strategia multivettoriale iniziata dal predecessore Karimov, facendo prevalere gli interessi nazionali e attirando investimenti stranieri per sviluppare il settore energetico e diversificare l’economia.

Fin dall’inizio del suo primo mandato Mirziyoyev è stato apprezzato per aver allentato il regime oppressivo del suo predecessore Islam Karimov attraverso un programma di riforme radicali. Tuttavia, come hanno mostrato l’andamento e i risultati di queste elezioni, il sistema politico è rimasto invariato; di conseguenza, è apparsa come evidente la necessità di rivoluzionare anche quest’ultimo, in particolare iniziando a dare uno spazio reale all’opposizione e garantendo una effettiva libertà di stampa.

Vista la situazione politica attuale per cui l’Uzbekistan rimane di fatto un paese autoritario, è doveroso domandarsi se questo sarà l’ultimo mandato di Mirziyoyev (come previsto dalla Costituzione) o se nei prossimi cinque anni egli proverà a cambiare la legge così da potersi presentare anche alla prossima tornata elettorale.

Foto: Farhodjon Chinberdiev

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