Il primo, e verosimilmente l’unico, che viene in mente è Fadil Vokrri. Il più grande talento della storia del calcio kosovaro, capace nel corso della sua carriera di raggiungere traguardi e riconoscimenti straordinari. Negli anni d’oro dell’FK Prishtina, contraddistinti dalla promozione in Prva Liga e una qualificazione in Europa mancata per un soffio, lui era la stella della squadra. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, è stato la figura centrale che ha permesso al Kosovo di far parte sia dalla UEFA, che dalla FIFA. In mezzo a tutto ciò, è stato anche l’albanese capace di far innamorare i tifosi del Partizan Belgrado. Ma non è stato l’unico a giocare per i Grobari, nella storia dei bianconeri ci sono stati altri cinque albanesi.
Prva Liga
La Priva Liga rappresentava l’equivalente Seria A del calcio jugoslavo. Venne costituita nel 1923 e la sua prima vita durò fino al 1940, quando a causa del secondo conflitto mondiale il calcio nella regione si fermò. Il tutto riprese nella stagione 1946/47.
A questo campionato avevano il diritto di partecipare tutte le squadre delle sei repubbliche che formavano la Jugoslavia: Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Macedonia, Serbia e le due province autonome, Kosovo e Voivodina. L’etnia che meno si sentiva parte della progetto jugoslavo, era sicuramente quella albanese. Le relazioni tra albanesi e Belgrado non sono mai state facili e proprio per questo risulta importante raccontare le esperienze di singoli individui, che sotto l’ombrello del calcio sono riusciti a mettere da parte le antipatie e mostrare che la convivenza tra i due popoli è possibile. E tutto questo era possibile soltanto in una squadra di Belgrado: il Partizan.
Zenum Brovina
Zenum Brovina è stato il primo albanese del Kosovo in assoluto a vestire la maglia bianconera del Partizan Belgrado. A seguito di ottime prestazioni per il KF Vellaznimi, squadra della città di Gjakova che ora milita nella Serie B kosovara, venne acquistato dai bianconeri con un contratto quadriennale. Rimase però soltanto una stagione, quella del 1963/64. Anno nel quale si mise in mostra nel torneo internazionale disputatosi a Milano, al quale parteciparono Inter, Colonia, RC Paris e Partizan. Brovina mise a segno 3 gol in totale, di cui due contro l’Inter.
Tra i suoi primati, anche quello di essere uno dei primi albanesi del Kosovo ad aver partecipato alla Coppa dei Campioni. Si sedette in panchina nel sedicesimo di finale contro i ciprioti dell’Anorthosis e nell’ottavo di finale contro i lussemburghesi del Jeunesse Esch.
Luan Prekazi e gli altri
A seguire le orme di Zenum Brovina fu Luan Prekazi, che si trasferì dall’FK Trepça ai bianconeri nel 1967, dove rimase fino al 1969. Poi sarebbe stato il turno di quella che può essere considerata la generazione d’oro degli albanesi del Kosovo.
Dopo Luan, fu il turno del fratello Xhevat Prekazi, che giocò per il Partizan dal 1976 al 1983, mettendo a segno 20 gol in 151 presenze. Kujtim Shala invece trascorse soltanto una stagione nei bianconeri, disputando 23 partite e segnando 4 gol, prima di andare all’FK Prishtina e scrivere la storia del club. Storia scritta insieme al più grande di tutti, Fadil Vokrri, che lasciò i bianco-blu nell’estate 1986 per andare a Belgrado, dove giocò 3 stagioni e mise a segno 18 gol in 55 partite. Numeri che sembrano niente, soprattutto se comparati con quelli a cui siamo abituati oggi, ma che gli permisero di entrare nel cuore dei tifosi bianconeri. Insieme a Vokrri, per un anno, giocò anche Isa Sadriu, al quale non riuscì di lasciare un segno a Belgrado.
La storia di Fahrudin Jusufi
Ci sarebbe potuto essere un altro nome in questa lista, quello di Fahrudin Jusufi. Nato nel 1939 nel villaggio Zlipotok, in Kosovo, nel comune di Dragash/Dragaš o Sharr. Iniziò la propria carriera nel Partizan, dove giocò per nove stagioni. Sarebbe potuto essere un altro albanese del Kosovo, ma Fahrudin faceva parte della minoranza etnica dei gorani e si è sempre considerato e dichiarato come un gorano, anziché un albanese. Lo ricorda Azem Brovina, principale giornalista sportivo kosovaro, nel suo libro “1282 Transmetime e komentime në RTP & RK” (1282 trasmissioni e commenti al RTP & RK, ndr): scrive come Fadil Vokrri, che venne allenato per una stagione da Jusufi al Partizan, gli avesse detto che non aveva mai sentito l’allenatore descriversi come albanese, ma sempre come gorano.
Fadil Vokrri è tutt’oggi l’ultimo albanese del Kosovo ad aver giocato per il Partizan. La guerra in Kosovo ha inciso fortemente nell’inasprire il rapporto tra i due popoli. Risulta quindi impossibile pensare oggi a un albanese con la maglia bianconera. E questo, purtroppo, dà un’immagine chiara della situazione attuale tra i due paesi.
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