In occasione delle elezioni per il rinnovamento della Duma di stato che si stanno svolgendo questo fine settimana in Russia, l’opposizione non sistemica ha elaborato una strategia di cosiddetto “voto intelligente” volta a contrastare il dominio del partito di governo Russia Unita. Questo sistema, ideato dall’organizzazione di Navalny nel 2018, è già stato testato in diverse elezioni locali, tra cui quelle dei Consigli comunali di Tomsk, Mosca e Novosibirsk. Proprio a Tomsk nel 2020 si è registrato il maggior successo del sistema di voto intelligente grazie al quale Russia Unita si è fermata al 24,5%, ottenendo solo 8 seggi su 27. Al contrario, i candidati supportati dal sistema di voto intelligente hanno vinto ben 19 seggi. Un altro esempio degno di nota è stato sicuramente quello delle elezioni municipali di San Pietroburgo nel 2019, l’unico caso in cui gli esperti sono arrivati a trarre delle conclusioni precise e incoraggianti per questa strategia.
Il funzionamento di questo sistema è molto semplice: è sufficiente scaricare l’app “Navalny”, inserire la propria residenza e di conseguenza si otterrà una raccomandazione di voto. Lo stesso processo è richiesto agli utilizzatori del sito o dei bot di Telegram.
La lista finale dei candidati “consigliati” per le elezioni del 2021 è stata pubblicata il 15 settembre e comprende i nomi dei candidati che hanno più possibilità di vincere contro gli esponenti del partito di governo nelle 225 circoscrizioni uninominali, ovvero metà dei deputati della Duma.
Tra le raccomandazioni spiccano sicuramente i 137 esponenti del Partito Comunista della Federazione Russa che costituiscono il 60% dei candidati consigliati. Questa scelta dei collaboratori di Navalny ha delle motivazioni ben precise: il KPRF (Partito Comunista) è la seconda forza dopo il partito di governo e sta attraversando un ricambio generazionale che lo sta profondamente modificando. Se l’elite guidata dal lontano 1993 da Gennadij Zjuganov si attesta su posizioni lealiste al Cremlino ed è critica nei confronti dell’azione dell’opposizione non sistemica, la nuova, anche in senso anagrafico, generazione si attesta su posizioni che potrebbero essere definite socialdemocratiche e populiste. Un esempio potrebbe essere il candidato della 165esima circoscrizione nella città di Saratov, Nikolaj Bondarenko, finito al centro dell’attenzione in seguito all’arresto per la partecipazione alle proteste di gennaio contro l’incarcerazione di Navalny.
Nella lista sono stati inseriti anche candidati di altri partiti: il secondo più numeroso è Russia Giusta, per la verità, un partito di centro-sinistra creato come stampella di Russia Unita. Seguono poi in minor numero esponenti del partito Liberal Democratico che ha un maggior radicamento nell’Estremo Oriente russo, del partito liberale Jabloko e alcuni candidati di partiti minori come i Verdi e i Comunisti Russi.
Sin dall’inaugurazione, la vita per il sistema di voto intelligente non è stata facile: a pochi giorni dall’apertura è stato immediatamente sospeso a causa di sospette violazioni nel trattamento dei dati personali. Alla vigilia delle elezioni parlamentari del 2021 i tentativi di bloccare questo sistema sono aumentati vertiginosamente: il 3 settembre un giudice arbitrale di Mosca ha approvato la richiesta della compagnia “Woolintertrade”, che commercia lana nel sud della Russia, di rimuovere dai risultati di ricerca di Yandex la combinazione di parole “voto” e “intelligente”. Durante l’estate infatti questa compagnia aveva registrato il marchio “voto intelligente”, ottenendone quindi i diritti d’utilizzo. Stando alle indagini del servizio russo della BBC pare, non sorprendentemente, che ci siano legami tra le forze dell’ordine e il proprietario della compagnia proprietaria del marchio.
Nelle ultime ore, inoltre, la situazione si è fatta ancora più intensa in seguito alla rimozione da parte di Apple e Google dell’applicazione “voto intelligente” dagli store russi. Due delle più grandi aziende IT al mondo si sono piegate alle minacce della Procura di Stato e del Roskomnadzor (Servizio federale per la supervisione della comunicazione e dei mass media) di procedere con multe e azioni penali nei confronti dei lavoratori delle due aziende. Allo stesso modo, Telegram, una delle app di messaggistica più popolari in Russia, ha dichiarato tramite il suo fondatore Pavel Durov che da mezzanotte del 18 settembre i bot legati al sistema di voto intelligente verranno bloccati, e così è stato. La motivazione ufficiale è il desiderio di non interferire nelle elezioni, ma è probabile che la decisione sia frutto di pressioni dall’alto. Nei giorni scorsi alcuni utenti russi hanno inoltre lamentato l’impossibilità di utilizzare Google Docs, il cui blocco era effettivamente scattato a causa della diffusione della lista dei candidati consigliati. Anche YouTube inoltre ha ristretto l’accesso a dei video in cui vengono diffusi i nomi dei candidati suggeriti dal sistema di voto intelligente.
Molti esperti e politologi intervistati sono scettici sull’effettivo funzionamento del sistema di voto intelligente, soprattutto a livello federale. Proponendo di votare per qualsiasi candidato, solitamente quello con maggiori possibilità di vittoria, tranne quello di Russia Unita, questa strategia porta l’elettore a dare il suo voto a candidati di diversi partiti che però il più delle volte rappresentano l’opposizione solo apparentemente, specialmente nel caso di Russia Giusta e del partito nazionalista LDPR. Anche il Partito Comunista che, come abbiamo precedentemente osservato, potrebbe sembrare l’alternativa migliore a Russia Unita ha votato in passato per l’innalzamento dell’età pensionabile e a favore di alcuni emendamenti che hanno introdotto il concetto di “agente straniero”. A questo, inoltre, vanno ad aggiungersi le frodi elettorali che sono già state riscontrate e segnalate dagli osservatori presenti ai seggi.
Tuttavia, il verdetto finale si saprà solamente alla fine dello spoglio delle schede che inizierà dopo la chiusura dei seggi il 19 settembre alle 20.00.