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BIELORUSSIA: La situazione dei migranti al confine dell’UE

Si protrae da oltre un mese la preoccupante situazione dei migranti respinti ai confini dell’Unione Europea con la Bielorussia. Polonia, Lettonia e Lituania hanno dovuto proclamare lo stato di emergenza e richiedere rinforzi per presidiare le frontiere.

È iniziato tutto il 10 agosto, quando a Minsk hanno iniziato ad atterrare i primi aerei di Iraqi Airways, la compagnia di bandiera irachena. I voli, provenienti non solo da Baghdad ma anche da altre città, come Mosca e Antalya, trasportano ogni giorno decine di iracheni, siriani e ora anche afghani, che poi vengono riversati, secondo i governi dei paesi confinanti, all’interno dell’UE. 

“Si tratta ormai di una guerra ibrida” 

I ministri degli stati baltici e della Polonia si sono riuniti il 2 settembre 2021 per discutere della situazione, che ha visto l’arrivo di migranti senza permesso alle frontiere con la Bielorussia incrementarsi in maniera esponenziale. Soltanto la Lituania ha fermato, nel corso del 2021, oltre 4000 persone che cercavano di oltrepassare il confine illegalmente, contro appena le 80 dell’anno precedente. 

Secondo i ministri, le azioni della Bielorussia per incoraggiare l’immigrazione illegale sono “un’operazione ibrida pianificata e organizzata sistematicamente del regime”. In pratica, Aleksandr Lukashenko starebbe utilizzando i profughi, oggi anche quelli provenienti dall’Afghanistan, per creare disagi all’Unione Europea e fare pressioni affinché ci sia un dietrofront sulle sanzioni, che ormai riguardano la maggior parte dei funzionari e delle imprese statali bielorusse.

Il risultato non sembra però quello sperato dal presidente bielorusso: un quinto pacchetto di sanzioni è ora in discussione presso l’Unione Europea, e potrebbe proprio essere il risultato della politica messa in atto da Lukashenko per creare problemi alle frontiere.

Un muro di filo spinato tra UE e Bielorussia 

Il presidente polacco Andrzej Duda ha approvato la decisione del governo di dichiarare lo stato di emergenza per 30 giorni nelle zone confinanti con la Bielorussia, cioè circa 183 centri abitati nelle regioni di Podlaskie e Lubelskie. Il provvedimento vieterà l’organizzazione di eventi, incrementando il numero di militari presenti sul territorio che dovranno controllare i documenti a tappeto. È la prima volta che accade dal 1990, e segue la decisione presa già in agosto da Lituania e Lettonia.

Secondo il ministero dell’Interno polacco, sono oltre 3000 i migranti illegali che hanno cercato di entrare nel paese dall’inizio di agosto 2021 attraverso la frontiera con la Bielorussia. In tutto il 2020 erano stati soltanto 120. Per questo motivo, il ministero della Difesa della Polonia ha annunciato l’inizio della costruzione di una recinzione di filo spinato alta 2,5 metri. Per ora il “muro” sarà di circa 200km, contro i 418 totali del confine tra i due paesi.

In Polonia si parla inoltre di riconoscere il regime bielorusso come totalitario, e la questione trova sostegno nei media e nella popolazione anche grazie al grosso scalpore provocato dai problemi alla frontiera.

Preoccupazione per Zapad-2021 

La seconda ragione che giustifica l’introduzione dello stato di emergenza nelle aree di confine della Polonia sono le esercitazioni militari russo-bielorusse per “Zapad-2021”, che si svolgeranno tra il 10 e il 16 settembre all’interno di quattro campi di addestramento e pratica bielorussi confinanti con lo stato europeo. Saranno decine di migliaia i militari – tra russi e bielorussi – coinvolti nelle operazioni. Secondo Lukashenko, però, si tratta di esercitazioni di natura difensiva che non devono preoccupare l’Unione Europea, ma necessarie anche a causa del dispiegamento di forze militari che ha dovuto mettere in atto nel corso del 2020 al confine ovest, per proteggere – sostiene – il popolo da un attacco dell’Occidente.

La posizione della Bielorussia sui migranti 

Nel paese intanto la questione dei migranti illegali è utilizzata, come spesso accade, per fare propaganda. Il vicepresidente del Comitato per i confini statali della Bielorussia Roman Podlinev ha dichiarato, in un’intervista a RIA Novosti, che il sistema di sicurezza del confine è stato ricostruito in modo che le forze armate si concentrino sulla prevenzione dell’ingresso di armi e droga nel paese dall’Unione Europea.

Lukashenko, dal canto suo, ha affermato che Minsk non svolgerà nessun ruolo nell’arresto del flusso di migranti illegali verso l’UE, e questo a causa delle sanzioni che privano di “soldi ed energia” il paese per questo tipo di attività. Ha inoltre incaricato i funzionari di sicurezza di chiudere “ogni metro” del confine per rassicurare la popolazione.

Ricordiamo che i confini sono chiusi da dicembre 2020: non si può uscire dal paese via terra, è permesso farlo se si è residenti in un altro paese non più di una volta a trimestre (inizialmente una a semestre). Lo stesso vale per i cittadini stranieri residenti sul territorio bielorusso.

Un video inchioda la Bielorussia 

Le guardie di frontiera lituane hanno pubblicato un video in cui si vedono persone in mimetica, con passamontagna, scudi di ferro dell’OMON bielorusso e cani, che costringono con la forza alcuni migranti a oltrepassare il confine per entrare nel territorio della Lituania. Secondo alcuni dei migranti interrogati, non soltanto gli stranieri verrebbero accompagnati in maniera organizzata al confine con l’UE e poi “invitati” a oltrepassarlo, ma le autorità bielorusse chiederebbero anche un pagamento “per il servizio”.

Dall’altra parte, invece, le guardie di frontiera di Lukashenko parlano di espulsione forzata di migranti da parte di Lituania, Polonia e Lettonia verso il territorio bielorusso, e per questo il capo di stato avrebbe deciso di usare il pugno duro.

La situazione tra UE e Bielorussia si fa sempre più difficile: Josep Borrell ha condannato il regime di Lukashenko sostenendo che utilizza “cinicamente migranti e rifugiati per creare tensione ai nostri confini orientali” e ribadendo il sostegno dell’Unione a Polonia, Lettonia e Lituania. In attesa di capire se, effettivamente, verrà applicato un quinto pacchetto di sanzioni, che arriverebbero dopo la contestata erogazione di un miliardo di dollari alla Bielorussia da parte del FMI per combattere l’epidemia da Covid-19 che, ricordiamolo, per Lukashenko nemmeno esiste.

 

Immagine: Foto di Hands off my tags! Michael Gaida/Pixabay

Chi è Anna Bardazzi

Nata nel 1982 a Prato, si è laureata in Scienze Politiche con una tesi sulla Bielorussia di Lukashenko. Dopo aver vissuto diversi anni all'estero è rientrata recentemente in Italia, dove si occupa di contenuti digitali e traduzioni. Il suo primo romanzo, La felicità non va interrotta, è uscito a marzo 2021, edito da Salani. Collabora con East Journal dal 2020.

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