Sono stati pubblicati ieri i risultati definitivi dello scrutinio dei voti – cartacei ed elettronici – espressi dai cittadini bulgari domenica 11 luglio, per la seconda tornata parlamentare indetta dopo l’insuccesso di quella dello scorso 4 aprile. Come temuto, l’affluenza è stata molto bassa: alle 20 di domenica segnava il 34,5%, mentre ad aprile aveva raggiunto il 40% già alle ore 17.
Le votazioni hanno sancito la vittoria del movimento “C’è un popolo così” (Ima takăv narod, ITN) capitanato dal conduttore televisivo e cantante Slavi Trìfonov, che ha ottenuto il 24,08% delle preferenze – 98 210 in più rispetto alle scorse elezioni. Per la prima volta nella storia bulgara il GERB di Boyko Borisov viene scalzato dal primo posto, fermandosi al 23,51%. I socialisti (BSP) scendono al 13,39%, e la coalizione “Bulgaria Democratica” (DB) guidata da Hristo Ivanov sale di oltre due punti percentuali, guadagnando il 12,64% e stravincendo a Sofia. Il Movimento dei diritti e delle libertà, e cioè il partito della minoranza turca (DPS), ottiene il 10,71%, mentre la lista civica “Rialzati, Bulgaria!” (IMV) rimane stabile al 5%. Anche stavolta le porte del parlamento rimangono chiuse ai nazionalisti.
Un parlamento tutto per sé
Dopo aver espressamente manifestato l’intenzione di non voler rivestire il ruolo di premier né alcuna altra carica governativa, il 12 luglio Trifonov ha diffuso tramite il proprio profilo Facebook e il suo canale privato a pagamento “7/8 TV” una proposta di esecutivo. Non un “governo di minoranza, né di maggioranza, perché tutti i governi sono governi bulgari”, ha dichiarato. L’incarico di primo ministro andrebbe a Nikolay Vasilev, il quale ha già ricoperto la stessa posizione dal 2001 al 2005, nel parlamento guidato dall’ultimo sovrano di Bulgaria dopo il suo vittorioso ritorno in patria e la fondazione del partito “Movimento Nazionale Simeone II” (NDSV). Vasilev ha poi mantenuto il ruolo fino al 2009, nella coalizione di governo formata dal NDSV, BSP e DPS, ed è stato ministro dell’Economia (2001-2003), dei Trasporti e delle Comunicazioni (2003-2005) e dell’Amministrazione statale (2005-2009).
Tra gli obiettivi della squadra nominata da Trifonov ci sono il potenziamento del sistema educativo e scolastico, l’acquisto di mezzi di elisoccorso, di cui la nazione è tuttora sprovvista, la digitalizzazione dei servizi statali, l’entrata della Bulgaria nell’eurozona e nello spazio Shengen, l’aumento della trasparenza nella distribuzione dei fondi pubblici. Infine il conduttore e cantante auspica la collaborazione del paese balcanico con l’Agenzia spaziale europea e statunitense. “Il governo farà di tutto affinché un uomo e una donna bulgara diventino i primi astronauti della Nasa, e faremo il possibile perché un collega macedone si unisca a loro”.
Le lacune però non mancano: assenti le nomine al ministero dell’Ambiente, a quello per la Gestione dei fondi Ue, e non sono previste misure contro il procuratore generale leviatano Ivan Geshev, di cui lo showman aveva chiesto le dimissioni durante la campagna elettorale. Nessun riferimento è stato fatto circa le modalità e le intenzioni di gestione della pandemia ancora in corso.
Abbasso la “Repubblica di Facebook”
Sia il contenuto che i mezzi attraverso cui Trifonov ha esposto le sue volontà ha scatenato dure reazioni da parte di tutte le altre fazioni entrate in parlamento. Lo stesso 12 luglio, Borisov ha affermato che la proposta unilaterale del leader di ITN è un tentativo di lavarsi le mani. “Vedremo nei prossimi giorni quali partiti appoggeranno la proposta, comportandosi come donne di facili costumi”. Il premier uscente si è anche fatto beffa delle ambizioni spaziali di Trifonov, dichiarando che mandare due bulgari e un macedone nel cosmo darebbe vita a un nuovo episodio di Guerre Stellari.
Korneliya Ninova (BSP) ha criticato la scelta di comunicare l’azione esclusivamente attraverso i propri canali privati: “non abbiamo lottato tutti questi anni per passare da un modello autoritario a un altro”. Anche Hristo Ivanov (DB) ha espresso un giudizio estremamente negativo, sostenendo che “le persone non hanno protestato né votato per ottenere questo tipo di approccio”. Ivanov ha inoltre aggiunto che, poiché è evidente che a Trifonov non interessa l’appoggio dell’opposizione, il suo gesto possa celare il sostegno del DPS. Maya Manolova (IMV) ha sottolineato che l’iniziativa di ITN non rispetta né la costituzione, né lo stato di diritto. Un altro membro della sua lista civica ha apertamente definito il progetto di Trifonov “Repubblica di Facebook”.
Dal canto suo, Trifonov non ha esitato a tirare fuori gli scheletri dagli armadi avversari, evidenziando come Ivanov sia stato tra i ministri del secondo governo Borisov, uno dei deputati del suo partito candidato primo ministro di GERB, e rivangando la militanza di Maya Manolova nel BSP.
Secondo l’osservatore politico Dimitar Bechev, la mossa di Trifonov comporterebbe un rischio calcolato, un modo per sfruttare “il vento a favore” di cui gode al momento. Una strategia lungimirante e precisa anche secondo Genoveva Petrova, analista dell’agenzia Alpha Research, poiché nemmeno lo stesso conduttore si aspetta che il suo disegno politico venga approvato.
foto: Pixabay