Gigi Ugulava è stato rieletto sindaco di Tbilisi. La poltrona di primo cittadino della capitale georgiana è la più importante del voto amministrativo di domenica scorsa per l’elezione di 64 consigli municipali in carica per i prossimi quattro anni. Ugulava è leader del Movimento Nazionale Unito e la sua vittoria è un successo per Saakashvili e un segno che il sostegno al governo rimane forte. Tbilisi è il luogo nel quale tutto succede, muscolo pulsante del paese, raccoglie circa un milione dei quattro e mezzo di georgiani.
Il grande sconfitto è Irakli Alasania detto “l’americano” già ambasciatore alle Nazioni Unite, posizione abbandonata per contrasti con l’ex alleato Saakashvili. La sua coalizione “Alleanza per la Georgia” non è riuscita a conquistare simpatie: l’opposizione al governo rimane frammentata e senza una reale alternativa. L’esperienza americana di Alasania si è tradotta in uno scimmiottare gli slogan di Obama con un vincente “We Will Change” che poi vincente non è stato.
L’opposizione ha subito riconosciuto la sconfitta e già guarda alle elezioni politiche del 2012 . Nessuna intenzione di portare la protesta nelle strade. Una strategia quest’ultima che non si è rivelata vincente la scorsa primavera quando l’opposizione bloccò per settimane il centro di Tbilisi chiedendo le dimissioni del presidente. Non ottenne risultati: Saakashvili non si dimise, l’opposizione si frantumò per mancanza di proposte concrete e gli automobilisti della capitale s’infuriarono.
I rapporti con la vicina Russia contribuiscono a dividere l’opposizione e ad alienarle i favori della popolazione. Figure come l’ex premier Zurab Nogaideli o l’ex braccio destro di Saakashvili nella Rivoluzione delle Rose del 2003, Nino Burjanadze, vogliono riaprire il dialogo con Mosca ma i loro recenti incontri con Vladimir Putin sono stati etichettati come tradimento. Dal canto suo Saakashvili, che sembrava finito dopo la guerra con la Russia, è risorto dalle ceneri e -abbandonando il filoatlantismo- si è riproposto come leader “georgiano” lasciando all’ “americano” Alasania la sconfitta.
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