Roman Protasevich, classe 1995, è un giornalista e blogger bielorusso considerato uno dei principali oppositori del regime di Lukashenko e co-fondatore del canale Telegram NEXTA basato in Polonia, divenuto molto popolare nell’ultimo anno e mezzo.
Arrestato domenica 23 maggio quando l’aereo sul quale volava, partito da Atene e diretto a Vilnius, è stato dirottato a Minsk, il giornalista rischia vari anni di carcere – se non addirittura la pena di morte.
Il canale Telegram
Il giornalista ventiseienne è co-fondatore ed ex direttore del canale Telegram NEXTA (“qualcuno” in bielorusso), con le sue varie versioni: NEXTA TV, NEXTA Live e LUXTA. Nel corso dell’ultimo anno il canale ha acquisito sempre più importanza e popolarità per essere rimasto una tra le poche voci indipendenti in Bielorussia.
Fondato nel 2015 insieme al giovane attivista politico Stepan Putilo (classe 1998), in principio il canale YouTube NEXTA era dedicato alla divulgazione di notizie settimanali. Il fine era quello di “accumulare tutta la spazzatura che si trova nella Bielorussia di Lukashenko”, come dichiarato dallo stesso Putilo.
Nel 2018 NEXTA è sbarcato su Telegram dove è cresciuto fino a raggiungere oltre 1,2 milioni di follower. Il canale è passato velocemente da una realtà simil-studentesca a un potente strumento per la diffusione di contenuti anticorruzione e di denuncia nei confronti di Lukashenko. Nel maggio 2019, il duo ha denunciato la morte sospetta del tenente di 22 anni Jevgenij Potapovich trovato in una foresta in manette e con un foro di proiettile in testa. Il caso fu poi archiviato come suicidio, ma ha dato a NEXTA molta risonanza.
La sera del 9 agosto 2020 nel canale vengono pubblicati i risultati delle elezioni presidenziali scatenando l’indignazione popolare che ha portato a proteste in tutto il paese. A partire da quel momento, in un crescente clima di censura che cerca di silenziare tutte le voci indipendenti, i due giornalisti Putilo e Protasevich entrano nel mirino delle autorità bielorusse: entrambi residenti all’estero sono pressoché intoccabili dal regime di Lukashenko, che ritiene il canale il suo nemico numero uno.
Il canale si rivela particolarmente importante perché nei primi giorni successivi alle elezioni presidenziali dell’agosto 2020 Internet smette di funzionare a causa di presunti attacchi informatici dall’estero, secondo quanto dichiarato dalle autorità. Il popolo bielorusso, dunque, può contare esclusivamente sui canali della TV di stato o su Telegram come fonte di informazioni.
A quel punto NEXTA Live diventa un fondamentale strumento per coordinare le proteste di massa: sul social vengono condivisi messaggi organizzativi e consigli pratici. Il coordinamento dei manifestanti viene gestito anche grazie a centinaia di chat room apparse intorno a Nexta Live. Contemporaneamente il canale Telegram ha condiviso dati personali sui funzionari di sicurezza del ministero degli Interni della Bielorussia, coinvolti nella detenzione di civili.
Alla fine del 2019 Protasevich ha lasciato la Bielorussia trasferendosi in Polonia dove ha chiesto asilo politico dopo l’arresto del giornalista Vladimir Chudentsov, un altro partecipante al progetto NEXTA. A novembre 2020, Roman ha lasciato NEXTA pur continuando la sua attività politica e diventando amministratore del canale Telegram Brain Belarus.
Il giovane è apparso lunedì in un video di 29 secondi pubblicato da un account Telegram filogovernativo: col volto tumefatto, afferma di trovarsi nel centro di detenzione centrale n. 1 di Minsk e di essere trattato “con la massima correttezza”.
Lo scorso novembre il blogger aveva annunciato di essere stato incluso dai servizi segreti bielorussi nell’elenco delle persone sospettate di aiutare i terroristi. A seconda delle accuse mosse a suo carico, Roman Protasevich rischia dai 12 anni fino alla pena di morte.
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