Giovedì 20 maggio, il senatore repubblicano Kevin Kramer ha annunciato un nuovo disegno di legge per ripristinare le sanzioni statunitensi sul nuovo gasdotto Nord Stream 2, revocate di recente dall’amministrazione del presidente Joe Biden. “Il gasdotto di Vladimir Putin deve essere fermato”, ha dichiarato il repubblicano esortando i suoi colleghi a sostenere il disegno di legge in quanto “sicurezza energetica significa sicurezza nazionale”.
Oltre a Kramer, altri 13 legislatori hanno firmato il documento per il ripristino delle sanzioni, chiedendo anche misure restrittive più severe contro il Cremlino ed esortando il presidente Joe Biden a riconsiderare la sua decisione. “Crediamo fermamente che sia nell’interesse nazionale degli Stati Uniti difendere la sovranità dell’Ucraina e proteggere il fianco orientale dell’Europa dall’aggressione russa”, hanno sancito i copresidenti del Congressional Ukraine Caucus in una dichiarazione congiunta rilasciata il 20 maggio. Washington è preoccupata che la Russia stia strumentalizzando il gasdotto al fine di aumentare la dipendenza dell’Unione Europea da Mosca.
Il 19 maggio, infatti, l’amministrazione Biden ha sanzionato diverse compagnie e navi per il loro lavoro su Nord Stream 2, ma ha rinunciato alle sanzioni per l’azienda che sta dietro il progetto – la Nord Stream 2 AG – e il suo amministratore delegato, Matthias Warnig, alleato di lunga data del presidente russo Vladimir Putin ed ex ufficiale della Stasi, la polizia segreta della Germania dell’Est. La decisione è arrivata mentre Biden – il quale rimane contrario alla realizzazione del progetto del gasdotto – cercava di ricostruire i rapporti con la Germania, dopo che le relazioni si erano deteriorate con l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump.
È nell’interesse nazionale degli Stati Uniti, infatti, limitare la coercizione energetica della Russia in Europa, come già affermato qualche mese fa dal segretario di stato americano Antony Blinken: il gasdotto del Nord Stream 2 – completo ormai al 95%, e che probabilmente entrerà in funzione entro la fine dell’anno – aumenterà notevolmente la quantità di gas naturale che la Russia sarà in grado di pompare direttamente in Germania, bypassando le nazioni dell’Europa orientale quali l’Ucraina e la Bielorussia.
Mentre la Germania ha accolto favorevolmente la rinuncia alle sanzioni come “un passo costruttivo” da parte dell’amministrazione Biden, l’Ucraina non ha reagito positivamente alla notizia: l’amministratore delegato della compagnia energetica statale ucraina Naftogaz, Juriy Vitrenko, ha dichiarato che Kiev farà pressioni su Washington per imporre sanzioni e fermare il “progetto geopolitico più pericoloso della Russia“.
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