Il basket sta tornando a Sarajevo, anche se forse non se n’era mai andato. Uno sport amatissimo nella capitale bosniaca già dagli anni Settanta quando il KK Bosna, la squadra dell’università cittadina, ha cominciato a vincere i suoi primi trofei nazionali, prima di raggiungere l’apoteosi nel 1979 con la vittoria della Coppa dei Campioni, conquistata dagli Studenti trascinati dal genio di Mirza Delibašić e dall’attenta guida di Bogdan Tanjević.
Poi un altro titolo nazionale, una lenta decadenza, gli anni dell’assedio e un’ultima fiammata nei primi anni Duemila, quando una gestione disattenta delle casse societarie ha piano piano sommerso di debiti il club, che ora lotta per sopravvivere ogni giorno, faticando a pagare gli stipendi e a sostenere anche le più piccole spese necessarie per continuare a esistere.
Il declino del Bosna, l’ascesa dello Spars
Il Bosna, la squadra di basket più rappresentativa del paese, è oggi in uno stato di coma. Il club è sommerso di debiti, tutti i suoi conti bancari sono bloccati e il fallimento è stato evitato solo grazie alla fusione con una società minore, il KK Royal. Il club originato da questa fusione, il Bosna Royal, ha concluso il campionato di quest’anno a metà classifica della massima divisione bosniaca. Non sembrano esserci piani per il futuro, il seguito della squadra è diminuito e la Aba Liga, il campionato sovranazionale che riunisce le squadre della ex Jugoslavia, appare più lontano che mai.
Un’altra squadra potrebbe però riportare la Aba Liga a Sarajevo dopo tanti anni. Lo Spars, una giovane società fondata pochi anni fa, è ormai la prima squadra di pallacanestro della città e in questi giorni sta giocando lo spareggio per accedere al torneo d’élite del basket regionale, in una serie alla meglio delle tre contro il favoritissimo KK Split, ex campione d’Europa che sta risorgendo dalle proprie ceneri.
Lo Spars, acronimo di Sport, Aktivnost, Radost, Sarajevo (“Sport, Attività, Felicità, Sarajevo”), è nato nel 2005 dall’iniziativa dell’imprenditore locale Nihad Selimović, in un momento in cui il Bosna stava vivendo ancora i suoi anni di splendore ed era difficile immaginare che un’altra squadra avrebbe potuto toglierle il primato a Sarajevo. Il lavoro del club si è concentrato sullo sviluppo dei giocatori più giovani e sulla popolarizzazione della pallacanestro in un ambiente in cui essa era già ben presente. Lo Spars ha puntato molto sulla selezione di allenatori di livello e sulla cura delle squadre giovanili, che presto hanno cominciato a dare i primi frutti.
Nel 2012, la selezione under-18 ha raggiunto le Final Four dell’Eurolega giovanile, mentre la prima squadra, costruita prevalentemente sui giocatori formati nel club, dal 2013 gioca nella massima divisione bosniaca. Mano a mano che i ragazzi crescevano, il club alzava le proprie ambizioni: così è arrivato il primo trofeo, la coppa nazionale del 2019.
Nel frattempo, lo Spars ha partecipato regolarmente alla seconda divisione della Aba Liga, dove ha registrato ottimi risultati nonostante un budget molto ridotto, senza sponsor importanti e con una tifoseria che ha iniziato ad allargarsi solo negli ultimi anni, includendo una parte del tifo calcistico dello Željezničar, complice il comune quartiere di appartenenza di entrambe le squadre.
Le scuole di basket
Dopo il tracollo del Bosna dell’inizio degli anni Dieci, Sarajevo aveva smesso di essere un centro importante della pallacanestro. Lontano dai vertici del campionato nazionale e della Aba Liga, la città non è stata sede di eventi significativi, eccetto qualche partita della nazionale, giocata nell’arena Mirza Delibašić, dove un tempo, neanche lontano, il Bosna giocava davanti a spalti gremiti e dove ormai non gioca più, complice lo scarso seguito della squadra.
La pallacanestro però ha continuato a essere una presenza importante in città grazie alle scuole di basket nate a partire dai primi anni del 2000, che hanno svolto un lavoro di grande qualità, formando diversi cestisti di livello internazionale e rifornendo la stessa nazionale bosniaca.
Per esempio, nelle giovanili del Bosna è cresciuto Cedi Osman, guardia dei Cleveland Cavaliers e della nazionale turca, mentre nel KK Koš ha fatto i suoi primi passi Džanan Musa, miglior giocatore dell’europeo under-15 di cinque anni fa, vinto proprio dalla Bosnia-Erzegovina, che cerca oggi, dopo una breve esperienza in NBA, la sua fortuna all’Anadolu Efes. Ha solo sfiorato Sarajevo, invece, Jusuf Nurkić, centro dei Portland Trail Blazers, clamorosamente rifiutato dal Bosna, allora guidato da Elmedin Konaković, leader del partito di centro-destra Popolo e Giustizia.
Anche lo Spars ha svolto un ruolo fondamentale in questo processo formando una gran parte dei giocatori della nazionale bosniaca che ha appena conquistato la qualificazione al decimo EuroBasket della storia del Paese. In questa squadra sono cresciuti anche Tarik Biberović, oggi il giovane di punta del Fenerbahçe, e Kenan Kamenjaš, che a soli vent’anni ha trascinato lo Spars a un passo dalla Aba Liga.
Dopo la morte del Bosna, il basket ha continuato a vivere a Sarajevo e ora, dopo un lungo percorso sotterraneo, basato sullo sviluppo dei talenti più giovani, iniziato dalle scuole e dalle strade, senza soldi e investimenti importanti, è pronto a riprendersi il suo spazio nella vita e nell’immaginario della città.
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