Il 21 aprile le strade e piazze di tutta la Russia sono tornate a gremirsi di persone in segno di protesta contro il regime putiniano e in sostegno di Aleksej Navalny: dopo le cure ricevute in Germania in seguito all’avvelenamento dello scorso anno, dal suo rientro in Russia dello scorso gennaio, l’oppositore politico si trova in carcere.
Le proteste e gli arresti
A Mosca, secondo i dati della polizia russa, si sono radunate 6000 persone, un dato che però gli organizzatori stimano dieci volte maggiore e che secondo “Oktrytye media” non è stato in ogni caso inferiore alle 25.000 unità. Tra i manifestanti a Mosca sono stati avvistati anche personaggi noti, tra cui i rapper Oxxxymiron, Face, Vladi e Noize MC, da anni in prima linea (musicalmente e non) nell’opporsi alla situazione socio-politica dell’epoca putiniana. A San Pietroburgo e Ekaterinburg non meno di 5000 persone hanno manifestato, a Novosibirsk e Omsk non meno di 3000.
Risultato delle proteste sono stati oltre 1500 arresti, in primo luogo registrati a San Pietroburgo (dove sono stati utilizzati anche taser), cui si aggiungono i fermi di diversi attivisti, giornalisti e membri dello staff di Navalny (nelle città di Irkutsk, Ekaterinburg, Kurgan, Kazan’) avvenuti prima delle manifestazioni del 21 aprile.
Lo sciopero della fame di Navalny, ora terminato
Aleksej Navalny il 31 marzo aveva indetto uno sciopero della fame dal colonia penale n°2 di Pokrov dove si trova, chiedendo di poter essere visitato dal proprio medico. In segno di supporto alla sua causa in aprile oltre un centinaio di persone hanno indetto uno sciopero della fame, organizzato dal biologo moscovita Nikolaj Formozov.
Le condizioni di salute in rapido peggioramento di Navalny hanno però sancito il suo ricovero il 18 aprile nell’ospedale della colonia penale di Vladimir e qui è stato permesso che venisse visitato da quattro medici esterni alla struttura carceraria — un “enorme progresso” che Navalny ha commentato su Instagram il 23 aprile dichiarando con ciò la fine del proprio sciopero della fame, durato dunque 24 giorni.
Dalla visita a Navalny, i medici hanno rilevato una possibile problematica di tipo neurologico e hanno richiesto il suo trasferimento in una clinica a Mosca.
Intanto la stampa internazionale, diverse cancellerie, organizzazioni e molti nomi noti del mondo della cultura si sono espressi in difesa dell’oppositore Navalny, invitando il Cremlino a prestare tutta l’assistenza sanitaria necessaria.
Una Duma più variegata da settembre?
Al netto delle proteste finora organizzate e che si potranno osservare nei prossimi mesi, è improbabile che Navalny lasci la colonia penale dove, lo ricordiamo, sta scontando la pena per una vicenda giudiziaria che risale al 2014 (frode e riciclaggio) e la cui libertà vigilata impostagli in quell’occasione l’oppositore ha violato.
Più interessante è piuttosto chiedersi quale ricaduta avrà l’ondata di manifestazioni sulle elezioni della Duma previste per settembre. La presa di coscienza da parte della popolazione russa si tradurrà in una nuova composizione parlamentare dopo che le ultime legislature hanno visto di fatto un’opposizione alla Duma del tutto assente?
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