Il Presidente bielorusso Alexandre Loukachenko ha dichiarato che si appresta a cedere a Mosca il controllo totale dei gasdotti della compagnia nazionale Beltransgaz. In cambio otterrà la fornitura di gas russo a tariffe inferiori a quelle di mercato. Allo stesso modo Loukachenko cederà le raffineria bielorusse in cambio della fornitura di petrolio detassato. Mosca ha reagito favorevolmente alle proposte di Minsk. Nel 2007 Gazprom aveva già acquisito il 50% di Beltransgaz. Così il Cremlino accetta a braccia aperte le profferte dei Paesi limitrofi, redenti della lontanza che ebbero voluto mettere con la grande madre Russia. Oggi Mosca raccoglie nuovamente intorno a sé i Paesi dell’area: una Bielorussia senza alternative, un’Ucraina tornata come il figliol prodigo. Kiev, dopo aver ceduto i propri gasdotti, l’areonautica, l’energia, si prepara a unificare anche l’esercito. La strategia del Cremlino è stata efficace: isolare i Paesi delle “rivoluzioni colorate”, impedire agli Stati Uniti qualsiasi intromissione nell’orto di casa russo, affamare le popolazioni stringendole nella morsa della più nera recessione, in modo da proporsi come sola alternativa possibile allo sfacelo. Dopo Kiev e Bishkek, anche Minsk comincia a cedere, e presto sarà il turno di Tblisi.
Leggi anche
ESTONIA: salta la presidenza OSCE
Come annunciato da tempo, Russia e Bielorussia si sono opposte all'elezione dell'Estonia come presidente OSCE. Al suo posto, la presidenza per l'anno prossimo andrà a Malta