Srebrenica strade

MONTENEGRO: Polemiche nel governo sul genocidio di Srebrenica

L’Unione europea e le rappresentanze diplomatiche a Podgorica hanno duramente criticato la recente affermazione del ministro della Giustizia e dei Diritti Umani e delle Minoranze del Montenegro, Vladimir Leposavić. Lo scorso 26 marzo egli ha infatti dichiarato di non riconoscere i massacri commessi a Srebrenica, in Bosnia Erzegovina, nel 1995 come genocidio. Una presa di posizione che ha generato uno scontro nel governo.

Le posizioni del ministro: un caso non isolato

Il 26 marzo scorso, Leposavić ha affermato che sarà pronto a riconoscere i crimini commessi a Srebrenica come genocidio nel momento in cui siano provati “inequivocabilmente”. Pur essendo un esperto di diritto internazionale, Leposavić ha asserito, senza prove, che il Tribunale dell’Aja abbia “perso la sua legittimità” nel momento in cui “ha distrutto le prove nel traffico di organi di civili serbi in Kosovo”. Questa questione è trattata al momento dalla Corte speciale del Kosovo, non dall’ICTY.

Una tale posizione non è isolata. Nonostante due diverse sentenze del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) e della Corte internazionale di giustizia (ICJ) riconoscano il massacro di oltre 8,372 uomini e ragazzi bosgnacchi compiuto dalle forze serbo-bosniache a Srebrenica nel luglio 1995 come atto di genocidio, la maggioranza dello spettro politico serbo e serbo-bosniaco continua a negare tale definizione. Il Fronte democratico, partito filo-serbo del Montenegro di cui fa parte Leposavić, lo riconosce solamente come crimine di guerra. Questa presa di posizione non fa che peggiorare le forti tensioni interetniche all’interno del paese, che hanno visto un inasprimento dopo le pesanti provocazioni e violenze subite dalla comunità musulmana a settembre 2020.

La questione agita il governo guidato da Zdravko Krivokapić, fondato su una coalizione variegata. Nel dicembre 2020 la maggioranza in parlamento ha bloccato una proposta del partito bosgnacco in Montenegro, parte dell’opposizione, di riconoscere il genocidio come tale. I tre partiti di governo (uno filo-serbo, che traina la maggioranza, uno filo-europeista e uno progressista) si sono già scontrati sui altri temi sensibili in Montenegro, tra cui il riconoscimento del Kosovo come stato indipendente, l’adesione del paese all’Unione europea, l’influenza della vicina Serbia sulle scelte politiche del paese e, soprattutto, la questione della legge sulle proprietà religiose della Chiesa ortodossa serba.

La risposta nazionale e internazionale

Diverse ambasciate a Podgorica hanno immediatamente denunciato la dichiarazione del ministro montenegrino e chiesto chiarimenti al governo. A queste posizioni ha fatto seguito la condanna dell’accaduto da parte dell’Unione Europea. Ana Pisonero, portavoce della Commissione europea, ha difatti affermato che “l’Unione Europea rifiuta e condanna ogni negazione, relativizzazione o interpretazione errata del genocidio di Srebrenica”. Inoltre, ha aggiunto che ogni paese candidato ad entrare nell’Unione deve rispettare i valori democratici, i diritti umani e la giustizia, e trattare le vittime del genocidio con rispetto e dignità.

A seguito di tale reazioni, il primo ministro Krivokapić ha criticato la scelta del ministro di esternare apertamente le sue opinioni private, e ha sottolineato che “il governo in carica ha posizioni opposte” rispetto a quelle di Leposavić. Il 5 aprile il premier ha così deciso di proporre al parlamento la rimozione del ministro dalla sua posizione. Krivokapić aveva già richiesto privatamente al ministro di dimettersi dopo le affermazioni fatte, ma quest’ultimo ha rifiutato.

Pochi giorni dopo Leposavić ha dichiarato di non essere intenzionato a dimettersi. Egli ha sottolineato che le sue posizioni sono di critica sull’operato del Tribunale dell’Aja, e non di negazionismo del genocidio, e ha aggiunto che “non ritiene accettabile essere messo a tacere”, in quanto ha espresso una posizione di critica e non ha intaccato la reputazione del paese.

Ora manca solamente il voto del parlamento: con una maggioranza davvero limitata, la proposta di Krivokapić per dimettere Leposavić non sembra riuscirà a passare. Due partiti della coalizione di maggioranza (‘Per il futuro del Montenegro’ e ‘la Pace è la nostra Nazione’) hanno già confermato che respingeranno la proposta del primo ministro.

L’episodio di Leposavic si inserisce all’interno di un contesto politico fortemente polarizzato: Krivokapić, già in difficoltà dall’inizio del suo mandato, sta cercando di continuare sulla stessa linea guida del governo precedente, puntando verso l’adesione all’Unione europea. Tuttavia, la presenza in maggioranza di un forte partito filo-serbo potrà soltanto complicare le decisioni del governo sui temi più sensibili.

Foto: Pixabay

Chi è Maria Giulia Anceschi

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