Rauf Denktaş si è spento nella sua casa di Nicosia, il 13 gennaio scorso, dopo una lunga malattia. E’ stato un uomo dal forte carisma e personalità. La passione per la sua comunità lo portò ad entrare in politica già nel 1948, e vi rimase fino al 2005 quando dovette ritirarsi a vita privata per problemi di salute. Tuttavia, la dedizione per quel mondo che da sempre era stato suo, continuò ad essere coltivata nei numerosi scritti che compose anche negli anni successivi al ritiro.
Il conflitto cipriota
Il conflitto che attanaglia l’isola di Cipro sin da prima dell’indipendenza dall’Inghilterra, è un conflitto tra due gruppi identitari, le cui visioni erano diventate incompatibili in quanto la comunità greco-cipriota guardava all’unione con la Grecia, enosis, mentre la minoranza turco-cipriota, più del 20% della popolazione totale, mirava alla partizione dell’isola per poter salvaguardare i propri diritti.
Dopo il fallimento dei negoziati e il collasso del fragile Stato nato in seguito gli accordi di Londra e Zurigo del 1960, le due comunità, che avevano vissuto in sostanziale armonia durante il dominio Ottomano, entrarono in una fase di aspro conflitto, alimentato da alcune potenze, in particolare le due madri patria, e da organizzazioni clandestine come l’EOKA e TMT.
In seguito al colpo di Stato militare da parte di elementi di estrema destra favorevoli all’enosis, la paura che venissero calpestati una volta per tutti i diritti di una già straziata minoranza, spinse la Turchia ad un intervento militare nell’isola e a conquistare parte di essa, corrispondente a circa il 25% del territorio. Questa situazione dura dal 1974 e vede Nicosia l’ultima capitale divisa d’Europa.
L’intervento turco fu ritenuto da Denktaş, che nel frattempo cominciava ad affermarsi come leader indiscusso della comunità turco-cipriota, come un atto di liberazione. In seguito, grazie anche alle sue abilità, nel 1983 venne unilateralmente proclamata la Repubblica Turca di Cipro Nord. Seguirono diversi negoziati per raggiungere un accordo tra le due comunità riguardo la situazione nell’isola, sotto pressione della comunità internazionale e l’egida delle Nazioni Unite, ma tutti questi tentativi fallirono.
Denktaş e il Piano Annan
L’intransigenza di Denktaş su alcune questioni giocò un forte ruolo durante l’ultimo sforzo di porre fine al conflitto, ovvero la stesura del Piano Annan. Nonostante la sua antipatia per quest’ultimo, tramite il referendum del 24 aprile del 2004, il 64,9% dei turco-ciprioti votò a favore del piano. Sfortunatamente, i greco-ciprioti non la pensarono allo stesso modo e il piano non poté entrare in vigore. Inoltre, dallo stesso anno, l’aquis si applica solamente alla parte sud dell’isola, lasciando la parte nord fuori da ogni tipo di beneficio derivante dell’entrata nell’Unione Europea.
Rauf Denktaş, oltre a tre figli, undici nipoti e la moglie, lascia una nazione riconosciuta solamente dalla Turchia, isolata completamente dal resto del mondo e dal futuro incerto; infatti, i negoziati ripresi dal 2008 non hanno ancora portato ad azioni concrete riguardo la riunificazione dell’isola e la Repubblica di Cipro (greco-cipriota) continua ad agire sulla scena internazionale come unico e legittimo Governo dell’intera isola.
Un dialogo costante
Nonostante l’apparente immobilità delle attuali trattative, le due delegazioni continuano ad incontrarsi più volte a settimana per discutere delle diverse tematiche che dovrebbero formare il corpo del futuro piano, suddivise in questo modo nei sei/sette “working groups”: governance e condivisione dei poteri, affari economici, relazioni con l’Unione Europea, proprietà, territorio e, infine, sicurezza e garanzie. Mentre nelle prime vi è sostanziale corrispondenza di vedute e interessi, gli ultimi tre sono i temi di maggior attrito. Quello riguardante la sicurezza, nello specifico, potrà essere risolto solamente in sede internazionale dato che coinvolge direttamente le potenze garanti degli accordi del 1960 e non può essere discusso solamente dalle due parti.
Un’immagine negativa dei negoziati
Oltre le specifiche divergenze, ciò che contribuisce a frenare il raggiungimento di un accordo è la mancanza di intesa tra i due leader, Dimitris Christofias e Derviş Eroğlu (che non parla inglese, rendendo in questo modo necessaria la presenza di un interprete), impedendo così lo sviluppo di un ambiente disponibile e favorevole. In più, secondo il parere di molti, sono gli stessi leader a voler dare un’immagine negativa del negoziato in modo da non doversi prendere la responsabilità qualora anche questo ennesimo tentativo dovesse fallire.
Mancanza di conoscenza reciproca
Un problema maggiore è dato dal fatto che i cittadini non sono ancora pronti a lasciarsi tutto alle spalle. I contatti tra le due comunità non sono assolutamente incoraggiati a livello ufficiale, alimentando così ulteriori “miti e leggende” sull’altra parte che appare sempre più sconosciuta e aliena. Lo dimostra anche uno studio sugli spostamenti: solo il 35% dei greco-ciprioti ha visitato la parte nord dell’isola dopo il 1974. Conseguenza di questa mancanza di conoscenza e comprensione dell’altro è la totale assenza di fiducia reciproca che dovrebbe essere alla base di qualsiasi ordinamento futuro.
In realtà, durante i negoziati, erano state decise diverse “Confidence Building Measures”, come l’apertura dell’aeroporto di Nicosia, cooperazione in ambito della salute e della sicurezza, le quali avrebbero dovuto essere implementate e amministrate congiuntamente da entrambe le comunità. Sfortunatamente, delle ventisei previste, solo cinque sono state avviate.
L’odio tra i banchi di scuola
I principali contatti avvengono così grazie all’operato di organizzazioni della società civile e Ong tra cui Ahdr (Association for Historical Dialogue and Research), il cui ruolo principale è quello di stimolare il dialogo e la diffusione di una storia che sia il più neutrale possibile. Infatti, una riforma che è stata spesso oggetto di critiche nella parte sud dell’isola e mai attuata seriamente a livello governativo, è quella dei libri di scuola che purtroppo presentano un gap notevole su ciò che è avvenuto durante gli anni ’60, mentre enfatizzano l’occupazione militare turca del 1974, fomentando un già radicato odio verso la minoranza turco-cipriota.
Una situazione delicata
La situazione al momento risulta molto delicata. Dopo il momentum perso nel 2004, al fine di evitare un nuovo fallimento, i due leader dovrebbero avere la forza di prendere una decisione, venderla al popolo e guidarlo verso un nuovo assetto dell’isola. Affinché ciò avvenga, sarà necessario mettere da parte tutti i rancori legati al passato e guardare solamente al futuro. In questo, Denktash aveva sicuramente fallito.
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Greta Faggiani studia Scienze Internazionali e Diplomatiche, attenta osservatrice dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, è laureanda con una tesi in inglese sulla questione di Cipro focalizzata nel periodo post Annan Plan.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Brava Greta, un bell’articolo, conciso e preciso!
Unica segnalazione: acquis ‘communautaire’, anche se da Lisbona in poi si parla semplicemente di acquis senza aggettivi 🙂
A rileggerti presto su questi schermi!
Ciao Davide! Hai ragione, errore imperdonabile! Ora chiedo ai ragazzi di correggerlo 🙂
A presto!
Scusate l’ignoranza ma il Piano Annan da chi era stato proposto e perché non piaceva a Denktas e ai ciprioti greci e piaceva invece ai ciprioti turchi rappresentati da Denktas?