Lunedì 22 marzo, il parlamento del Kosovo ha votato la fiducia al nuovo esecutivo, con 67 voti a favore e 30 contrari. Ad un anno di distanza dalla crisi di governo, il partito della sinistra nazionalista Vetevendosje (VV), forte di un clamoroso 51% conquistato alle elezioni tenutesi il 14 febbraio scorso, torna a guidare il paese. Il leader del partito, Albin Kurti, assume il ruolo di primo ministro, carica che aveva ricoperto per poche settimane ad inizio 2020.
Alla luce del trionfo elettorale, VV, a differenza di un anno fa, non ha dovuto stringere alleanze con i partiti rivali, dato che ai 58 deputati del partito è bastato sommare 9 rappresentanti delle minoranze etniche per garantire una solida maggioranza. Il secondo governo Kurti è composto da 15 ministri, di cui 5 donne, oltre che da tre vice primi ministri. Oltre a VV, che detiene la maggior parte dei dicasteri, fanno parte del governo anche gli esponenti della Lista creata dalla ex presidente del parlamento e presidente della Repubblica ad interim, Vjosa Osmani, a cui sono andati due ministeri, e i rappresentanti delle minoranze etniche. Un ministro a testa è andato difatti alle comunità turca, egiziana e serba (ma la Lista Serba non ha votato la fiducia al governo), mentre una dei vice primi ministri appartiene alla comunità bosgnacca. Infine, Glauk Konjufca, braccio destro di Kurti, è stato eletto presidente del parlamento.
Restano all’opposizione i partiti che hanno guidato il paese negli ultimi vent’anni: a seguito della recente batosta elettorale, il Partito Democratico del Kosovo (PDK), la Lega Democratica del Kosovo (LDK) e l’Alleanza per il Futuro del Kosovo (AAK) sono alle prese con un necessario, quanto complicato, rinnovamento interno.
Le sfide per Kurti e per la sua maggioranza, però non sono finite. Nelle prossime settimane, il parlamento è chiamato ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica. La candidata di VV è proprio Vjosa Osmani, che aveva assunto la carica di presidente ad interim dopo l’arresto di Hashim Thaci nel novembre scorso, in quanto, all’epoca, presidente del parlamento. La Osmani, che ha stretto alleanza con Kurti in nome del rinnovamento e della lotta alla corruzione, è forte di ben 300mila preferenze conquistate alle elezioni, un vero e proprio record. Ora, però, ha bisogno di un vasto sostegno parlamentare: oltre alla maggioranza di governo, ci sarà bisogno dell’ok di almeno uno dei partiti dell’opposizione, al momento poco propensi a venire in aiuto degli avversari di sempre.
Se il governo riuscirà a superare questo scoglio, il Kosovo avrà veramente voltato pagina. A quel punto, Kurti sarà chiamato ad affrontare le tante questioni sul tavolo, a partire dalla gestione della pandemia, i problemi economici, la lotta alla corruzione e la ripresa del dialogo con la Serbia.
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