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POLONIA: Chicago, una città polacca

C’è molta Polonia sulle rive del lago Michigan. L’area metropolitana di Chicago ospita centinaia di migliaia di discendenti di emigranti polacchi che hanno mantenuto una propria identità e hanno contribuito a formare il volto della città. 

Gli inizi 

Nata nel 1833, Chicago fu oggetto quasi da subito di un flusso di polacchi attratti dalle prospettive di lavoro nell’areaIl piccolo avamposto di frontiera cresceva a un ritmo forsennato, aiutato dallo sviluppo delle ferrovie e da una posizione geografica invidiabile, posta nel mezzo dell’America e con uno sbocco sui Grandi Laghi. In seguito al fallimento dell’insurrezione di novembre del 1830, alcuni esuli polacchi arrivarono in città insieme a gruppi di contadini. Questi ultimi speravano di poter lavorare qualche anno in città per poi comprare terreni in Illinois, ma la maggior parte divenne proletariato urbano e si fermò a Chicago. 

La comunità crebbe rapidamente e rifletteva la notevole varietà della madrepatria. Polacchi della parte russa e di quella prussiana, socialisti e conservatori, cattolici e positivisti, ebrei e cristiani giunsero tutti nella Wind CityDue personaggi molto diversi, ma uniti dai comuni natali “prussiani”, contribuirono a costruire la prima chiesa polacca di Chicago: Antoni Schermann e Piotr Kiołbassa. Il primo era un uomo d’affari poliglotta con vari interessi e buoni contatti con l’enorme comunità tedesca di Chicago. Il secondo era un sacerdote, ma anche un veterano della Guerra di secessione americana, avendo combattuto prima per la Confederazione e poi per l’Unione. 

Kiołbassa era inizialmente emigrato nella colonia polacca, gestita quasi interamente da un ordine religioso, di Panna Maria (Texas), e tramite molte peripezie era arrivato a Chicago. Qui aveva notato le tensioni fra i polacchi e le comunità tedesca e irlandese: i primi, infatti, non avevano accesso a un clero che parlasse la loro lingua e a parrocchie nazionali. Il businessman e il prete riuscirono a raccogliere fondi, un pezzo di terra e il sostegno del Vaticano: il risultato fu la chiesa di San Stanislaus Kostka, la prima chiesa polacca in città. 

Molte altre chiese verranno poi costruite in città e diventeranno i centri nevralgici della vita polacca per alcune decadi. Il loro ruolo si riflette nel nome: ogni quartiere veniva “ribattezzato” col nome del santo titolare della parrocchia polacca locale. L’area della chiesa di San Stanislao è Stanislawowoquella della chiesa della Santa Trinità è Trojcowo, ad esempio. Le chiese polacche, opulente ed enormi, sono ancora oggi un tratto distintivo di Chicago e si trovano specialmente nell’area detta appunto Polish Downtown”. 

Una comunità variegata 

Le differenze all’interno della comunità erano enormi e riguardavano aspetti fondamentali come l’ideologia e il grado di integrazione (o assimilazione) nel resto della società che si poteva permettere o cercare. La più nota è il decennale contenzioso fra la Polish Roman Catholic Union (PRCU), fondata nel 1873 e fortemente legata alla gerarchia ecclesiastica, interessata solo alla vita delle comunità in America, e la patriottica Polish National Alliance, il cui scopo era mobilitare la diaspora per l’indipendenza della Polonia. 

Nel 1898 venne fondata a Chicago la Polish Women’s AllianceL’associazione era una “sorellanza” votata a proteggere il benessere economico e sociale dei propri membri, oltre a conservare e promuovere l’identità polacca. La PWA pubblicava anche una rivista, Głos polek (“la voce delle polacche”). La testata ospitava narrativa locale, articoli sulla fede e sulla vita casalinga e si opponeva fortemente all’assimilazione nella cultura anglo-americana. Esisteva anche un rivale: “ZgodaWydania dla niewiast, la versione femminile della rivista locale ZgodaZgoda ospitava molti articoli delle proprie lettrici e oltre a temi casalinghi trattava anche di incontri di suffragettepossibili rischi nei quartieri malfamati di Chicago e dintorni. 

Per quanto divisi, i polacchi si trovavano uniti nel celebrare la propria identità nazionale attorno ad alcuni simboli. Nel 1904 venne eretto un monumento a Tadeusz Kosciuszko, eroe sia per la Polonia che per gli Stati Uniti. Dal 1892 viene tenuta una parata per il Polish Constitution Day. 

L’ascesa 

Pur sentendosi largamente sottorappresentati, i polacchi cominciarono a farsi strada nella politica locale. Piotr Kiołbassa si lamentò spesso del predominio tedesco nell’area e decise di candidarsi col Partito repubblicano per un seggio al parlamento dell’Illinois, vincendolo col sostegno dei suoi compatrioti. Fu solo questione di tempo prima che molti altri polacchi seguissero l’esempio e che il numero di polacchi registrati per votare superasse quello di tedeschi e irlandesi. Alla fine dell’Ottocento i polacchi erano diventati una constituency fondamentale per il Partito democratico locale, che poteva contare su molte figure di spicco, incluso, da un certo punto in poi, lo stesso Kiołbassa, che cambiò bandiera. 

Questo successo era il risultato anche di una campagna per l’integrazione – se non assimilazione – portata avanti da esponenti di spicco del Partito democratico, in primis Mieczysław SzymczakDal 1922 Szymczak, membro della Naturalization League of Illinois, spinse i suoi compatrioti a far domanda per la cittadinanza americana e partecipare alle elezioni. Col tempo i polacchi si avvicinarono ad altre comunità, in particolare i cechi, e furono decisivi nell’elezione del sindaco Anton Cermak (di origine ceca) nel 1931. 

I cambiamenti del dopoguerra 

L’epoca “d’oro” della comunità polacca a Chicago si concluse negli anni del dopoguerra. I polacchi erano riusciti nel corso dei decenni a scalare la gerarchia sociale, ottenendo lavori meglio pagati e più prestigiosi. Quando il benessere economico post-bellico portò al boom dei suburbs, i polacchi fecero come il resto della classe media bianca e iniziarono ad abbandonare la città per trasferirsi nei sobborghi dell’area metropolitana. Qui potevano avere una casa invece di un appartamento e tutte le comodità che il loro nuovo status consentiva. 

Polish Downtown oggi è un quartiere dal carattere principalmente latino, in particolare portoricano e dominicano. Le chiese polacche, sebbene ancora celebrino in polacco e mantengano il proprio carattere specifico, oggi officiano anche in spagnolo e inglese. La statua di Kosciuszko è stata rimossa nel 1978 dalla sua posizione originaria a Humboldt Park, nell’area polacco-ucraina di Chicago, e rilocata sulla riva del Michigan. 

Sebbene venga ancora parlato il “Poglish”, un misto di inglese e polacco, e un numero molto alto di residenti dell’area metropolitana vanti origini polacche, la comunità è oggi largamente assimilata al resto della società americana. Alcune istituzioni mantengono ancora viva l’eredità della diaspora: fra tutti, in particolare il Polish Museum of Americacreatura della Polish Roman Catholic Union.  

Foto: Polish Museum of America di Chicago/Wikipedia

Chi è Massimo Gordini

Studente all'Università di Bologna, ho vissuto a Cracovia, Mosca, San Pietroburgo e Stati Uniti per vari scambi. Curioso di tutto ciò che riguarda l'Europa centrale e orientale, per East Journal mi occupo soprattutto di Polonia.

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