La Serbia presenta al proprio interno una grande varietà di minoranze etniche. Secondo l’ultimo censimento effettuato nel 2011, nel paese vivono, oltre ai serbi, 19 altri gruppi etnici. All’edizione 2020/2021 della Superliga, massimo campionato di calcio, partecipano due squadre provenienti da comunità nelle quali i serbi non sono la maggioranza: il TSC Bačka Topola e il Novi Pazar.
Il calcio a Bačka Topola, tra alti e bassi
Il TSC Bačka Topola proviene dall’omonima cittadina di circa quindici mila abitanti, che si trova nella provincia del Banato settentrionale, dove il 55% della popolazione è di etnia ungherese. La squadra viene fondata nel 1913 con il nome di Topolyai Sport Club. Dopo l’invasione della Jugoslavia nel 1941, il club prende parte alla seconda divisione del campionato ungherese classificandosi al secondo posto nel 1942. Il club nel periodo post-bellico non vive periodi di particolare successo fino al 1980, quando la squadra raggiunge la promozione nel girone occidentale della seconda divisione jugoslava. Dalla retrocessione in terza divisione nel 1986 il club attraversa una crisi sia dentro sia fuori dal campo. Questa crisi culmina nel 2003, quando la prima squadra cessa le proprie attività per difficoltà economiche. Il club mantiene le squadre giovanili, che hanno prodotto giocatori di grande talento come Nikola Žigić e Dušan Tadić.
Il centenario: la nascita del TSC, gli investimenti ungheresi e l’avventura europea
Il club del Banato sta vivendo nelle ultime stagioni i più grandi successi della propria storia. Nella stagione 2019/2020 prende parte alla sua prima stagione nella Superliga serba conquistando un notevole quarto posto e la qualificazione al primo turno preliminare dell’Europa League 2020/2021. Dopo aver superato il primo turno battendo 2-1 i moldavi del Petroclub Hînceşti, esce al secondo turno contro i romeni del FCSB. Sembra una partita d’altri tempi: dopo 90 minuti il risultato recita 4-4. Dopo i due supplementari 6-6 e l’incontro termina con la sconfitta del TSC ai rigori. Come fa una squadra alla prima stagione in Superliga a qualificarsi in Europa? Con un investimento di 9,5 milioni di euro da parte della Federcalcio ungherese. I fondi vanno al miglioramento delle strutture d’allenamento e la creazione di un’accademia giovanile. Tutto ciò è parte di un progetto del governo magiaro per rilanciare il proprio calcio, investendo anche nei territori dei paesi limitrofi in cui siano presenti minoranze ungheresi.
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Novi Pazar: la maggioranza bosniaca e il FK Novi Pazar
La città di Novi Pazar è situata nella parte sud-occidentale del paese, nel Sandžak, dove la maggioranza della popolazione (83%) è di etnia bosgnacca. La squadra locale, il Novi Pazar, nasce nel 1928 con il nome di Deževa e prende la denominazione attuale nel 1962. Per la maggior parte della propria storia il club compete nella terza divisione jugoslava. Nel 1984 la squadra viene promossa nel girone occidentale della seconda divisione. Al termine degli anni Ottanta, nella stagione 1988/1989, la squadra torna in terza divisione dove rimane fino alla promozione nel 1993. La prima stagione in Superliga arriva dopo il terzo posto in Prva Liga nella stagione 2010/2011 e dopo la rinuncia del FK BASK di giocare nella massima divisione. Il Novi Pazar rimane in Superliga fino alla retrocessione in Prva Liga nel 2017, ritornando nel massimo campionato per la stagione 2020/2021 dopo la ristrutturazione della Superliga a causa della pandemia.
Le controversie della tifoseria
I tifosi del FK Novi Pazar sono divisi in tre gruppi principali: la Torcida Sandžak, gli Ultra Azzurro e gli Ekstremi. La tifoseria è molto legata all’identità etnica si è distinta negli ultimi anni per alcuni episodi controversi. Durante una partita di Superliga contro il Rad Belgrado nel 2012, i tifosi del Novi Pazar hanno esposto uno striscione che recitava “Srce, bubreg, pluća, živela Žuta Kuća” (“cuore, reni, polmoni, viva la Casa Gialla“).
La provocazione fa riferimento all’accusa di un carcere nel quale durante la guerra del Kosovo venivano prelevati gli organi di prigionieri serbi da parte delle milizie dell’UÇK. L’anno successivo durante un incontro di campionato con il Partizan, un tifoso ha lanciato un ordigno artigianale sulla pista del Gradski Stadion. L’incidente non ha avuto ripercussioni in quanto l’ordigno non è esploso e il club ha preso le distanze e condannato fortemente l’accaduto.
Immagine: www.fktsc.com