Gli arbanasi di Zara (Arbëneshë nel loro dialetto) sono una piccola ma influente comunità albanese che proveniva dalle regioni che circondano il lago di Scutari, trasferitasi a Zara nel ‘700. Oggi la comunità è diffusa in tutta la Croazia.
La migrazione dal lago di Scutari verso Zara al tempo della Serenissima
Gli arbanasi provengono da una popolazione albanese di religione cattolica della regione del lago di Scutari, oggi in Montenegro, al tempo governata dall’Impero ottomano, trasferitisi verso nord tra il XVII e il XVIII secolo. Una prima ondata migratoria, nel 1655, ebbe come obiettivo Pola e l’Istria. Una seconda ondata, nel 1726–27 e 1733, venne sostenuta e progettata dall’arcivescovo di Zara Vicko Zmajević e dalla Serenissima Repubblica di Venezia per ripopolare le campagne e l’entroterra di Zara.
Tali gruppi si integrarono nella sfera sociale ed economica della Dalmazia veneziana. E se in altre città costiere si assimilarono, a Zara seppero invece conservare la propria lingua e costumi, anche grazie a un insediamento separato. Gli Arbanasi si stabilirono infatti alla periferia di Zara su terreni paludosi forniti dal proprietario terriero veneziano Erizzo, località nota in seguito come Borgo Erizzo / Varoš Eričina o Arbënesh / Arbanasi. Gli Arbanasi sarebbero diventati i principali attori economici del settore alimentare a Zara per i successivi due secoli e mezzo.
Le questioni nazionali durante il periodo asburgico
La “questione nazionale” che scuoteva la Dalmazia di fine ottocento, sotto dominio asburgico, coinvolse anche la comunità albanofona. Nel 1896 venne aperta ad Arbanasi una scuola elementare in lingua italiana, e nel 1901 una seconda scuola in lingua croata e albanese. Nel 1873 il Partito Croato dei Diritti organizzò un primo evento pubblico ad Arbanasi, in cui Ante Starčević, padre fondatore del nazionalismo croato, venne nominato leader.
Ma nella comunità albanofona non mancavano anche i filo-italiani. Una figura chiave italo-arbanasi fu Giacomo Vuxani (Vukich) che promosse e organizzò l’Associazione italo-albanese a Zara nel 1910, in un momento in cui le relazioni italo-albanesi stavano migliorando in tutta la regione.
Anche molti albanesi associati al Risveglio nazionale (Rilindja) e allo sviluppo della letteratura albanese post-indipendenza dell’Albania del 1912 presero contatto e visitarono gli Arbanasi a Zara, come Faik Konica, Shtjefën Gjeçovi e Fan Noli. Gli arbanasi stessi diedero il proprio appoggio all’indipendenza dell’Albania con un documento in lingua arbanasi, italiana e croata, affermando la loro molteplice identità.
Il ventesimo secolo
Con l’amministrazione italiana di Zara nel periodo interbellico, la lingua albanese fu prima tollerata e poi bandita dall’insegnamento e dall’uso pubblico. Dopo la seconda guerra mondiale, molti italo-arbanasi lasciarono la Dalmazia o furono costretti all’esilio dalle nuove autorità comuniste. Lo stesso Vuxani, già volontario nell’impresa di Fiume, fu l’ultima autorità italiana a Zara al momento dell’ingresso dei partigiani jugoslavi. Arrestato e condannato a morte, fu poi liberato e organizzò il rimpatrio di 950 italiani da Zara entro il giugno 1947.
Altri arbanasi rimasero: tra questi Krsto Tomas (1908-1988) che fu a capo del restauro dei monumenti zaratini danneggiati dai bombardamenti alleati. Ma la personalità arbanasi più famosa del dopoguerra fu lo storico e archeologo Aleksandar Stipčević (1930-2015) la cui famiglia era arrivata 300 anni prima dalla regione di Scutari, e che divenne membro dell’Accademia delle scienze e delle arti del Kosovo. Il suo capolavoro è stato il libro del 1974 “Gli Illiri”, tradotto in inglese, italiano e albanese. In ogni caso l’albanese non fu più lingua d’istruzione; la comunità arbanasi crebbe però con l’arrivo di albanesi da altre parti della Federazione jugoslava.
- Leggi anche: Gli albanesi e la Jugoslavia, un amore mai nato?
- Leggi anche: Verso nord-ovest, le migrazioni degli albanesi in Jugoslavia
La comunità arbanasi in Croazia oggi
Oggi la comunità arbanasi è diffusa in tutta la Croazia, e si considera distinta rispetto alla più numerosa minoranza albanese in Croazia. La comunità arbanasi di Zara resta divisa sull’apprendimento della lingua albanese moderna. Nel 2016, l’albanese moderno è stato introdotto come classe di lingua opzionale in una scuola superiore di Zara nel quartiere di Arbanasi con l’assistenza delle autorità albanesi, kosovare e croate.
La lingua arbanasi, di ceppo ghego, un tempo principale indicatore culturale, è pressoché scomparsa per via della stigmatizzazione e dell’assimilazione culturale dei suoi parlanti nel corso del 20° secolo. Oggi restano solo circa 500 persone in grado di comprenderla, e meno di 200 in grado di parlarla. Le fonti scritte sono limitate a pubblicazioni come la rivista Feja e le raccolte delle tradizioni arbanasi. Tra i tentativi di far rivivere la lingua e cultura arbanasi vi è la raccolta e l’adattamento di vecchie canzoni arbanasi di Dina Bušić e Melita Ivković (Dina e Mel), con il progetto etnomusicologico Bërbili (Nightingale) – Forgotten song of the Zadar Arbanasi