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BULGARIA: Il premier Borisov non vuole le elezioni

C’era da immaginarselo, nemmeno il tempo di fissare la data delle elezioni parlamentari che già il premier, Bojko Borisov, si lamenta. Perché? La data delle prossime elezioni, previste per il 28 marzo, è stata recentemente confermata dal presidente della repubblica, Rumen Radev, il quale ha dichiarato di voler “garantire sia il diritto costituzionale dei bulgari di votare, sia la loro salute“. Insomma, niente sospensione del voto, come auspicato invece da Borisov che, dal canto suo, teme di essere silurato alle urne.

“Nessun medico può prevedere quale sarà la situazione sanitaria a marzo – ha dichiarato Borisov in un incontro nel quale si sarebbe dovuto parlare della campagna vaccinale e invece si è parlato di elezioni – E nessun medico può assicurarci che si potrà votare in sicurezza”. D’altronde, quale occasione migliore di una pandemia per sospendere la democrazia per un po’ e restare al governo?  Tanto più che in Bulgaria c’è forte tensione sociale. Per cinque mesi sono andate in scena quotidiane manifestazioni anti-governative per protestare contro la corruzione politica e le misure di austerità imposte dall’esecutivo.

A fermare le proteste ci ha pensato il Covid-19 o, meglio, ci ha pensato il governo invocando l’emergenza sanitaria e vietando assembramenti e manifestazioni. Così, da novembre, la rabbia cova in silenzio. Il timore di Borisov è che possa scoppiare alle urne, condannandolo alla sconfitta.

Lo scontro tra il premier Borisov e il presidente Radev non nasce oggi. Radev ha pubblicamente sostenuto le ragioni della piazza, cercando di spingere il governo alle dimissioni. I mesi che verranno saranno molto difficili per il governo, impegnato in una difficile campagna vaccinale i cui esiti influenzeranno inevitabilmente i risultati elettorali di marzo.

Oltre alle preoccupazioni sanitarie, Borisov vede crescere l’opposizione che, ancora disunita e sfilacciata, potrebbe diventare minacciosa se i nuovi movimenti sorti negli ultimi mesi (come il partito del comico e musicista Slavi Trifonov, o quello dell’oligarca Vassil Bojkov) sapranno intercettare il malcontento popolare.

Fonte immagine: Ansa

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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