Aumentano i timori per la libertà di stampa e dei media in Polonia, dopo che l’azienda petrolifera di stato, PKN Orlen, ha annunciato il 7 dicembe l’acquisto del gruppo Polska Press dalla società tedesca Verlagsgruppe Passau, come riportato dal Financial Times.
Il governo polacco verso il controllo dei media locali
L’accordo fa seguito ad anni di dibattiti e alla volontà dichiarata del governo nazional-conservatore del partito Diritto e Giustizia (PiS) di riportare sotto il controllo nazionale i principali mezzi d’informazione, di proprietà straniera. L’acquisto porterà 20 dei 24 giornali regionali polacchi, quasi 120 settimanali locali e 500 siti web sotto la proprietà della società petrolifera statale, che lo ha giustificato come parte della sua strategia per rafforzare le vendite al dettaglio ed espandere i suoi big data grazie all’accesso ai 17,4 milioni di utenti di Polska Press.
Il ministro della cultura Piotr Glinski ha detto alla stazione radio RMF FM che “non era una situazione normale che l’intera stampa locale fosse nelle mani di una singola società e di una società tedesca per di più“, aggiungendo che i gruppi controllati dallo stato “dovrebbero” acquistare i media privati.
Le reazioni: a rischio la libertà di stampa
La transazione non è tuttavia ben vista da chi teme che il governo possa consolidare il controllo sui media locali. “Hanno distrutto i media pubblici. Non vi si trova più informazione, solo pura propaganda. Ora, quando avranno comprato anche Polska Press, avremo lo stesso in molti media regionali. Passo dopo passo, stanno distruggendo il pluralismo e l’indipendenza della stampa”, ha affermato Malgorzata Kidawa-Blonska, del partito d’opposizione Piattaforma Civica (PO).
Maciej Mrozowski, professore presso l’Università SWPS di Varsavia, ha affermato che esiste un pericolo per “la libertà e il pluralismo dei media” in Polonia. “Ci sono molte cose che indicano che si tratta di una decisione politica, non di affari”, ha detto Mrozowski al portale Wirtualna Polska.
E secondo il difensore civico polacco Adam Bodnar, si tratta di “un momento storico e, purtroppo, dimostra che le autorità hanno deciso di intraprendere passi simili a quelli che abbiamo potuto osservare in precedenza nell’Ungheria di Viktor Orban. Dopo il pieno controllo governativo dei media pubblici, ora è il momento dei media privati”.
Come nota inoltre Łukasz Wojtkowski, sociologo dell’Università di Torun, “Orlen compra uno dei principali gruppi mediatici, con tutti i suoi user data. Assieme ai dati che Orlen già detiene sui propri clienti (pagamenti, traffico, app mobile), potrebbe creare una delle maggiori banche-dati sotto controllo del governo in Polonia”.
La “strategia ungherese” del governo PiS
Dal suo arrivo al governo nel 2015, il PiS ha spesso annunciato disegni di legge per “ripolonizzare” il sistema dell’informazione. Secondo un’argomentazione che rasenta la teoria del complotto, i media di proprietà straniera sarebbero utilizzato da Germania e Stati Uniti per attaccare il governo, e dovrebbero quindi essere riportati sotto proprietà polacca – preferibilmente statale.
“Gli Stati che contano qualcosa nell’UE – e noi vogliamo essere un tale stato – proteggono il loro mercato”, aveva detto il leader del PiS Jaroslaw Kaczynski. “Abbiamo una situazione che è completamente sbagliata, e dovremmo cambiarla passo dopo passo, in modo che il maggior numero possibile di mezzi di comunicazione diventino polacchi, nel rispetto delle regole degli stati civili”.
Una “strategia ungherese” che si è però dovuta scontrare da una parte con il diritto UE, e dall’altro con l’opposizione degli Stati Uniti – il cui gruppo privato Discovery detiene la proprietà della principale emittente indipendente polacca, TVN.
Nonostante i numerosi annunci, PiS non è ancora riuscita a redigere un disegno di legge in linea con la libera circolazione dei capitali nell’UE. Resta quindi la possibilità di incoraggiare le aziende pubbliche di fiducia ad acquistare i mezzi d’informazione, come ha fatto Orlen con Polska Press.
La mossa era già stata anticipata nel 2019 dal giornalista Marcin Meller al portale naTemat: “i giornali locali sono estremamente importanti e ampiamente letti nella Polonia regionale. Sono molto potenti, ad esempio durante le elezioni locali. Supponiamo che le elezioni vengano vinte nel 2019. Nel 2020 rilevano la stampa regionale. Elezioni locali nel 2023. Il resto va da sè”.
Il governo polacco contro il “complotto” dei media tedeschi e americani
Tra i principali bersagli del governo polacco, come ricorda Deutsche Welle, vi è anche il gruppo Ringier Axel Springer Polska (RASP), che controlla l’edizione polacca di Newsweek e il tabloid Fakt. L’amministratore delegato del gruppo tedesco Axel Springer SE ha anche criticato Kaczynski in un articolo per Politico per il licenziamento di giornalisti che erano critici nei confronti del governo dai media statali. E durante la campagna elettorale del 2020, il presidente Andrzej Duda ha parlato di un “attacco tedesco” dopo che un articolo del quotidiano Die Welt ha criticato il governo polacco.
Anche i media di proprietà polacca che sono critici nei confronti del governo sono stati messi sotto pressione. PiS e pubblici ministeri hanno deciso di intraprendere un’azione legale contro il giornale liberale Gazeta Wyborcza nel 2018, chiedendo scuse e sanzioni fino a 12.000 euro, dopo che il quotidiano ha pubblicato dozzine di inchieste su scandali e corruzione.
Nel 2017, l’autorità per i media polacca ha multato il canale TVN di 350.000 euro per la sua copertura critica in diretta dei lavori parlamentari. Tuttavia, la multa è stata cancellata dopo che il Dipartimento di Stato americano aveva esortato la Polonia a rispettare la libertà di stampa.