A circa un anno dalle elezioni presidenziali, domenica 6 dicembre la Romania è chiamata a rinnovare il suo parlamento.
East Journal commenterà queste elezioni in diretta lunedì 7, alle ore 20.30, assieme al dottorando Francesco Magno e al professore Bogdan Berceanu. Nel frattempo, il nostro collaboratore Gian Marco Moisé ci fornisce una panoramica della situazione pre-elettorale con un video che rimarrà disponibile sul canale YouTube di Understanding Politics.
La Romania ha una forma di governo semi-presidenziale e questo significa che il presidente e il primo ministro condividono il potere esecutivo. Dopo la caduta del governo Dancila lo scorso anno, che si era caratterizzato per un lungo conflitto istituzionale con il presidente Iohannis, il paese è stato diretto per due brevi mandati da Ludovic Orban, rappresentante del PNL (il Partito Nazionale Liberale): nell’ultimo anno pertanto l’esecutivo è stato guidato da un presidente, Iohannis, e un primo ministro, Orban, esponenti dello stesso partito.
La legge elettorale della Romania è di tipo proporzionale e, per accedere al parlamento, i singoli partiti devono superare la soglia di sbarramento fissata al 5%. I sondaggi di Politico suggeriscono che il PNL guiderà queste elezioni con il 32% di preferenze, seguito dai socialisti del PSD con un 27%. È dunque probabile che nessuno dei principali partiti otterrà la maggioranza assoluta. Tuttavia, se i risultati di queste elezioni possono dirsi prevedibili, le implicazioni saranno molto più complesse.
Particolare attenzione è da rivolgere infine alla campagna elettorale, molto diversa rispetto al solito a causa, in primo luogo, della pandemia di Covide-19: secondo Reporters Without Borders, i media romeni si sono infatti gradualmente trasformati in strumenti di propaganda politica, non favorendo un buon clima generale.
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