Il 22 ottobre l’Ungheria ha firmato, con altri 32 paesi, la Dichiarazione di Ginevra sulla salute delle donne e il rafforzamento della famiglia. “Dobbiamo affermare il valore della vita“, ha affermato Katalin Novák, Ministro per la Famiglia del governo ungherese.
La Dichiarazione
Promossa dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la Dichiarazione afferma che non esiste a livello internazionale un diritto all’aborto, né un obbligo da parte degli Stati di organizzare o finanziare con le proprie risorse economiche tale pratica medica.
La Dichiarazione, ufficialmente nell’ottica di perseguire l’obiettivo di affermare il diritto delle donne all’uguaglianza in ambito socio-economico e al pieno accesso alle cure mediche, precisa che tale diritto non comporta la libertà di interrompere una gravidanza indesiderata.
Le reazioni
Al testo, oltre agli Stati Uniti, hanno aderito anche Polonia e Bielorussia. Larga parte dei firmatari, come Egitto, Iraq e Arabia Saudita, sono tra i peggiori paesi al mondo in cui essere donna secondo l’indice dell’Università di Georgetown.
La Dichiarazione si inserisce nel programma dell’amministrazione Trump volta a dare un taglio più conservatore in tema di politica estera, rafforzando il legame con l’Ungheria, che è co-promotrice oltre che firmataria del testo.
A maggio il Parlamento ungherese ha respinto l’adesione alla Convenzione di Istanbul sulla violenza domestica, perché “influenzata dall’ideologia gender”. Per gli stessi motivi anche la Polonia ha avviato la procedura di recesso dalla Convenzione, annunciando di volerla sostituire con un nuovo accordo internazionale sui diritti della famiglia.
La Dichiarazione di Ginevra, che afferma l’impegno degli aderenti verso la protezione della famiglia naturale e la difesa del ruolo della donna come fondamento della famiglia, potrebbe rappresentare il primo tassello per il consolidamento dell’alleanza internazionale conservatrice.
Foto: Pagina Facebook di Katalin Novák