È l’11 gennaio 2011, il Galatasaray affronta in casa il Beypazarı Şekerspor in una gara valevole per la coppa di Turchia. Gli ospiti si portano in vantaggio nel primo tempo. Il risultato rimane fermo sull’1-0 fino al 73’, quando Servet pareggia. Meno di dieci minuti dopo è Arda Turan a portare i padroni di casa in vantaggio. A mettere la parola fine alla partita ci pensa Colin Kâzım-Richards. Il suo gol entra a far parte della gloriosa storia del club turco, perché quella non è una semplice partita di coppa. Quella è l’ultima gara che il Galatasaray gioca al Ali Sami Yen Stadium. Lo stadio che ha fatto da casa alla squadra più titolata di Turchia dal 1964, capace di trasformarsi in un vero e proprio inferno per la squadre rivali. Quella sera la vittoria è l’unico risultato possibile per il Galatasaray, perché non si può salutare quello stadio con una sconfitta. Perché quello stadio porta il nome dell’uomo che ha dato inizio alla storia del club: Ali Sami Yen.
Ali Sami Yen
Ali Sami nasce il 20 maggio 1886 a Istanbul. Il suo cognome inizialmente è Frashëri, perché suo padre è Sami Frashëri, scrittore, filosofo e figura fondamentale della storia e della cultura albanese. Ali Sami studia alla prestigiosa Galatasaray High School a Istanbul e proprio durante quegli anni scopre il suo amore per il calcio. A quell’epoca il pallone è un concetto straniero, in quanto praticato soprattutto da immigrati inglese presenti a Izmir. Lo sport raggiunge Istanbul nel XX secolo e sono diversi i tentativi di tenere la popolazione locale lontano da esso. Nel 1904 viene fondata la Constantinople Football League, alla quale partecipano esclusivamente club stranieri. Ai giocatori turchi viene di fatto proibito partecipare.
L’anno successivo segna la nascita del Galatasaray Spor Kulübü. Nel 1905 infatti il sogno del giovane studente Ali Sami si avvera. Insieme ad altri studenti crea il club con l’obiettivo di “giocare insieme come gli inglesi, avere un colore e un nome e sconfiggere tutte le squadre non turche”. Il suo apporto per lo sport in Turchia non si conclude con la fondazione del Galatasaray. Ne fu il presidente fino al 1918, successivamente ricoprì la carica di presidente del Comitato Olimpico Nazionale Turco, allenò la nazionale di calcio nella sua prima partita internazionale nel 1923 contro la Romania e si impegnò per lo sviluppo di sport come basket, tennis e pallavolo.
Una delle novità delle riforme del codice civile, del diritto di famiglia e del codice penale, introdotte da Mustafa Kemal, è l’utilizzo dell’onomastica seguendo lo stile occidentale, ovvero nome e cognome. Così Ali Sami nel 1934 decide di sostituire Frashëri con Yen. Dall’infinito “yenmek”, ovvero “vincere”, “yen” significa “vinci”. Una scelta che spiega molto della sua personalità e dei sogni che lo portarono a creare la squadra.
Il Galatasaray
Il Galatasaray nasce per sconfiggere le squadre composte da coloro che non sono turchi. A quell’epoca non c’erano soltanto gli inglesi a Istanbul, ma anche armeni e greci. Il giallo e il rosso vengono scelti come i colori ufficiali del club per rappresentare il fuoco, “con la speranza che ci porti alla vittoria”. È facile capire che l’obiettivo di Ali Sami Yen non era soltanto quello di creare un club che diventasse il migliore del paese, ma che fosse in grado di vincere anche oltre i confini.
Inizialmente il club avrebbe dovuto chiamarsi Gloria o Audacia. Successivamente si optò per Galatasaray. Secondo Cem Atabeyoğlu perché i tifosi durante la prima partita, nella quale i turchi sconfissero un club greco, si riferirono ai giocatori chiamandoli “i gentiluomini del palazzo Galata”. Il palazzo Galata, ovvero Galata Sarayi è il nome del distretto dove venne fondata la Galatasaray High School.
Il club viene riconosciuto legalmente soltanto nel 1912, sette anni dopo la sua fondazione. Durante quegli anni si faceva riferimento al Galatasaray, come “another team” ovvero “un’altra squadra”, in quanto l’impero ottomano fino al 1912 non prevedeva la registrazione di un’associazione del genere.
Alla conquista dell’Europa
Il desiderio di Ali Sami Yen si è avverato. Il Galatasaray infatti, oltre a essere la squadra più titolata di Turchia, è anche l’unica ad avere vinto fuori dai confini. Nel 2000 vince la Coppa UEFA a Copenaghen, sconfiggendo ai rigori l’Arsenal allenato da Arsene Wenger e che in formazione poteva contare sul talento di giocatori come Henry, Bergkamp e Vieira. Sulla panchina dei turchi siede “l’imperatore” Fatih Terim e in campo brilla il talento di Gheorghe Hagi.
Un traguardo in sé già storico, al quale però soltanto pochi mesi dopo si aggiunge la Supercoppa Europea. A Monaco il Galatasaray si toglie lo sfizio di sconfiggere il Real Madrid. Partita della quale è necessario ricordare la giocata di Hagi nei confronti di Roberto Carlos. Dopo i primi 90 minuti il risultato è fermo sull’1-1. Raul per i blancos e Jardel per il Galatasaray. Sono necessari i tempi supplementari e il secondo gol di Jardel per portare un altro trofeo internazionale a Istanbul.
Trionfi oltreconfine che hanno permesso di trasformare in realtà i sogni di Ali Sami Yen e di far diventare il Galatasaray “Avrupa Fatihi”, ovvero “conquistatori d’Europa”.
Foto: Galatasaray.org