Da KIEV – Lo scorso 25 ottobre, in tutta l’Ucraina – ad eccezione dei territori occupati delle repubbliche di Donetsk e Luhansk e della penisola di Crimea – si sono svolte le elezioni amministrative: gli ucraini sono stati chiamati ai seggi per votare sindaci e consiglieri comunali e regionali. In seguito ai primi risultati, è già stata fissata la data per il secondo turno: a metà novembre i cittadini dovranno decretare il vincitore finale della corsa a sindaco in alcune grandi città – tra cui Kiev, Leopoli, Odessa e Dnipro.
Affluenza bassa: quale causa?
Come dimostrato dai dati raccolti dall’organizzazione non-governativa OPORA e dalla Commissione elettorale centrale, l’affluenza ai seggi è stata piuttosto bassa: 35,94%. Nel 2015, a titolo di confronto, era pari al 46,5%. L’affluenza più alta si è verificata nell’Ucraina occidentale, con la regione di Ternopil al primo posto (46,77%), mentre nelle aree sotto il controllo del governo di Kiev si colloca all’ultimo (31,67%).
Un sondaggio telefonico effettuato da Rating spiega i motivi principali che hanno spinto gli ucraini a trascurare l’importanza di queste amministrative: salute (20%), luogo di residenza (che differisce dal domicilio, 19%), altri impegni (15%), non saper per chi votare (14%), non interessato/a alla vita politica (12%), epidemia (10%).
Democrazia presente
Il presidente della CEC, Oleh Didenko, ha dichiarato: “Ci sono state alcune infrazioni, ma non di tipo sistematico e non hanno influenzato in modo significativo il processo di voto”. Ha aggiunto, inoltre, che la maggior parte delle irregolarità riguardava campagne illegali il giorno delle elezioni, come dimostrato dai dati della polizia che ha registrato 2,4 mila infrazioni, in particolar mondo nelle regioni di Kiev e Dnipro.
Le forze dell’ordine hanno, inoltre, smascherato l’intento di quattro persone di comprare i voti di alcuni elettori: 28 cittadini della regione di Luhansk avrebbero accettato di farsi 700 km in autobus e regalare il proprio voto per una cifra irrisoria (500 grivne, ovvero 15 euro) a uno dei candidati sindaci della città di Kiev. Gli agenti di polizia, dopo aver fermato il minibus, hanno aperto un procedimento penale per corruzione (art. 160) nei confronti degli organizzatori.
Un secondo turno alle porte?
A pochi giorni dalle elezioni, era già apparsa una proposta di rinvio del voto a causa della pandemia di Covid-19. Ma l’amministrazione presidenziale aveva rifiutato questa iniziativa, assicurando che non avrebbero messo in pausa il processo elettorale. Anche il secondo turno, perciò, si terrà molto probabilmente come da calendario a metà novembre.
A Kiev, il sindaco uscente Vitaliy Klyčko – che non ha potuto recarsi ai seggi in quanto risultato positivo al coronavirus – è a corto del 4% dei voti per raggiungere la vittoria finale. L’ex campione di pesi massimi ha, infatti, ottenuto il 47,8% secondo i dati di Rating, collocando al primo posto anche il suo partito UDAR con il 21,3%. Al secondo si colloca il candidato Oleksandr Popov del partito Piattaforma di opposizione – Per la vita, con l’8,6%. Seguono Serhiy Prytula del partito Holos (8,3%) e Iryna Vereščuk del partito del presidente Volodymyr Zelensky (8%). Gli altri candidati hanno ricevuto meno del 5% dei voti.
A Leopoli è il sindaco in carica da 14 anni, Andriy Sadoviy, ad essere in testa con il 41, 12% dei voti, nonostante il fatto che nemmeno lui abbia potuto esprimere la propria preferenza: il primo cittadino si è presentato ai seggi con il passaporto straniero, affermando di non riuscire a trovare l’omonimo ucraino. Il suo avversario al secondo turno sarà l’ex capo dell’amministrazione della regione, Oleh Synjutka, del partito dell’ex presidente Petro Porošenko Solidarietà europea, che ha ottenuto il 27,38% dei voti. Anche nelle città di Odessa e Dnipro sono i sindaci in carica ad avere la meglio: rispettivamente Hennadiy Truchanov con il 34,40% e Borys Filatov con il 44,47%.
La sconfitta dei ‘servi del popolo’
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato così l’uscita dei primi risultati elettorali: “Il sistema elettorale in Ucraina è ancora lontano da essere ideale. Soldi sporchi e media disonesti influenzano ancora i risultati. Tuttavia, ci stiamo decisamente muovendo nella giusta direzione“. Anche il presidente del partito “Il servo del popolo”, Oleksandr Kornijenko, non considera le elezioni amministrative del 2020 un fallimento, nonostante l’evidente sconfitta generale del partito: solamente nella città natale di Zelensky, Kryviy Rih, i ‘servi del popolo’ sono riusciti a raggiungere un buon 33% all’interno dell’amministrazione comunale, ma non a prendersi la sedia di primo cittadino, che con grosse probabilità tornerà nelle mani del sindaco uscente Juriy Vylkul (42%).
Immagine: Kanal 24