Sul finir di una legislatura piuttosto travagliata, lo scorso 11 ottobre, i cittadini lituani sono stati chiamati alle urne per votare il rinnovo del Seimas, l’organo a cui è costituzionalmente affidato il potere legislativo del paese e che conta 141 membri eletti ogni quattro anni. Sebbene la giornata di domenica abbia segnato solo il primo turno di elezioni parlamentari, con la coalizione di centro sinistra al governo in una corsa serrata contro i conservatori dell’opposizione, possiamo già trarre alcune conclusioni su quelli che sono stati i vincitori e i vinti e su cosa ci si può aspettare per la seconda tornata elettorale prevista il prossimo 25 ottobre.
Sondaggi preelettorali: chi erano i favoriti
Nei sondaggi preelettorali, tra i partiti più favoriti figuravano l’Unione della Patria – Democratici Cristiani di Lituania (TS-LKD) – e l’Unione dei Contadini e dei Verdi di Lituania (LVZS), dati a circa al 20%. Il primo, di centrodestra, appartiene all’opposizione del governo nell’attuale legislatura ed è capeggiato da Gabrielius Landsbergis; si definisce un partito schierato contro ogni forma di populismo e radicalismo e il suo obiettivo dichiarato è il ripristino della fiducia tra i cittadini. Del secondo invece, di centrosinistra, fa parte il primo ministro uscente Saulius Skvernelis. Con un programma elettorale incentrato sui valori tradizionali lituani, quest’ultimo mira a promuovere l’identità lituana e la cura per il benessere della persona.
Nella lista dei partiti prossimi a superare la soglia del 5% per poter accedere all’assemblea elettorale, vi si erano aggiunti anche il Partito Laburista (LP) – capeggiato da Viktoras Uspaskich e fortemente impegnato a favore di un aumento pensionistico –, il Movimento Liberale lituano (LLM) – la cui neoeletta presidente Viktorija-Čmilytė Nielsen si è dichiarata a favore di possibili coalizioni in chiave anti-populista –, il Partito Social-Democratico di Lituania (LSDP) diretto da Gintautas Paluckas e, infine, il nuovo Partito Libertà di centrodestra – sotto la presidenza di Aušrinė Armonaitė e concentrato soprattutto sulla lotta per i diritti umani.
Divampano le tensioni causa pandemia
Un recente aumento dei casi di COVID-19 e le susseguite restrizioni imposte per combattere la diffusione del virus, nonché l’aumento della disoccupazione, hanno scatenato risentimento a livello nazionale nei confronti dell’attuale governo di coalizione. Nonostante i decessi correlati al coronavirus siano stati e continuano a essere ben al di sotto della media europea, molti lituani ritengono che l’attenzione del governo nella lotta al virus abbia trascurato migliaia di pazienti senza accesso a un’assistenza sanitaria adeguata. Inoltre, si ritiene che non siano state adottate azioni sufficienti per aiutare le imprese duranti i mesi di lockdown. Ad oggi, i livelli di povertà e disuguaglianza di reddito in Lituania rimangono tra i più alti di tutti i paesi dell’Unione.
Poiché l’aumento delle infezioni avrebbe potuto influenzare l’affluenza alle urne, il governo ha reso possibile esprimere il proprio voto anticipatamente, già a partire dal lunedì. Gli elettori (2,4 milioni registrati nel paese) sono stati tenuti a rispettare le regole di distanziamento fisico nei seggi elettorali, a indossare le mascherine e a portare le penne da casa per ridurre al minimo il rischio di infezione. Inoltre, per la prima volta in assoluto, il paese baltico ha autorizzato il voto in modalità drive-in.
I vincitori e i vinti del primo round elettorale
Sulla base del 99,9% delle schede scrutinate, a guidare il primo turno di voto con il 24,8% è stato il principale partito di centrodestra, l’Unione della Patria – Democratici Cristiani (TS-LKD). Con quasi un quarto dei voti totali e 24 seggi assicurati all’interno del Seimas, la possibilità di avere la maggioranza assoluta dopo il ballottaggio e formare il governo appare sempre più concreta per il partito di opposizione, il quale ha registrato vincite significative nelle tre principali città del paese: Vilnius, Kaunas e Klaipeda.
Il secondo posto in classifica viene occupato dall’Unione dei Contadini e dei Verdi (LVZS) con il 17,5%, un risultato abbastanza buono considerando la modesta performance nelle elezioni dello scorso anno. LVZS è stato uno dei partiti più popolari in quasi tutte le circoscrizioni. Secondo quanto riportato, 32 candidati del partito sono riusciti ad accedere al secondo turno elettorale, dimostrando in tal modo agli elettori di sinistra di essere la principale alternativa all’Unione della Patria. Ciononostante, il primo ministro Saulius Skvernelis ha riconosciuto che il suo partito potrebbe rischiare di lasciare il governo poiché nessuno tra i partner della coalizione ha raggiunto la soglia del 5% necessaria ad assicurargli un seggio in parlamento. Anche se l’economia lituana ha retto relativamente bene, rispetto ad altri paesi europei, durante la crisi sanitaria, il governo ha dovuto affrontare numerose critiche per non essere riuscito a ridurre il tasso di disoccupazione e a prevenire un aumento delle infezioni.
Con il 9,5% dei voti, il Partito Laburista (PL) si aggiudica il terzo posto. La campagna elettorale piuttosto attiva ha dato i suoi frutti e il presidente Viktor Uspaskich si è dichiarato pronto a cooperare e a unirsi a qualsiasi coalizione, indipendentemente da quale piega prenderà il governo.
Esito fallimentare per il Partito Social-Democratico di Lituania (LSDP), il quale ha ottenuto solo il 9,26% dei voti, un risultato nettamente inferiore rispetto alle elezioni di quattro anni fa. Nessun collegio elettorale si è colorato di rosso sulla mappa, il che risulta essere in netto contrato con le elezioni europee, dove l’LSDP aveva dominato classificandosi secondo. Uno dei motivi principali del fallimento è che il partito ha, ancora una volta, riscontrato poco favore nelle città con meno di 3.000 votanti. L’opportunità di riscatto per i socialdemocratici potrà essere la seconda tornata elettorale.
Con grande sorpresa, il Partito della Libertà (LP) si posiziona quinto dopo il primo round di elezioni. La leader Aušrinė Armonaitė sostiene che gli elettori hanno ascoltato il suo messaggio sull’importanza dell’istruzione e di una migliore salvaguardia dei diritti umani nel paese. Le valutazioni incoraggiavano cautela da parte del partito, la cui strategia era quella di issare la bandiera del liberismo, che polarizzava fortemente la società. Secondo quanto dichiarato, l’istruzione, la legalizzazione della cannabis, nonché i diritti della comunità LGBTQ+ saranno tra le questioni che verranno sollevate in parlamento. La notizia sorprendente è che sono stati raggiunti buoni risultati nelle regioni, dove la lista ha quasi ovunque raccolto più del 5% dei voti. A Vilnius e a Kaunas è finita tra le liste più popolari in quasi tutti i distretti. Al secondo turno i candidati del Partito della Libertà dovranno affrontare i candidati dell’Unione della Patria, i quali, forse, potranno aspettarsi un sostegno da parte dei Verdi data la somiglianza dei rispettivi programmi.
Immagine: BalticNews