A fine agosto, il malfunzionamento del nuovo impianto di raccolta delle acque reflue di Varsavia ha causato un’ingente perdita di scarichi nella Vistola. È la seconda volta in un anno che un evento del genere si verifica nella capitale polacca.
Il disastro ambientale
Quello che colpisce, oltre ai possibili danni ambientali, è stata la rapidità dell’episodio. La perdita è iniziata sabato 29 agosto, quando le acque reflue hanno iniziato a scorrere nel fiume a una velocità di 3.000 m³ al secondo. Due giorni dopo, anche a causa delle forti piogge, hanno raggiunto la velocità di 20.000 m³ al secondo.
Le cause di questo nuovo sversamento vanno cercate nel guasto al sistema di trasferimento delle acque reflue dalla riva sinistra all’impianto di depurazione di Varsavia, detto “Czajka”. Per evitare che la città venisse allagata da un sistema fognario bloccato, si è deciso di scaricare le acque reflue direttamente nella Vistola. Un team di esperti ha scelto inoltre di trattarle con l’ozono, in modo da ridurre l’impatto ambientale.
Le autorità locali hanno garantito di aver monitorato attentamente i livelli di contaminazione. L’ente nazionale per la gestione delle acque, Wody Polskie, ha comunque invitato la popolazione a non nuotare o pescare nella Vistola. Ha inoltre chiesto agli agricoltori e agli allevatori di astenersi dall’utilizzare l’acqua del fiume, ma ha anche rassicurato gli abitanti di Varsavia: l’acqua dei rubinetti non è stata toccata dalla perdita.
La procura distrettuale di Varsavia ha avviato un’indagine che mira a esaminare le possibili responsabilità dei funzionari pubblici nella supervisione della raccolta delle acque reflue.
La contaminazione politica
Come però prevedibile, le polemiche non sono tardate ad esplodere e l’emergenza ecologica si è ridotta a questione politica. Il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski, ex candidato di Piattaforma Civica (PO) alle presidenziali, è stato accusato di essere il diretto responsabile di quanto accaduto.
Il governo nazional-conservatore di Diritto e Giustizia (PiS) ha colto l’occasione per puntare il dito contro l’operato del sindaco liberale e della sua amministrazione. Michał Dworczyk, capo dell’ufficio del primo ministro Morawiecki, sostiene che “l’ente nazionale per la gestione delle risorse idriche aveva avvertito l’amministrazione di Varsavia di possibili incidenti già un anno fa”. Anche il ministro dell’economia marittima e della navigazione interna, Marek Gróbarczyk, ha invitato Trzaskowski ad assumersi la responsabilità della contaminazione della Vistola. Il ministro ha dichiarato che informerà i pubblici ministeri delle presunte negligenze del sindaco.
Le critiche non sono arrivate solo dal governo e dalla destra. Krzysztof Gawkowski, esponente della sinistra polacca, ha affermato che “se Trzaskowski non è il responsabile, uno dei suoi funzionari deve essere colpevole. Il partito PO governa Varsavia da 14 anni”. In risposta, Trzaskowski ha dichiarato di non aver ignorato quanto accaduto lo scorso anno e ha fatto notare come i piani per un nuovo sistema delle acque reflue fossero già stati approvati lo scorso novembre: “I lavori per la costruzione di un nuovo sistema di trasferimento delle acque reflue sono in corso” ha detto Trzaskowski, sottolineando come nelle prossime settimane è prevista una gara d’appalto per la costruzione. Il sindaco ha inoltre aggiunto che non c’è alcun pericolo per la salute dei residenti di Varsavia.
L’amministrazione comunale continua a parlare di errori nella fase di progettazione degli impianti del 1999 e del 2005. Trzaskowski e alcuni esperti hanno puntato il dito contro la decisione di non costruire un impianto di trattamento delle acque reflue sulla riva sinistra della Vistola.
Un problema mai risolto
Anche lo scorso anno il malfunzionamento dell’impianto di depurazione aveva generato pesanti sversamenti nella Vistola. Il governo aveva poi commissionato la costruzione di un sistema di trasmissione alternativo, mentre il guasto è stato risolto a novembre con un costo di circa 10 milioni di euro e la sostituzione di circa 100 metri di tubature.
Il ministro dell’ambiente, Henryk Kowalczyk, aveva all’epoca parlato di “disastro ecologico tenuto segreto”. I danni in quell’occasione furono pagati dallo Stato, ma questa volta toccherà all’amministrazione di Varsavia farsi carico delle spese di riparazione. Intanto, è in fase di realizzazione un ponte che permetterà una gestione temporanea delle acque reflue.
Come spesso accade, la politica non sembra interessarsi realmente alle questioni ambientali e fugge in maniera poco matura dalle sue responsabilità. Quello di Varsavia non è comunque l’unico caso di una Polonia non sempre attenta alla gestione delle risorse naturali e alla prevenzione dell’inquinamento. A luglio, un grave sversamento di scarichi industriali ha coinvolto un tratto del fiume Barycz, vicino a cinque riserve naturali. L’acqua è diventata scura e decine di pesci sono morti, mentre un olezzo terribile ha infestato la zona circostante.
Foto: Guasto dei depuratori a Varsavia / Krzysztof Zasada / RMF FM