Il 9 settembre la filiale bielorussa del PEN club, la maggiore organizzazione internazionale di letterati, ha pubblicato l’appello della giornalista premio Nobel per la letteratura Svetlana Aleksievič in merito alla situazione nel paese. Traduciamo integralmente il testo sottoscritto dalla scrittrice:
Non è rimasto già più nessuno tra i miei amici e compagni alla presidenza del Consiglio di Coordinamento (organo istituito dall’opposizione nelle ultime settimane in Bielorussia). Sono stati tutti spediti in carcere o all’estero. Oggi, per ultimo, hanno preso Maksim Znak.
Prima ci hanno rapito il paese, ora rapiscono i migliori tra noi. Ma al posto nostro ne arriveranno altri a centinaia. A ribellarsi non è stato il Consiglio di Coordinamento. È il paese che si è ribellato. Ripeterò quello che dico sempre. Non abbiamo preparato alcun colpo di stato. Quello che volevamo era non permettere uno scisma all’interno del paese. Volevamo che nella società si instaurasse un dialogo. Lukašenko dice che non intende parlare con la strada, ma la strada sono quelle centinaia di migliaia di persone che ogni domenica e ogni giorno escono di casa. Non è una strada, ma il popolo.
La gente esce di casa con i bambini piccoli perché è certa di vincere.
Voglio ancora una volta rivolgermi all’intelligencija russa, che chiamo così per vecchia abitudine. Perché tacete? Arrivano rare voci in nostro supporto. Perché tacete se vedete il modo in cui viene calpestato questo piccolo popolo fiero? Siamo ancora vostri fratelli.
Al mio popolo voglio dire che lo amo. Ne sono orgogliosa.
Ecco che qualcuno ancora bussa alla porta…
La nota giornalista e scrittrice ha ricevuto nel corso della giornata del 9 settembre diverse telefonate da sconosciuti e alla sua porta hanno bussato più volte. Una vettura della polizia si è parcheggiata fuori dalla sua abitazione. Oltre una cinquantina di persone tra giornalisti, semplici cittadini e gli ambasciatori di Lituania, Repubblica Ceca, Svezia, Austria e Romania si sono riuniti nell’appartamento di Aleksievič per proteggerla da possibili pressioni, violenze o arresti. Il premio Nobel è l’ultimo membro della presidenza del Consiglio di Coordinamento creato in agosto dall’opposizione a trovarsi ancora in libertà in Bielorussia. Marija Kolesnikova, protagonista di un “piccolo” giallo al confine ucraino nei giorni scorsi, si trova ora in un centro di detenzione.
Immagine: PEN-centre.by