Stranieri Ucraina

UCRAINA: No agli stranieri, a rischio anche il pellegrinaggio degli ebrei

Da KIEV – A causa dell’aumento dei contagi e della situazione di emergenza legata alla pandemia di coronavirus, lo scorso 27 agosto il governo di Kiev ha annunciato che avrebbe temporaneamente vietato l’ingresso nel paese ai cittadini stranieri in Ucraina per un mese, dal 28 agosto al 28 settembre, data in cui si celebrano lo Yom Kippur (il giorno dell’espiazione) e il Rosh Hashanah (capodanno) nel calendario ebraico.

Stranieri banditi, salvo eccezioni

Secondo quanto riportato ufficialmente dal Gabinetto dei Ministri dell’Ucraina, il paese ha chiuso temporaneamente le frontiere ai cittadini stranieri al fine di prevenire la diffusione della seconda ondata di Covid-19 sul territorio nazionale. “L’aumento delle infezioni da coronavirus osservato nelle ultime settimane ci costringe ad agire in modo più deciso”, ha commentato il primo ministro Denys Šmyhal’. Al 26 agosto, l’Ucraina ha infatti registrato 110.085 casi di coronavirus, inclusi 1.670 nuovi casi segnalati in giornata dal ministero della Salute. Tra i contagiati, e in gravi condizioni, anche la leader del partito Patria, Julia Tymošenko, attualmente ricoverata in terapia intensiva.

Ucraina stranieriLe restrizioni temporanee sono rivolte a tutti gli stranieri, salvo alcune categorie di cittadini, tra cui: familiari di prima linea di cittadini ucraini, cittadini in possesso di residenza (temporanea o permanente) e/o in possesso di permesso di lavoro o studio valido, viaggiatori in transito (72 ore), capi e membri di delegazioni ufficiali e Ong, diplomatici e membri di missioni internazionali, membri dell’equipaggio (trasporti di terra, marittimi o aerei), membri delle forze armate, figure culturali e sportive previo invito e cittadini che si recano nel paese per cure sanitarie. Inoltre, l’ingresso è permesso anche ai rifugiati e a tutte le persone che necessitano una protezione aggiuntiva (previa documentazione).

Tutte queste categorie, oltre a presentare una documentazione completa che certifica la loro situazione, devono avere una polizza assicurativa che copra eventuali costi associati al trattamento da coronavirus, rigorosamente emessa da una compagnia di assicurazioni con un ufficio di rappresentanza in Ucraina. Per maggiori informazioni, procedure e aggiornamenti sulla divisione delle zone (verdi e rosse), si prega di consultare il sito VisitUkraine.

A rischio il pellegrinaggio annuale degli ebrei a Uman’

Lo Yom Kippur è una ricorrenza religiosa ebraica che celebra il giorno dell’espiazione dei propri peccati, della penitenza e della riconciliazione; comincia al crepuscolo del decimo giorno del mese ebraico di Tishri (che cade tra settembre e ottobre del calendario gregoriano) e continua fino all’apparire delle prime stelle della notte successiva. Avviene in concomitanza con uno dei tre capodanni ebraici, lo Rosh Hashanah. Si tratta di due ricorrenze molto sentite nella città di Uman’, che dista circa 200 km dalla capitale ucraina, ed è il luogo di sepoltura del famoso rabbino Nachman di Breslov, la cui tomba è meta di un pellegrinaggio annuale fin dal 1811, anno della sua morte. 

Tra il XVIII e il XIX secolo, Uman’ ha accolto una delle più grandi comunità ebraiche dell’Ucraina, ampiamente decimata durante la seconda guerra mondiale, più precisamente nel 1941 quando si svolse la battaglia di Uman’: l’esercito tedesco uccise circa 17.000 ebrei e distrusse completamente il cimitero ebraico; l’unica tomba che gli ebrei riuscirono a salvare fu quella di Nachman di Breslov. 

La città di Uman’ e la tomba del rabbino hanno attirato centinaia di ebrei ortodossi chassidici da Ucraina, Bielorussia, Lituania e Polonia durante il XIX e l’inizio del XX secolo, fino all’arrivo dei bolscevichi: durante l’Unione Sovietica il pellegrinaggio fu bandito. Tuttavia, molti furono i pellegrini clandestini che rischiarono la vita pur di recarsi a Uman’ per espiare le proprie colpe; dagli anni ’60 fino alla caduta del comunismo nel 1989, anche diverse centinaia di americani e di israeliani Hasidim, sia legalmente che illegalmente, si recarono in preghiera sulla tomba del rabbino. 

Oggi sono migliaia gli ebrei chassidici (e non solo) di tutto il mondo che si recano in questa località dell’Ucraina in questo periodo dell’anno: l’evento, che al momento della caduta dell’Unione Sovietica attirava solo poche migliaia di fedeli, è diventato il principale appuntamento della città, che solo nel 2018 ha registrato oltre 30.000 pellegrini. Ma quest’anno, a causa della pandemia da coronavirus, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che l’Ucraina limiterà in modo significativo l’ingresso dei pellegrini ebrei per la festa di Rosh Hashanah. Il capo di stato ha sottolineato di aver discusso la situazione con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: i due governi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui implorano i pellegrini di annullare i loro viaggi, ma un numero significativo di stranieri sta ancora programmando di andarci.

Nella notte tra il 27 e il 28 agosto, proprio a Uman’, alcuni residenti locali si sono scontrati con alcuni pellegrini chassidici, impedendogli di entrare nel luogo di sepoltura del leader spirituale Nakhman. Ma come ha riferito la Comunità ebraica unita dell’Ucraina, non si tratta di un atto di antisemitismo: i residenti hanno spiegato che la loro protesta è stata provocata dal fatto che i pellegrini intendevano stabilirsi in un edificio costruito illegalmente. Il caso ha richiesto l’intervento della polizia locale, la quale però ha deciso di non interferire e ha aperto un procedimento penale ai sensi dell’articolo 161 del codice penale ucraino (sulla violazione dell’uguaglianza dei cittadini).

Immagine: ukrinform.net

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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