maternità surrogata

UCRAINA: La “Mecca europea” della maternità surrogata

Da KIEV – Secondo quanto riportato di recente da un rappresentante del Medical and Reproductive Law Center di Kiev, nel 2019 in Ucraina sono venuti al mondo centinaia di bambini al mese attraverso la tecnica di procreazione assistita della maternità surrogata. Sebbene le statistiche non siano ufficiali, si stima che anche quest’anno l’industria della surrogazione non si fermi: nonostante l’Ucraina rientri nei paesi in cui è esplosa la pandemia di coronavirus e abbia attuato fin da marzo delle misure restrittive a riguardo, coppie provenienti da Francia, Australia, Cina, Spagna, Stati Uniti e Israele hanno cercato in tutti i modi di raggiungere il “paese degli uteri in affitto” negli ultimi mesi, rimanendo talvolta bloccati alla frontiera o nella capitale con i loro neonati, in balia degli eventi.

Surrogazione e prosperità 

Da quando, nel 2015, i paesi asiatici hanno vietato la maternità surrogata commerciale, dando prova dello sfruttamento del sistema da parte di coppie straniere e degli abusi da parte delle agenzie intermediarie, l’industria ucraina della surrogazione ha prosperato. L’Ucraina ha ottenuto il titolo di “Mecca della maternità surrogata” e ha rapidamente iniziato a creare agenzie e cliniche per la riproduzione assistita in pompa magna – legali e illegali. Ma mentre la maggior parte dei paesi europei vieta la maternità surrogata a fini commerciali – sebbene le legislazioni differiscano da paese a paese – la pratica è legale e diffusa in Ucraina.

Oggi il paese è uno dei pochi posti rimasti dove la maternità surrogata può ancora essere organizzata in modo economico e nel rispetto della legge: l’Ucraina compete in questo mercato esclusivamente con la Georgia e il Kazakistan tra i paesi post-sovietici, ma non ha rivali con i paesi dell’area Schengen grazie alle agevolazioni in materia di visti. Pertanto, le coppie straniere – principalmente europee – che vogliono ricorrere a questa pratica arrivano a frotte in Ucraina, alimentando il cosiddetto “turismo dell’utero in affitto”.

La maternità surrogata commerciale in Ucraina è regolata dall’art 123 del Codice della Famiglia (comma 2). La legge consente solo alle coppie sposate ufficialmente (un uomo e una donna) di sottoporsi al processo di surrogazione gestazionale; i coniugi devono essere in grado di dimostrare la loro impossibilità di concepimento naturale e almeno uno dei due deve avere un legame genetico con il neonato. Le disposizioni di questo articolo indicano inoltre che la legislazione ucraina in materia di riproduzione assistita non protegge gli interessi della madre biologica/surrogata, ma pone in primo luogo i termini dell’accordo concluso tra la madre surrogata e il coniuge. La coppia che si affida alla pratica di surrogazione ottiene il certificato ucraino di nascita del bambino, del quale i due genitori risultano il padre e la madre effettivi: ai coniugi viene perciò riconosciuta la piena potestà genitoriale; la madre surrogata non ha, invece, diritti parentali sul bambino nato.

La pratica è molto popolare e molte donne ucraine trovano la soluzione ai loro problemi (finanziari) diventando madri surrogate. Ma a quale prezzo?

La scelta delle madri surrogate

In Ucraina, i servizi di maternità surrogata sono offerti da agenzie e cliniche private. Sono facilissime da trovare: basta un clic sul vostro motore di ricerca e ne compaiono a centinaia, con siti dedicati in ucraino, russo e inglese; alcune sfoggiano anche un personale medico altamente qualificato e un supporto multilingue.

Tuttavia, spesso e volentieri, l’illegalità è all’ordine del giorno e molte cliniche sfuggono alla già morbida legislazione in materia. Coppie straniere, cliniche (non registrate o sotto falso nome) e altrettante agenzie intermediarie o addirittura madri surrogate improvvisate preferiscono fare le cose sottobanco per non pagare le tasse, senza ovviamente curarsi delle eventuali conseguenze se qualcosa va storto.

“Il mercato della maternità surrogata in Ucraina è illegale per due terzi”, afferma Serhiy Antonov, giurista presso l’IRTSA Ukraine (Agenzia internazionale d’assistenza nelle tecnologie di riproduzione ausiliari), il quale sottolinea come sia facile trovare delle madri surrogate con una semplice ricerca sui social network, sui servizi di messaggistica istantanea (Viber, Telegram), sulle piattaforme di cerca/trova lavoro o, addirittura, tra gli spazi pubblicitari in metropolitana.

Quasi tutti gli esperti concordano: uno dei motivi principali che spinge le donne ucraine a  diventare madri surrogate, è la situazione economica. Le “madri in affitto” sono attratte da questo “lavoro” che garantisce loro uno stipendio pari al triplo del salario medio ucraino (che si aggira mediamente intorno ai 280€ mensili); tuttavia, il compenso medio che queste donne ricevono è piuttosto modesto per gli standard europei (dagli 11,5 ai 13 mila dollari). Chi ne trae realmente vantaggio, sono le coppie straniere, in quanto i costi del servizio sono nettamente inferiori rispetto ad altri paesi: il prezzo medio di questo “pacchetto all inclusive” varia dai 30mila ai 50mila dollari – un quinto del suo costo negli Stati Uniti e negli altri paesi in cui questa pratica è consentita.

“Per me è un lavoro. Sono una madre surrogata” – storia di Olya, una madre single che partecipa per la quarta volta al programma di maternità surrogata.

Ma quali sono i requisiti per dare in affitto il proprio utero? Innanzitutto, la candidata deve compilare un questionario con i propri dati personali e dare il consenso totale alla procedura. I prerequisiti di base possono variare leggermente, ma generalmente la donna non deve avere più di 35-37 anni, deve aver già partorito almeno un figlio e deve essere sana e senza vizi (quali consumo di alcol e fumo). Superata questa prima fase, entrano in gioco dapprima gli avvocati – che si occupano di tutte le questioni legali – e successivamente il personale medico. Solitamente, il contratto comprende la prassi di visite mediche standard, ma la coppia di futuri genitori può aggiungere dei servizi extra (ad esempio, l’alloggio per loro e per la madre surrogata nelle settimane che precedono e seguono  il parto o altri esami specifici). Come da contratto, il bambino viene passato ai genitori immediatamente dopo la nascita (salvo eccezioni): contrariamente alla legislazione di molti paesi, in Ucraina una madre surrogata non può rifiutare di dare il bambino alla coppia di coniugi (tale opzione è fornita, ad esempio, in Russia).

Maternità surrogata e pandemia

La pratica della surrogazione commerciale è vietata e illegale in moltissimi paesi in quanto considerata una violazione della dignità delle donne: l’utero di una donna fertile è, all’occhio di molti, un semplice oggetto in affitto (e a basso prezzo), paragonabile a una sorta di prostituzione o, più radicalmente, alla tratta commerciale di minori.

Lo scorso maggio, Mykola Kuleba, commissario presidenziale ucraino per i diritti dei bambini, ha paragonato la maternità surrogata proprio alla tratta di minori e ha apertamente chiesto il divieto di tali pratiche in Ucraina. A suo avviso, la fornitura di tali servizi a cittadini stranieri può portare a violazioni dei diritti dei minori, come è accaduto proprio in questi ultimi mesi: a causa della quarantena e delle misure restrittive dovute alla pandemia di Covid-19, i genitori stranieri non sono stati in grado di assistere alla nascita dei loro bambini presso una delle maggiori cliniche di medicina riproduttiva, BioTexCom – coinvolta in numerosi scandali, tra cui un’accusa per “traffico di migliaia di bambini ucraini all’estero”. Il ministero delle Politiche Sociali ha, quindi, espressamente dichiarato che ciò ha portato a una violazione del diritto di questi bambini alla cura dei genitori.

Tuttavia, la commissaria per i diritti umani, Lyudmila Denisova, è intervenuta in sostegno della legalità di questa pratica: “Se la maternità surrogata viene vietata in Ucraina, continuerà a esistere, ma illegalmente. E le persone più vulnerabili in questa situazione saranno le madri surrogate”.

La maternità surrogata è un grande stress e costituisce un profondo trauma sia per la madre surrogata e la sua famiglia, che per le coppie di genitori, senza dimenticare il bambino stesso. Una tale enfasi sulla fisicità riduce la donna a oggetto e ignora i rischi e i danni alla salute (inclusi quelli mentali e psicologici) che le vengono inflitti durante la gravidanza e dopo il parto. Danni che si ripercuotono nel bambino stesso se le cose non vanno lisce come l’olio: non è raro che molti neonati finiscano in orfanotrofio in quanto nati con malformazioni, malattie o disabilità di vario ordine e grado; in questi casi, se la coppia rifiuta il bambino, la madre surrogata – non avendo alcun diritto – anche volendo, non può fare nulla.

“Sono così felice di aver contribuito a dare a una coppia un bellissimo bambino, che è molto amato. Ma non farò mai più la madre surrogata. È stata un’esperienza terribile.” – Alina

Le opinioni, le esperienze e le motivazioni delle donne che prestano il loro utero in affitto sono diverse e molto personali, così come quelle delle coppie che si rivolgono a questi servizi pur di realizzare il proprio sogno di genitori.

Immagine: wikicommons

Questo articolo è frutto di una collaborazione con OBCT.

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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