Migliaia di persone si sono riversate per le strade e le piazze di Chabarovsk, capitale dell’omonimo territorio dell’estremo oriente russo. Motivo delle proteste, che durano da quattro giorni, è stato l’arresto del governatore del territorio di Chabarovsk, Sergej Furgal, avvenuto giovedì 9 luglio. Furgal è accusato di vari omicidi avvenuti quindici anni fa.
Le accuse
Ex deputato della Duma Russa e rappresentante del partito Liberal-Democratico russo (LDPR), Furgal fu inaspettatamente eletto governatore di Chabarovsk nel 2018. Infatti, grazie a un forte sostegno popolare (69,6%) umiliò il suo avversario politico, Vjačeslav Šport, rappresentante di Russia Unita ed ex governatore del territorio.
Secondo il comitato investigativo, Sergej Furgal sarebbe accusato di un possibile coinvolgimento nelle morti dei tre imprenditori Evgenij Zorja, Roman Sandalov e Oleg Bulatov, le prime due avvenute nel 2004 e la terza nel 2005. A queste accuse, si aggiunge anche quella di una possibile ingerenza nella scomparsa del businessman Eduard Kučinskij, nel 1997. Le vittime, a quanto pare, avrebbero avuto una disputa con le aziende di Furgal impegnate nei settori forestali e metallurgici.
Le proteste
Il primo giorno di proteste a Chabarovsk, l’11 luglio, ha segnato la storia della regione: mai così tante persone si erano riunite per una manifestazione. Infatti, nonostante fonti governative parlassero di 5.000 persone, il quotidiano Kommersant ha stimato che ci fossero circa 35.000 manifestanti. Slogan di solidarietà (“Io/Noi = Furgal”) risuonavano insieme ad accuse nei confronti del governo centrale e, più specificatamente, del presidente russo (“Abbasso Putin”, “Putin è un ladro!”). Online, una petizione popolare per la scarcerazione del governatore ha visto una vasta partecipazione: finora, sono circa 54.000 ad averla firmata.
In un comunicato, l’ufficio stampa dell’esponente del partito LDPR ha ringraziato tutti i manifestanti per la loro solidarietà nei confronti di Furgal. Tuttavia, ha anche chiesto di evitare qualsiasi violenza e provocazione, le quali potrebbero aggravare la posizione di Furgal davanti alle autorità.
Anche il governo russo, tramite il portavoce presidenziale Dmitrij Peskov, ha espresso soddisfazione dell’assenza di violenza nelle proteste a Chabarovsk e ha affermato persino di capire l’emotività e la vicinanza della popolazione nei confronti del suo governatore. Tuttavia, Peskov non ha rilasciato alcun commento in merito all’arresto di Furgal.
La (seconda) vendetta di Russia Unita?
Secondo il corrispondente di Meduza Andrej Pertsev, l’esponente del partito Liberal-Democratico avrebbe ottenuto un forte consenso grazie alla sua opposizione alla riforma del sistema pensionistico durante la campagna elettorale del 2018. In seguito, la riduzione di spese superflue e del suo stesso stipendio avrebbe avvicinato ulteriormente la figura di Furgal al popolo, tanto da soprannominarlo “il governatore popolare”.
Con il tempo, la figura di Furgal è diventata sempre più scomoda agli occhi del Cremlino a tal punto da indurre il governo centrale a orchestrare la sua prima “vendetta”. In seguito alla sconfitta dell’esponente di Russia Unita nel 2018, il governo russo ha spostato la capitale del circondario federale dell’estremo oriente russo da Chabarovsk a Vladivostok.
Ora, molti si chiedono perché il governo russo avrebbe iniziato ad indagare su Furgal solo quindici anni dopo i fatti di cui il governatore è accusato. Potrebbe trattarsi di una seconda vendetta da parte del Cremlino? Al netto delle investigazioni in merito agli omicidi, la vicenda potrebbe essere influenzata da valutazioni politiche. Dal 2018, per quanto riguarda il Cremlino, Furgal ha certamente ottenuto una fastidiosa risonanza mediatica, soprattutto in seguito al suo incontro con l’oppositore Aleksej Navalnij. Qualora il sostituto di Furgal dovesse provenire da un partito differente da LDPR, allora le illazioni su un possibile movente politico si rafforzerebbero.
Immagine: CNN.com