elezioni croazia

CROAZIA: Domenica si vota. Grande coalizione o svolta a destra?

Domenica 5 luglio circa 3,8 milioni di croati si recheranno ai seggi per eleggere 151 membri del nuovo parlamento. Le elezioni in Croazia sono state anticipate rispetto alla fine naturale della legislatura prevista in autunno. Il Partito Socialdemocratico (SDP) di Davor Bernardić sembra al momento in vantaggio ma l’esito complessivo rimane incerto.

Il centrodestra

Nonostante una gestione positiva della prima fase dell’epidemia, il primo ministro Andrej Plenković e il suo partito, l’Unione Democratica Croata (HDZ), arrivano a queste elezioni in difficoltà. La sconfitta alle presidenziali di gennaio ha aperto una lotta interna facendo perdere al partito pezzi importanti come il sindaco di Vukovar Ivan Penava passato con il Movimento per la Patria di Miroslav Škoro.

La scelta di anticipare le elezioni per capitalizzare il consenso e evitare di andare al voto in piena crisi economica si è rivelata un boomerang. La settimana scorsa Plenković ha presenziato a un torneo di tennis, l’Adria Tour, organizzato a Zara da Novak Djoković. E dove ci sono stati diversi casi di positività al coronavirus, compreso il campione serbo. Plenković è risultato negativo al tampone ma non si è sottoposto ad autoisolamento, come prevedono le norme, e questo ha creato non poche polemiche in campagna elettorale. L’evento è coinciso con un aumento considerevole dei casi nel paese facendo schizzare i numeri a livello record.

Dal punto di vista politico, la presidenza semestrale del Consiglio dell’Ue presentato come un momento storico e di svolta è stata stravolta dall’arrivo della pandemia e i risultati non entusiasmanti non cambieranno certo le sorti della campagna elettorale. L’esecutivo deve inoltre fare i conti con le inchieste, ora anche giudiziarie, relative alle violenze esercitate dalla polizia croata alle frontiere con Serbia e Bosnia Erzegovina contro i migranti.

L’opposizione a destra

Dopo l’ottimo risultato registrato al primo turno delle presidenziali di dicembre, l’ex cantante Miroslav Škoro si candida a vero ago della bilancia con il suo Movimento per la patria (DPMŠ). Al centro del programma la contrarietà al diritto di aborto, la promozione dell’orgoglio nazionale e l’aumento della produzione di armi. Qualche giorno fa Škoro è stato duramente criticato per alcune sue espressioni contro l’aborto e inondato di fotografie di donne che mostravano il dito medio. Tra loro anche l’ex presidente della Repubblica Kolinda Grabar-Kitarović.

Completa lo schieramento il partito MOST, per un periodo alleato con l’HDZ ma con cui i rapporti sono ormai deteriorati da tempo. Alle elezioni del 2016 la lista conquistò ben 19 seggi.

I socialdemocratici

Più che per meriti propri, l’SDP sembra approfittare delle debolezze altrui. Alle elezioni i socialdemocratici si presentano con la coalizione RESTART che comprende altri quattro partiti minori. Tra i punti del loro programma la riduzione dell’IVA nel settore turistico, l’aumento del salario minimo, lotta alla corruzione, riduzione dei ministeri e ulteriore decentralizzazione. Quest’ultimo è un punto caro alla Dieta Democratica Istriana (IDS), alleata dei socialdemocratici, che rivendica maggiore autonomia per la regione.

L’aumento dei casi e il mancato autoisolamento di Plenković hanno fornito l’assist perfetto per animare una campagna elettorale per nulla travolgente e incapace di ricreare quel clima di vittoria che tra il 2010 e il 2011 portò all’elezione di Ivo Josipović a presidente della Repubblica e di Zoran Milanović a primo ministro.

Sondaggi

Il sistema elettorale prevede dieci distretti che eleggono ciascuno 14 deputati, un distretto per la diaspora (3 seggi) e 8 seggi dedicati alle minoranze. Secondo i sondaggi la situazione appare incerta. L’SDP dovrebbe confermarsi in Istria e Zagabria mentre l’HDZ dovrebbe riuscire a contenere l’ascesa di Škoro in Dalmazia, sua storica roccaforte. L’DPMŠ dovrebbe raggiungere i risultati migliori in Slavonia e nel nord del paese. In termini di seggi l’SDP è fermo a 60 seggi, l’HDZ a 54, Škoro a 18 e MOST a 5. A Zagabria la piattaforma di sinistra Možemo otterrebbe addirittura due seggi mentre dovrebbe clamorosamente restare fuori il sindaco di Zagabria Milan Bandić.

Possibili scenari

Con questi numeri le principali opzioni sono due. Un governo di destra che vede riuniti HDZ, senza più la guida di Plenković, e Škoro supportati da MOST e qualche altre gruppo minore. Questo significherebbe un forte potere per le destre in un momento in cui bisognerà trattare in Europa per ottenere fondi per l’economia. In termini di diritti civili il paese rischierebbe di fare molti passi indietro così come nei rapporti con le minoranze.

L’alternativa potrebbe essere quella di una “grande coalizione” tra HDZ e SDP, la prima dall’indipendenza. Un’opzione che premierebbe l’ala moderata di Plenković e che sancirebbe la convergenza verso il centro dei due partiti. Un’eventuale seconda ondata di Covid-19 potrebbe creare il giusto clima di “concordia nazionale” per rendere più digeribile un’eventuale alleanza.

Molto più complicato un governo a guida socialdemocratica a cui mancano i numeri per un’esistenza stabile. Comunque vada per il paese si tratterà di un momento di svolta importante.

La redazione di East Journal commenterà le elezioni in diretta Facebook, dopo la chiusura dei seggi, a partire dalle ore 20:45. Qui per partecipare all’evento.

Immagine: RTL.HR

Chi è Marco Siragusa

Nato a Palermo nel 1989, ha svolto un dottorato all'Università di Napoli "L'Orientale" con un progetto sulla transizione serba dalla fine della Jugoslavia socialista al processo di adesione all'UE.

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