di Davide Macor
Cinque fratelli, tutti giocatori di rugby, un record mondiale, uno strano esordio in nazionale, il tutto per ricordare la figura del proprio padre. Questo l’inizio della nostra storia “ovale” che prende forma tra l’Inghilterra, patria del rugby, e la Slovenia, dove passione e lavoro tengono unita una nazionale tutta fisicità ed entusiasmo (sul rugby leggi anche RUGBY: Romania, una tradizione forte schiacciata tra due rivoluzioni).
Uno spaccato del Rugby in Slovenia
Partiamo con una doverosa presentazione. Siamo al Park Šiška di Lubiana nella primavera del 2014, una piccola perla architettonico-sportiva della capitale slovena completamente dedicata al mondo della palla ovale. La Slovenia del rugby, che nel ranking mondiale occupa l’ottantesima posizione, è una nazionale molto fisica, con qualche individualità di buon livello e, al tempo, con un allenatore nuovo, un uruguaiano, Emanuel Mayer. Si tratta di una nazionale che ha voglia di rugby e che lo gioca con tanta passione e determinazione. Diciamo che si tratta di una nazionale composta da giocatori appassionati che trovano il tempo per rappresentare il proprio Paese tra un turno di lavoro e l’altro. Il giusto mix di amore per la maglia, serietà sportiva e passione per lo sport che si pratica. Inserita nelle conference sottostanti al Sei Nazioni, sfida normalmente quello che di meglio si può trovare nel rugby dell’est. In questo contesto, quindi, coach Meyer si trova a preparare uno Slovenia – Bulgaria che sa, davvero, di rugby d’altri tempi.
La scoperta della famiglia Skofic
Tra una riunione e un allenamento coach Meyer si trova quindi al momento più impegnativo per ogni allenatore: quello delle convocazioni. Oltre ai tanti giocatori che giocano nella Slovenia del rugby, la “squadra di lavoro” slovena riesce a scovare in Inghilterra una famiglia con origini slovene interamente dedicata al rugby: gli Skofic. Questi vivono e giocano a rugby a Preston, nel Lancashire, nord-ovest dell’Inghilterra.
Il nonno, Alois, durante la seconda guerra Mondiale viene catturato dai nazisti e deportato in Italia; una volta finito il conflitto decide di trasferirsi in Inghilterra. Qui nasce Jonathan che s’innamora del rugby e inizia a giocarci. Dal matrimonio con Pat, poi, nascono ben 5 figli: Jack, Max, Archie, George e Frankie. Due trequarti ala, un centro e due terze linee, rugbisticamente parlando. Perché tutti e cinque i fratelli Skofic diventeranno giocatori di rugby, seguendo le orme paterne; Jonathan, infatti, li cresce a pane e palla ovale con un unico sogno: vederli giocare tutti nella stessa squadra, almeno una volta. Purtroppo, però, papà Skofic nel 2011, come si dice in gergo ovale, “passa la palla troppo presto” e si arrende ad un collasso improvviso. I figli lo piangono. Ma lo vogliono ricordare. Organizzano così un torneo di rugby a 7, “un memorial”, mentre nel 2013 giocano e vincono la North Lancashire Division One, l’ottava serie inglese, con il Preston. La madre piange di commozione sugli spalti, ma i cinque fratelli non vogliono fermarsi e pensano di fare qualcosa in più.
Il sogno internazionale: la Slovenia
Tante le riflessioni dei fratelli Skofic. Perché non puntare alla nazionale? L’Inghilterra sarebbe un sogno, ma molto difficile, visto il livello del rugby inglese. Allora ci sarebbe Cipro? Squadra non iscritta alla lega Mondiale. Ma a questo punto ritorna in auge la loro discendenza slovena. Vengono fatte le carte necessarie e nella primavera del 2014 al Park Šiška per la gara contro la Bulgaria, coach Meyer li convoca tutti. Tre partono titolari e due finiscono in panchina. La partita è una di quelle ruvide e difficili, gli ospiti bulgari partono forte, ma gli sloveni rispondono colpo su colpo, riprendono in mano la gara e la portano a casa tra gli applausi del pubblico.
I fratelli Skofic sono tra i protagonisti e sul finire della gara si trovano tutti e cinque in campo, entrando così nel Guinness dei Primati, facendo esplodere un piccolo stadio, diventato il centro del mondo del rugby per un’intera giornata. Per la cronaca la gara finisce 43-17 per la Slovenia, ma sono i 5 fratelli a scrivere un pezzo di storia del rugby mondiale ed esaudire il sogno di loro padre Jonathan: giocare tutti e cinque con la stessa maglia, in questo caso quella di una Nazionale di rugby, la Slovenia.
Foto: RTV SLO