Il 28 giugno si terrà finalmente il primo turno delle elezioni presidenziali in Polonia. Inizialmente previste per il 10 maggio, le consultazioni non si sono tenute per una serie di innumerevoli ragioni, riassumibili con una spaccatura interna al governo e la difficile organizzazione di un voto postale in piena pandemia.
Finalmente al voto
Nonostante la Polonia sia uno tra gli ultimi stati europei a non aver ancora invertito la curva dei contagi da coronavirus, il paese ha gradualmente provveduto ad allentare tutte le restrizioni imposte con il lockdown di marzo. Il ritorno alla normalità per i polacchi significa innanzitutto elezioni, e domenica i cittadini avranno finalmente la possibilità di scegliere il successore di Duda alla presidenza.
Dopo l’infinita diatriba sulle modalità di voto dei mesi precedenti, gli elettori hanno potuto registrarsi e scegliere se votare di persona o tramite servizio postale nazionale. In poco più di un mese, le prospettive politiche del paese sono notevolmente cambiate.
Rafał Trzaskowski: da sindaco a presidente?
Il rinvio del voto ha dato la possibilità al maggior partito di opposizione di cambiare il candidato alla corsa presidenziale. Małgorzata Kidawa-Błońska, in difficoltà già dal momento della sua candidatura con la Coalizione Civica (KO), era precipitata nei sondaggi delle settimane precedenti il 10 maggio, quando sembrava che il voto si sarebbe tenuto nonostante la crisi sanitaria. La causa, oltre all’impossibilità di svolgere una reale campagna elettorale per ovvie ragioni, il suo scarso rendimento mediatico e il confusionario boicottaggio elettorale, annunciato senza l’accordo con gli altri candidati di opposizione e non seguito da un contestuale ritiro della candidatura.
Kidawa-Błońska è stata quindi “costretta” a farsi da parte, lasciando il posto a Rafał Trzaskowski, sindaco di Varsavia e politico in ascesa all’interno della KO. Gli effetti della sostituzione si sono immediatamente riflessi nei sondaggi: il primo cittadino di Varsavia ha cercato subito di catturare i voti più a “sinistra”, andando a pescare tra l’elettorato di Robert Biedroń ma soprattutto tra quello fluido di Szymon Hołownia, giornalista cattolico che da indipendente era riuscito a raccogliere molte preferenze tra la borghesia cittadina, a scapito proprio di Kidawa-Błońska. Il fortissimo quanto strutturato apparato partitico della KO ha dato la possibilità a Trzaskowski di scalare velocemente le posizioni perse dal suo predecessore, finendo alla vigilia del voto al secondo posto virtuale dietro Duda.
La crisi del PiS
Dal lato governativo, gli sforzi per portare il paese al voto nonostante la pandemia non sono andati a buon fine. Il voto a tutti i costi non c’è stato e, anche se Diritto e Giustizia (PiS) ha cercato di narrare la decisione del rinvio come un accordo di governo, il mancato svolgimento delle consultazioni a maggio ha rappresentato un duro colpo per il partito e per Duda, fallendo una rielezione scontata in quella che sarebbe stata una grottesca formalità. Ora le cose sono cambiate.
Da quella stessa settimana, il presidente uscente ha visto un costante calo nel gradimento popolare. La causa, gli errori del partito che lo sostiene. La confusione generata dalla volontà di tenere il voto a tutti i costi, annunciandone poi il mancato svolgimento nella stessa sera in cui nella TV pubblica andava in onda il dibattito tra i candidati alla presidenza, è stato l’emblema della crisi politica del PiS, accusato di trascinare il paese verso rotte inesplorate nell’utilizzo delle istituzioni pubbliche e della democrazia.
Kaczyński e Duda sanno di rischiare grosso. Le forze in campo sono cambiate e la paura di perdere ha iniziato a circolare tra le stanze degli uomini di governo. Per comprendere la portata dell’inquietudine con la quale il PiS affronta queste elezioni, si può citare la prossima visita di Duda negli USA. Mercoledì 24 giugno, a pochissimi giorni dal voto, il presidente polacco si recherà da Trump, ufficialmente per parlare di temi politici come sicurezza ed energia, più realisticamente per tentare una mossa disperata e racimolare qualche voto in più. La Polonia è infatti uno dei pochi paesi europei dove l’opinione pubblica vede positivamente la figura del presidente americano, e l’insolito incontro internazionale alla vigilia del voto può dare lustro all’operato di Duda.
Un altro episodio della campagna elettorale che palesa l’assenza di scrupoli del PiS è il “contest” messo in atto dal ministero degli interni polacco. Tra i comuni con meno di 20.000 abitanti, quelli che alle elezioni registreranno una partecipazione maggiore al voto di domenica avranno in regalo un camion dei vigili del fuoco. La stravagante trovata governativa ha il chiaro fine politico di spingere alle urne la popolazione rurale nelle zone dove tradizionalmente Duda e il PiS raccolgono molte preferenze.
Episodi simbolo di una campagna elettorale davvero all’ultimo voto.
Duda ancora favorito
Il primo turno delle elezioni presidenziali in Polonia decreterà quale tra gli sfidanti di Duda otterrà la possibilità di sfidarlo al ballottaggio. Sembra infatti molto difficile che il presidente uscente possa raggiungere il 50% più 1 dei voti validi; quanto Duda si allontanerà da questa cifra, tanto maggiori saranno le possibilità degli altri candidati di sconfiggerlo al secondo turno.
Duda dovrebbe attestarsi intorno al 40% dei voti validi, Trzaskowski sopra il 25%, Hołownia al 10%, Kosiniak-Kamysz del partito popolare agrario (PSL) all’8%, Bosak dell’estrema destra al 7%, Biedroń della sinistra al 4%, altri sotto il 3%. Con questi dati, il 12 luglio assisteremmo al ballottaggio Duda-Trzaskowski, una resa dei conti politica che potrebbe decidersi all’ultimo voto.
Gli ultimi sondaggi per il secondo turno vedrebbero Duda spuntarla su Trzaskowski per una manciata di preferenze, ma bisognerà tener conto delle due settimane di imprevedibile campagna elettorale. Nelle opinioni pre-voto, il candidato che al secondo turno potrebbe sconfiggere il presidente uscente sarebbe Hołownia, che non sembra però in grado di conquistare i voti necessari per qualificarsi al ballottaggio.
Le elezioni presidenziali saranno uno spartiacque politico per la Polonia e la sfida è quanto mai aperta. Per ora, Trzaskowski e la KO si sono preoccupati di ricompattare i loro elettori tradizionali. Quanto gli altri polacchi saranno disposti a sostenere il sindaco di Varsavia pur di far perdere il PiS lo scopriremo tra qualche settimana.