Il ministero greco dell’immigrazione, guidato da Panagiotis Mitarachis, ha deciso che a partire da oggi, lunedì 1 giugno 2020, circa 11mila tra richiedenti asilo e rifugiati riconosciuti perderanno l’accesso allo schema di accoglienza ESTIA. Il programma, gestito dall’UNHCR e finanziato dalla Commissione europea, ha finora fornito alloggio temporaneo a migliaia di beneficiari di protezione internazionale sul territorio ellenico.
La controversa decisione del governo di accorciare l’accoglienza nelle strutture di ESTIA da sei a un mese dalla concessione dello status di rifugiato risponde all’obiettivo dichiarato di decongestionare le isole, in particolare Lesbo e Chios, i cui centri di accoglienza sono da mesi al collasso. Gli appartamenti verranno dunque assegnati ai nuovi ospiti provenienti dai famigerati campi di Moria e Vial, che contano circa 35mila persone, un terzo dei quali minori.
La preoccupazione delle organizzazioni internazionali
Insieme alla privazione dell’alloggio, l’esclusione da ESTIA implica l’interruzione dell’erogazione di assistenza in denaro, unica fonte di reddito dei beneficiari del programma. Secondo quanto riportato da Euronews, la maggioranza delle persone interessate da questa misura sono soggetti vulnerabili, inclusi disabili e minori, che non parlano greco e che sono esclusi dal sistema produttivo del paese e dal sistema pubblico di welfare. Il rischio paventato dalle organizzazioni internazionali e non governative è che gli sfratti andranno ad alimentare il numero di indigenti ad Atene e nel resto del paese.
La misura rischia peraltro di avere effetti nefasti sulla condizione di centinaia di rifugiati beneficiari del programma ESTIA a Mitilini, sull’isola di Lesbo, dove le prospettive di indigenza e di esclusione sociale si sommano al travagliato rapporto di convivenza con le comunità locali e alle restrizioni alla mobilità imposte dall’emergenza sanitaria del Covid-19.
Sullo sfondo di questa vicenda si profila inoltre la gestione inefficiente del sistema di accoglienza da parte del ministero di Mitarachis, accusato, in un recente report confidenziale di un’organizzazione internazionale trapelato alla stampa greca, di aver sperperato fondi europei destinati alla gestione dell’accoglienza, di aver assegnato la gestione dei centri a funzionari pubblici non specializzati e di non aver preparato un piano credibile in previsione della nuova ondata migratoria prevista per quest’estate.