Il ritorno di Mikheil Saakashvili in Ucraina non è certo passato in sordina nel suo paese natale, la Georgia. La nomina dell’ex presidente georgiano a capo del Comitato Esecutivo per le Riforme del governo ucraino è stata interpretata come una minaccia da Tbilisi, che ha prontamente richiamato in patria l’ambasciatore d’istanza a Kiev, Teimuraz Sharashenidze, per discutere le contromisure da prendere. La scelta del presidente ucraino, Volodymir Zelensky, potrebbe quindi avere serie ripercussioni sui già delicati rapporti tra Ucraina e Georgia.
Kiev e Tbilisi: un’amicizia con riserva
Negli ultimi vent’anni, Ucraina e Georgia hanno aperto un dialogo che ha reso le relazioni diplomatiche tra i due stati molto intense, anche grazie a una storia politica che presenta alcune convergenze. Innanzitutto, entrambi i paesi hanno vissuto grandi trasformazioni politiche, come la rivoluzione delle rose in Georgia (2003) e la rivoluzione arancione in Ucraina (2005). Proprio da questi eventi i rapporti tra i due paesi hanno cominciato a intensificarsi, grazie all’intesa tra i due presidenti di allora, Viktor Juščenko e lo stesso Saakashvili. Legame che si è ulteriormente rafforzato con l’ingresso nel partenariato orientale, il progetto dell’Unione europea volto a promuovere la convergenza istituzionale in materia economica, commerciale e politica di alcuni paesi dell’ex Unione Sovietica con Bruxelles. Inoltre, entrambi i paesi hanno manifestato negli anni un livello più e meno palese di avversione nei confronti di Mosca e, soprattutto, dei suoi tentativi di ingerenza nelle loro questioni interne.
Tuttavia, negli ultimi anni questo connubio ha iniziato a venire meno. E ancora una volta è stato proprio Saakashvili a spostare gli equilibri. L’ex presidente è stato condannato in Georgia a nove anni di carcere con una duplice accusa: in entrambi i casi processato per abuso di potere, è stato sentenziato a sei anni di carcere per l’aggressione del deputato Valeri Gelashvili e successivamente ad altri tre anni per l’omicidio del banchiere Sandro Girgvliani, sulla cui morte si sospetta il coinvolgimento di alcuni membri del ministero degli Interni. Dopo un periodo negli Stati Uniti, ha trovato rifugio in Ucraina, dove in seguito alla rivoluzione di Maidan e al crescente dissenso contro la corruzione dilagante nel paese, è stato nominato governatore della regione di Odessa dall’allora presidente Petro Porošenko. Questa nomina ha scatenato diversi malumori nell’élite georgiana, che si era coalizzata contro Saakashvili. Tuttavia, dopo pochi mesi, le accuse di corruzione da parte di Saakashvili contro lo stesso Porošenko hanno fatto sì che quest’ultimo lo deponesse dall’incarico e gli revocasse la cittadinanza, obbligando Misha a fuggire dall’Ucraina. In seguito a questa vicenda, Tbilisi e Kiev hanno riallacciato i rapporti. Tuttavia, la recente decisione del neopresidente Volodymir Zelensky di riabilitare l’immagine di Saakashvili ha riportato a galla gli antichi dissapori.
La scelta di Zelensky di dare un ruolo, seppur di secondo piano, a Saakashvili, rischia di incrinare nuovamente i rapporti tra i due governi. Il dissenso di Tbilisi verso questa decisione si era già manifestato quando Misha aveva dichiarato di essere stato contattato dal presidente ucraino per assumere il ruolo di suo vice, nomina sulla quale Zelensky non si è mai espresso e che potrebbe essere stata accantonata sia a causa di dissensi interni al partito che per la possibile reazione del governo georgiano. Tuttavia, il ritorno di Saakashvili alla politica ucraina non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica del suo paese di origine, da sempre spaccata in due sulla sua figura.
Il ruolo di Saakashvili in Georgia
Sebbene sia lontano dalla sua terra natia da ormai diversi anni, Saakashvili mantiene una notevole rilevanza nella vita politica del paese, come dimostrato dalle reazioni alla sua nomina. La classe dirigente georgiana si è infatti compattata di fronte alla notizia, manifestando il proprio malumore con dichiarazioni piccate e accuse. Il primo ministro Giorgi Zakharia, allineandosi al presidente, Salome Zurabishvili, ha definito “inaccettabile” la nomina di Saakashvili: considerata la sua condanna in Georgia, non è ammissibile che un paese alleato come l’Ucraina gli permetta di ricoprire cariche ufficiali. D’altra parte, il sindaco di Tbilisi Kakha Kaladze ha cercato di sminuire, dichiarando che si tratta di una posizione di scarso rilievo nel governo ucraino. Il partito al governo della Georgia, Sogno Georgiano, è quindi unito contro Saakashvili, che considera ancora come un potenziale avversario politico.
Pur permanendo i dubbi sull’effettiva capacità di Saakashvili di implementare le riforme in un paese complesso come l’Ucraina, è evidente come l’ex presidente georgiano si appresti a vivere non una seconda, ma addirittura una terza vita politica. Come sottolineato dal politologo Pavel Rudyakov, Saakashvili gioca attualmente due partite, una a Kiev e una a Tbilisi. Il suo Movimento di Unità Nazionale è attualmente il principale partito di opposizione in Georgia. Non stupisce, quindi, che anche un ex alleato di Saakashvili come Otar Kakhadze, ora membro del partito di opposizione Georgia Europea, abbia approfittato delle reazioni scomposte della maggioranza per accusarla di dare priorità agli interessi personali e mettere in secondo piano il bene della nazione, deteriorando il rapporto con un partner fondamentale come l’Ucraina per ragioni di poco conto.
Appare chiaro come, nonostante la sua assenza, Saakashvili continui a rappresentare ancora un personaggio di primo piano nella vita politica della Georgia, capace di coalizzare sotto la sua figura tutte le forze in disaccordo con il partito al comando. Il suo coinvolgimento nella vita politica del paese è evidente anche nelle proteste dell’estate 2019, quando esaltò le manifestazioni tramite i social network, in un costante tentativo di partecipare ai principali eventi nazionali nonostante la distanza.
Un legame ancora solido
Nonostante lo scalpore suscitato in Georgia e la tensione diplomatica scaturitane, i rapporti tra Ucraina e Georgia rimangono stabili. In primis, l’Ucraina è tra i primi partner economici della Georgia, con un valore di merci importate che nel 2015 ammontava a circa 5,8 miliardi di dollari. Inoltre, lo stesso ministro degli esteri georgiano, David Zalkaliani, si è premurato di allentare la tensione, ricordando l’importanza strategica dell’Ucraina e dichiarando che i fatti degli ultimi giorni non danneggeranno le relazioni tra i due paesi.
Va sottolineato come il ruolo di Saakashvili, pur garantendogli una certa prossimità politica a Zelensky, non è certamente di primo piano. A ciò va aggiunto che la sua persona non è vista di buon occhio da diversi membri del governo, fra tutti il ministro degli Interni Arsen Avakov, che gli si era già opposto durante il governo Porošenko. Rimane tutto da vedere se e come Misha riuscirà effettivamente a svolgere il ruolo che lo ha reso celebre, ossia quello del riformatore. Quel che è certo è che qualsiasi cosa dica o faccia, non passa inosservato, e tornerà presto a far parlare ancora di sé.
Foto: eurofestivalnews.com