Il viaggio di Lokomotiv, dopo la tappa di Bucarest, continua in Bosnia, verso Sarajevo. La città nasconde dentro di sé diverse anime: quella ottomana, quella austro-ungarica, quella jugoslava e, infine, l’ultima, quella post-bellica e più cosmopolita. E la nostra visita alla città parte proprio dal centro, dalla fontana Sebilj e dal vecchio bazar turco, per poi spostarsi sempre più lontano, fra l’eleganza dei palazzi che Vienna impose durante la sua dominazione. Si attraversa il Ponte Latino, dove Princip sparò all’Arciduca e quello di Vrbanja dove tanti innocenti furono freddati durante la guerra.
Lo sguardo al calcio è tutto diviso fra le due squadre della città: il Sarajevo e lo Željezničar. Si parla del grande Hase Ferahtović, bandiera indiscussa a cui oggi è stato intitolato lo stadio Koševo, ma anche di Ivica Osim bandiera dei bianco-blu e allenatore dell’ultima indimenticabile Jugoslavia ai Mondiali di Italia 90.
Il viaggio non può che attraversare il conflitto che ha dilaniato la città, con i suoi drammi, come quello dell’incendio alla Biblioteca, e le sue resistenze, come quella dello scrittore Izet Sarajlić, che rimase a Sarajevo fino alla fine della guerra. E ancora: il miracolo della neve alle Olimpiadi 1984, il fiume che scorre lento e divide in due la città, la birreria di Sarajevo e molto altro. Tutto si conclude sulle montagne che circondano la città, sulla sua pista da bob, mentre lontano risuona l’eco di una canzone degli Zabranjeno Pusenje che dice “Ju go slavia, Ju go slavia, Ju go slavia”
Ascolta “2. Sarajevo. Acqua, neve e fango” su Spreaker.
Lokomotiv è un podcast ideato, scritto e realizzato da Damiano Benzoni e Gianni Galleri. E’ disponibile su Spreaker e Spotify. Seguilo anche sul gruppo Facebook Lokomotiv – Il Podacast.