A man walks by Albanian EU and North Macedonia flags displayed in a bazaar in Skopje, on February 6, 2020. - The European Commission presented its new enlargement strategy on Wednesday of North Macedonia and Albania.North Macedonia and Albania have both reacted positively to a new proposed methodology for admitting new member states, expressing hope that it will clear the way for Skopje and Tirana to begin formal membership talks this year. (Photo by Robert ATANASOVSKI / AFP) (Photo by ROBERT ATANASOVSKI/AFP via Getty Images)

BALCANI: Finalmente! Via libera ai negoziati UE per Macedonia del Nord e Albania

Dopo tanti rinvii questa volta ci siamo. Nella giornata del 24 marzo, i ministri degli esteri dei paesi UE, riunitisi in videoconferenza, han dato il via libera all’apertura dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord per l’adesione all’UE. La notizia è stata confermata dal Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato, Olivér Várhelyi, che si è detto soddisfatto dell’accordo raggiunto tra i paesi membri e si è congratulato con i due stati balcanici. Il Consiglio europeo confermerà alla prima occasione l’accordo politico trovato oggi.

La decisione arriva alla fine di un lungo e travagliato percorso, diplomatico e di riforme, per entrambi i paesi. La Commissione europea aveva raccomandato l’avvio dei negoziati con la Macedonia del Nord addirittura 11 anni fa. Nel frattempo, l’Albania ha emendato la propria Costituzione per avviare un profondo processo di riforma della giustizia, mentre Skopje ha finalmente risolto l’annosa questione del nome con la Grecia.

Solo negli ultimi due anni la decisione è stata rimandata tre volte, a causa del veto di alcuni paesi. L’ultima risale a ottobre 2019, quando fu decisivo il parere negativo di Francia e Paesi Bassi. In Macedonia del Nord, il rinvio dello scorso ottobre – quando tutti si aspettavano una fumata bianca – costò il posto da primo ministro al socialdemocratico Zoran Zaev, che si dimise insieme a tutto il governo.

Il cambio di posizione della Francia è seguito all’adozione di una nuova metodologia per i negoziati d’adesione che provvede maggiori rassicurazioni agli stati membri, come la possibilità di bloccare i colloqui nel caso i candidati non adempiano alle riforme necessarie. La decisione del Consiglio UE potrebbe dare – come ci si augura da Bruxelles – un nuovo segnale di avvicinamento e cooperazione tra l’Ue e i sei paesi dei Balcani occidentali – oltre ad Albania e Macedonia del Nord, Serbia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo. Lo stesso Commissario Várhelyi ha sottolineato che il futuro dei Balcani occidentali è nell’Unione europea.

L’avvio dei negoziati con l’Ue è la seconda buona notizia per la Macedonia del Nord nell’arco di una settimana, dopo la fine delle procedure per l’adesione del Paese alla NATO. Dopo che la Spagna martedì scorso era stato l’ultimo Stato a ratificare l’ingresso di Skopje nella NATO, ora manca solo la formalizzazione ufficiale. L’adesione alla NATO rappresenta un altro degli obiettivi di integrazione euro-atlantica per i quali si era speso molto il governo dell’ex premier Zaev. Dopo le dimissioni di Zaev, a  guidare il Paese in questo momento è un governo tecnico bipartisan ad interim, presieduto dal socialdemocratico Oliver Spasovski, che avrebbe dovuto soltanto traghettare il paese ad elezioni anticipate dopo le dimissioni di Zaev. A causa delle limitazioni prese dalla Macedonia del Nord in seguito all’epidemia del coronavirus, però, le elezioni che si sarebbero dovute tenere il prossimo 12 aprile sono state annullate. Tutti i partiti rappresentati nel parlamento di Skopje si sono accordati per rimandare l’appuntamento elettorale a data da destinarsi – ma una nuova data dipenderà dalla progressione del virus nei Balcani.

Sul fronte dei rapporti tra UE e Balcani occidentali, il prossimo appuntamento in agenda, se non sarà rimandato a causa del coronavirus, sarà il vertice a Zagabria a inizio maggio tra i leader Ue e quelli dei Balcani.

Foto: Robert Atanasovski/AFP

Chi è Tommaso Meo

Giornalista freelance, si occupa soprattutto di Balcani, migranti e ambiente. Ha scritto per il manifesto, The Submarine e La Via Libera, tra gli altri. Collabora con East Journal dal 2019.

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