di Silvia Padrini
L’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) è -quasi- al completo dei grandi del mondo. L’accordo raggiunto la scorsa settimana con i georgiani permetterà finalmente a Mosca di entrare a far parte del Wto. La Russia figurava dal 2001 –anno dell’ingresso della Cina- come la più importante economia del mondo rimasta fuori dall’organizzazione che promuove i liberi scambi commerciali.
Il gigante escluso aspirava alla membership sin dalla creazione del Wto nel 1993, ma le trattative, anziché evolvere, hanno subito un brusco arresto nel 2008 (l’anno della guerra in Ossezia) quando Tbilisi ruppe le relazioni diplomatiche con il nemico russo e decise di negare a Mosca il consenso alla partecipazione nell’organizzazione.
In quel momento di rottura dei rapporti tra i due Stati, la Svizzera si offrì di rappresentare gli interessi della Federazione Russa in Georgia e viceversa. La diplomazia del piccolo stato europeo rimase sempre presente nella zona caucasica e non stupisce che il recente accordo sia stato raggiunto anche grazie alla mediazione della Confederazione elvetica.
La Georgia, abbiamo visto, è rimasta salda per lungo tempo nella convinzione di mantenere il veto sulla richiesta russa di partecipazione al Wto.
Che cosa è cambiato oggi?
Il nulla osta concesso mercoledi 3 novembre non è un certo da considerarsi una cortesia tra buon vicinato. È piuttosto il frutto di un compromesso di cui beneficiano entrambi i firmatari. Il punto della questione gira attorno alla definizione dei corridoi commerciali tra Russia e Georgia ma, soprattutto, sul (vago) principio di maggiore regolamentazione e controllo dei confini di Abkhazia e Ossetia. I gruppi dichiaratisi contrari alla firma dell’accordo tra i due Stati cercano la malizia nascosta nel compromesso raggiunto: “monitorare i confini” sarebbe un tentativo da parte delle autorità georgiane di riprendere a poco a poco il controllo delle regioni indipendentiste.
Ma non è l’unico punto critico della faccenda. Mentre la Russia esulta, la Georgia pianifica strategie e gli Stati Uniti salutano con favore il prossimo ingresso di Mosca nell’organizzazione, c’è qualcun’altro che, invece, è rimasto molto deluso.
Come evidenzia il Forum of People’s Unity of Abkhazia, infatti, il proverbiale rigore svizzero non ha impedito a Mosca e Tbilisi di scordarsi completamente di invitare Sokhumi ad un tavolo di discussioni che condiziona le sue sorti.
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