Sale a dieci morti il bilancio delle alluvioni in Polonia, dove dopo un disastro senza precedenti nel Sud oggi è massimo allarme per Varsavia. La Vistola, il fiume che attraversa anche Cracovia, nella capitale ha ‘anticipato’ ad oggi l’onda di piena, attesa inizialmente per domani: gli argini possono reggere sino a otto metri e il livello delle acque ha superato i sette metri. Le autorità hanno chiesto agli abitanti di tenersi pronti per evacuazioni di massa, come avvenuto nella parte meridionale del Paese.
“Siamo di fronte a un dramma senza precedenti”, ha affermato il premier Donald Tusk in parlamento, pur sostenendo che le acque nel Sud – dove piove ininterrottamente da sabato scorso – si stanno lentamente ritirando. I toni a metà tra l’allarmato e il rassicurante sembrano tradire la volontà di evitare la dichiarazione dello stato di calamità. Per le regioni più colpite sarebbe un sollievo, almeno in termini di aiuti finanziari, ma per il governo significherebbe dover rinviare le elezioni presidenziali di novanta giorni. Il primo turno è fissato per il 20 giugno e nessuno, neppure l’opposizione, vorrebbe un posticipo per il voto che deve colmare il vuoto lasciato dalla morte del presidente Lech Kaczynski nello schianto aereo in Russia lo scorso 10 aprile.
In compenso, il premier intende chiedere aiuti all’Ue. “Ci sono danni nell’ordine di 10 miliardi di zloty“, ha detto Tusk. La cifra corrisponde a 2,43 miliardi di euro, e le autorità polacche hanno indicato a 2,1 miliardi la soglia per chiedere che scatti il meccanismo di solidarietà europea, che potrebbe portare 100 milioni nelle casse polacche.
Intato a Varsavia – che ha oltre 2 milioni di abitanti – è allerta massima. La Vistola è salita stamattina a 7,40 metri e si teme che possa salire ancora, rompendo i rinforzi messi sugli argini. Praticamente tutti i quartieri della capitale sono minacciati.
Le abbondanti precipitazioni hanno inoltre riguardato la Serbia, la Slovacchia e la Repubblica Ceca e l’Ungheria.
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