leggere Balcani

Cosa leggere per capire i Balcani, partendo dalle basi

Accade che studenti, amici, lettori ti chiedano: “Cosa posso leggere sui Balcani? Non ne so nulla e vorrei capire”. Spesso questo accade perché vogliono andarci in vacanza, quindi letture veloci please. Oppure perché hanno scoperto che c’è stata la guerra, e finché c’è guerra c’è speranza. E subito pensi agli anni che ci hai messo tu a capirci qualcosa, alle letture confuse, alle marce indietro, agli orientalismi di cui sei caduto anche tu vittima – e com’erano belli! – e alla mole di testi sull’argomento ed ecco, balbetti, prendi tempo, divaghi: “ci facciamo uno spritz?” ma sono le nove del mattino. Allora ci provi, sapendo che sbaglierai.

Da cosa cominciare

Un testo per cominciare è Capire i Balcani Occidentali (Bottega Errante, 2021) scritto apposta apposta per chi vuole comprendere i fenomeni storici e sociali della regione, “dagli accordi di Dayton ai giorni nostri”, in un dopoguerra di infinita transizione verso l’integrazione europea. Gli autori del volume (ricercatori e giornalisti che da anni si occupano della penisola balcanica, tra cui redattori nuovi e vecchi di East Journal) tracciano una panoramica ricca e aggiornata dei fenomeni che caratterizzano la regione nostra vicina, tra  economia, ambiente, migrazione, identità, memoria storica, cultura, e gastronomia. In appendice anche una bibliografia e filmografia per approfondire.

Diversamente necessario è poi La guerra in casa, di Luca Rastello (Einaudi 1998) che è stato il primo libro sui Balcani per molti di noi. Una narrazione tesa, un reportage e una testimonianza, divisa in sette capitoli, ognuno dei quali è a sua volta diviso in due parti. Ognuno dei capitoli tratta un diverso episodio di queste guerre, riportando nella prima parte l’esperienza di un singolo personaggio che vi si è trovato coinvolto e fornendo nella seconda il contesto storico e politico nel quale la vicenda è maturata.

Altrettanto importante è Maschere per un massacro, di Paolo Rumiz, che con il libro di Rastello va in coppia. Un testo scritto nel 1996 eppure già capace di penetrare l’inganno con cui le guerre jugoslave ci sono state raccontate, svelando le propagande nazionaliste e mostrando chiaramente “l’imbroglio” che c’è dietro la chiave di lettura etnica. Si tratta di un testo fondamentale e alla portata di tutti, benché datato, un buon punto di partenza per successivi approfondimenti.

Il fumettista Joe Sacco ha dedicato a quel conflitto una graphic novel dal titolo Gorazde Area Protetta (Mondadori 2001) in cui la cittadina di Goražde, in Bosnia Erzegovina, diventa microcosmo per un’opera corale, in cui personaggi sfilano mettendo in scena la vita quotidiana, e il quotidiano orrore, della guerra.

Inquadramento storico generale

Per chi avesse poco tempo, un ottimo compendio è I Balcani di Paul Garde (Il Saggiatore), un libretto agile che, nello spazio di poco più di cento pagine, diventa una guida per capire spazi e tempi balcanici, il suolo, gli uomini, la storia della regione, e per riflettere sulle distanze e le differenze, i fardelli del passato, l’assillo della nazione, l’eredità del comunismo fino alla crisi degli anni Novanta.

La storia, nei Balcani, ha il suo peso e le ragioni di molti conflitti vanno cercate più indietro nel tempo. Ecco perché un buon libretto è Le guerre balcaniche, di Egidio Ivetic (Il Mulino, 2016). Centottanta paginette in cui l’autore (professore associato all’Università di Padova) ripercorre le  due guerre balcaniche del 1912-1913 con uno stile intenso e appassionante portandoci fino allo scoppio della Prima guerra mondiale che, a quelle guerre, si collega.

Ora viene il difficile, poiché alla fine della Prima guerra mondiale nasce, dalla dissoluzione dei grandi imperi, il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. A questi tre popoli il grande storico italo-sloveno Jože Pirjevec dedica un libriccino interessante: Serbi, croati, sloveni. Storia di tre nazioni, edito per il Mulino nel 2015. 

Due volumi scritti dallo stesso autore, lo storico inglese Noel Malcolm, sono assolutamente da leggere se si vuole conoscere a fondo la storia di due paesi della regione: si tratta di Storia della Bosnia e Storia del Kosovo, editi da Bompiani, che ripercorrono in modo documentato e dettagliato secoli di storia di due aree crocevia di diverse nazioni, religioni e popoli. Per un breve quadro storico di un paese meno conosciuto, la Macedonia del Nord, si consiglia La Macedonia. Un paese sconosciuto dello storico francese Georges Castellan, edito da Argo.

Volumoni per sapere tutto

Sugli anni di Tito e sulle guerre jugoslave torna imprescindibile Jože Pirjevec con Tito e i suoi compagni (Einaudi 2015). Un testo corposo e dettagliato su cos’è stato davvero il titoismo, al di là delle retoriche di parte: “Nonostante i trentacinque anni di dittatura – scrive Pirjevec – sarebbe ingiusto affermare che Tito sia stato un tiranno alla stregua di Stalin: al contrario proprio perché si era ribellato al terrore staliniano, istituendo in Jugoslavia un socialismo ‘autogestito’ dal volto umano, Tito è rimasto nella memoria di molti suoi ‘sudditi’ come un uomo al quale essere grati”. Una gratitudine che non ha impedito la damnatio memoriae quando i nuovi stato nazionali, sorti dalle ceneri della Jugoslavia, si sono infine affermati. Sulle guerre che portarono al crollo della Jugoslavia, Pirjevec ha scritto un altro grande volume, Le guerre jugoslave (Einaudi 2014) in cui, come scritto da Pietro Dalmazzo su Pandora Rivista: “l’accuratezza storica, la precisione, la ricchezza di dettagli sono elementi fondamentali, che conferiscono un’invidiabile validità storica all’opera, senza appesantire una narrazione piuttosto scorrevole”.

Diversi i libri sulle guerre degli anni ’90, in particolare quella in Bosnia Erzegovina. Tra le tante letture, segnaliamo Sarajevo Mon Amour (Infinito Edizioni), di Jovan Divjak, intensa testimonianza del generale serbo schieratosi a difesa di Sarajevo, venuto a mancare nell’aprile del 2021, e Giornale di guerra, cronaca di Sarajevo assediata (Sellerio), racconto di Zlatko Dizdarevic, capo redattore del quotidiano Oslobodjenje. Sempre a livello di narrativa, imperdibile è Sarajevo centro del mondo. Diario di un trasloco, di Dževad Karahasan (ADV, 2012), che racconta il microcosmo della capitale bosniaca mentre sprofonda nell’assedio.

Non molto, invece, si trova in lingua italiana per quanto riguarda la guerra e il dopoguerra in Kosovo – tra questi, Kosovo: la storia, la guerra, il futuro, di Matteo Tacconi (Castelvecchi 2008). In inglese si segnala l’esaustivo e dettagliato Kosovo. War and Revenge, del giornalista britannico Tim Judah, corrispondente nella regione in quegli anni drammatici.

Non solo Jugoslavia

Uscendo dall’area jugoslava, la recente Storia del popolo albanese di Ettore Marino (Donzelli 2018) ha il merito di essere il primo testo in lingua italiana che tenta un inquadramento storico generale del paese delle aquile, pur senza riuscire del tutto a distaccarsi da alcune letture romantiche del passato albanese. Da segnalare anche Storia dell’Albania e degli albanesi, di Castellan, edito da Argo, e Storia dell’Albania contemporanea di Antonello Folco Biagini per Bompiani.

Immagine di Ivo Vitić, Edificio Laginjine, Zagabria. Prospettiva di studio (1962)

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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