Secondo i recenti dati pubblicati da Eurostat, nel 2018 i pensionati estoni over 65 sono quelli che vivono col più alto rischio di povertà in tutta l’Unione europea. Nella maggior parte degli stati europei la percentuale si attesta tra il 10% e il 30%, mentre il rischio per i pensionati del piccolo paese baltico si attesta al 54% seguito dalle vicine Lettonia (50%) e Lituania (41%). L’Eurostat definisce più a rischio di povertà una persona il cui reddito è inferiore del 60% al reddito nazionale medio al netto delle tasse.
L’OCSE nel novembre 2019 aveva suggerito al governo estone di riconsiderare il piano che permetterebbe ai pensionati di rinunciare e ritirare i risparmi accumulati nel regime pensionistico privato obbligatorio. “Una percentuale significativa delle famiglie, in particolare quelle con redditi relativamente bassi e un’elevata propensione al consumo, dovrebbe attingere ai risparmi pensionistici, sostenendo i consumi dal 2021, ma questo rischia di alimentare la volatilità macroeconomica a breve termine e aumentare la povertà degli over 65 dai già alti livelli a lungo termine” ha spiegato l’organizzazione internazionale.
Il 30 gennaio scorso il Riigikogu, il Parlamento monocamerale estone, con voto di fiducia posto dal governo di centrodestra, ha approvato la riforma delle pensioni con 56 voti a favore e 45 contrari. La nuova legge prevede la revisione del cosiddetto secondo pilastro del regime pensionistico estone: d’ora in poi i contributi dei dipendenti al fondo pensionistico saranno volontari e non più obbligatori. Forti critiche sono arrivate dalle opposizioni.
La leader del Partito Riformista Kaja Kallas ha detto che “la riforma verrà pagata dai nostri figli e dalle future generazioni”. Persino il Fondo Monetario Internazionale consiglia al governo estone di “procedere con cautela”, poiché la riforma presenta notevoli rischi. Il giornale estone Õhtuleht ha notato i rischi di una “corsa agli sportelli“, mentre Eesti Ekspress ha sottolineato come, nonostante la retorica governativa basata sul ritornello di “ridare ai cittadini il controllo sui loro soldi” – la riforma rischia al contrario di aumentare alla fine la dipendenza dei pensionati dallo Stato.
La Presidente dell’Estonia Kersti Kaljulaid, dopo essersi consultata con esperti, ha posto il veto sull’approvazione della riforma delle pensioni a causa dei limiti costituzionali. “La mia valutazione politica sulla riforma è irrilevante. È dovere del presidente esercitare il controllo sulla costituzionalità delle leggi. Il disegno di legge in questione viola la Costituzione abbastanza da giustificare il rinvio del disegno di legge al parlamento “, ha detto Kaljulaid.
La riforma è stata infine approvata senza emendamenti dal Parlamento e rimessa nelle mani del Capo dello Stato che ha confermato l’incostituzionalità: “È chiaramente una tassa ai fini della pensione e dell’assicurazione sanitaria nazionale. Se queste somme vengono ritirate, chiaramente si altera lo scopo dello strumento pensionistico.”, ha spiegato Kaljulaid. La controversia tra il Presidente e il Riigikogu sulla riforma dovrà essere risolta entro l’autunno presso la Corte Suprema.
Foto: Siim Lõvi/ERR