Bulgaria Acqua Pernik

Una città bulgara è senz’acqua da tre mesi

Il festival Surva è una famosissima ricorrenza che si tiene tutti gli anni a fine gennaio a Pernik, in Bulgaria, e che vede maschere del folklore bulgaro risalenti ai tempi pagani sfilare per le vie della cittadina. Di portata internazionale con visitatori da tutto il mondo, quest’anno il festival si sarebbe dovuto tenere tra il 24 e il 26 gennaio ma è stato cancellato a causa di una grave crisi idrica che ha colpito Pernik e i paesi vicini. Sono ormai tre mesi che i cittadini di Pernik sono sottoposti a restrizioni per l’utilizzo dell’acqua e la scarsità dell’approvvigionamento idrico nella zona ha costretto le autorità locali a cancellare, per la prima volta da quando fu istituito nel 1966, l’edizione annuale del festival.

Gravi pericoli per la salute, arrestato il Ministro dell’ambiente

A partire dal 18 novembre scorso, le autorità locali di Pernik hanno ridotto l’uso dell’acqua prima a 10 ore al giorno e poi a 8, per un periodo previsto inizialmente di 5 mesi e che interessa più 100.000 persone. La decisione è stata presa a causa del livello criticamente basso delle fonti idriche presente nella diga Studena, di proprietà statale e che quotidianamente rifornisce tutta l’area. A inizio gennaio il ministro della salute bulgaro ha visitato la città e analizzato a fondo il problema valutando che la mancanza d’acqua nella zona avrebbe potuto comportare gravi rischi per la salute dei cittadini e causare la diffusione di malattie. Da lì, l’annullamento del festival Surva ma anche l’arresto del ministro dell’ambiente e dell’acqua bulgaro, Nino Dimov. Inizialmente fermato per 24 ore, poi per 72 ma tuttora in arresto, Dimov è accusato di cattiva amministrazione delle risorse idriche cittadine e di aver violato deliberatamente le leggi sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione ambientale. Secondo l’accusa, Dimov avrebbe permesso alle industrie della zona di utilizzare le scorte d’acqua del bacino di Studena, unica fonte d’approvvigionamento d’acqua di Pernik, nonostante fosse a conoscenza del suo stato critico. Per più di un anno e mezzo dall’inizio del 2018, il ministro veniva informato mensilmente dal capo della compagnia di fonti idriche e fognature sullo stato della diga, permettendo però l’utilizzo dell’acqua a scopi industriali. Ogni mese autorizzava la Stomana industry, acciaieria di notevoli dimensioni nei pressi di Pernik, e la compagnia distrettuale per il riscaldamento ad accedere alle risorse idriche della diga, in alcune mensilità addirittura in quantità maggiori del necessario.

L’ormai ex ministro si è dimesso il 10 gennaio, qualche giorno dopo l’arresto, e ora rischia tra i due e gli otto anni di carcere. Le indagini hanno coinvolto anche Irina Sokolova, già governatrice distrettuale a Pernik e affiliata al partito GERB del primo ministro bulgaro Boyko Borisov, Ivan Vitanov, l’ex direttore della compagnia che gestisce le fonti idriche e fognature della città, e Vera Tserovksa, ex sindaca di Pernik anche lei del partito di Borisov. Nonostante ciò, quest’ultimi sono stati coinvolti solamente come testimoni al momento e a loro carico non sarebbero presenti alcune accuse.

Da Sofia arriva una soluzione temporanea

Il 15 gennaio l’Assemblea Nazionale bulgara ha accettato le dimissioni di Neno Dimov e eletto il nuovo ministro dell’ambiente e dell’acqua, Emil Dimitrov, nomina che segna la nona modifica della composizione del gabinetto di Borisov dalle elezioni del 2017. Conosciuto per esser stato a capo dell’agenzia delle dogane bulgara tra il 2001 e il 2005 durante il governo di Simeon Sakskoburggotski, Dimitrov non ha alcuna esperienza in materia di protezione ambientale. Per questo è stato fortemente criticato dai partiti di opposizione ma è riuscito ugualmente a ottenere la nomina e il sostegno del governo; attualmente è membro della coalizione  di estrema destra Patrioti Uniti, dal quale proveniva anche Dimov, che insieme a GERB governa il paese.

Nel frattempo, la crisi idrica sembrerebbe aver trovato una soluzione, almeno momentanea. Pernik tornerà presto ad essere rifornita d’acqua proveniente però dalla diga Belmeken, la cui acqua passerà attraverso la diga Beli Iskar per poi attraversare la rete idrica di Sofia e che infine porterà a Pernik 700.000 litri al mese. La decisione presa alla riunione del Consiglio dei ministri tenutasi il 18 gennaio non intaccherà in alcun modo gli abitanti della capitale, come ha affermato la sindaca di Sofia Yordanka Fandŭkova, ed è la scelta più conveniente in quanto dista solamente circa 30 km da Pernik. In ogni caso, l’acqua proveniente da Belmeken arriverà alle case di Pernik solamente per due mesi, periodo stimato per permettere a Studena di riempirsi di nuovo a sufficienza. Il collegamento della rete idrica tra le due città si stima che impiegherà tra i 35 e i 45 giorni per essere costruito, ma nel frattempo la Studena si stima che toccherà il punto più critico tra un mese scarso.

Mentre la corsa contro il tempo inizia per evitare che la situazione peggiori ulteriormente, il dibattito sulla questione viene politicizzato dall’opposizione incarnata dal partito socialista BSP e dalla sua veemente leader Kornelia Ninova. La Ninova non ha mancato l’occasione per accusare il governo di non essere in grado di gestire le risorse ambientali e idriche del paese e ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del governo. La mozione, la quarta del terzo governo di Borisov, non riesce però a far virare il dibattito sulla necessità nazionale di proteggere l’ambiente dalla corruzione prorompente nel paese e dagli interessi economici. Piuttosto, sembrerebbe essere l’ennesimo tentativo della Ninova di portare Borisov alla sconfitta politica. In un paese in cui l’ambiente è la prima vittima di un sistema corrotto, molte sono le domande che non trovano risposta. La più importante è la seguente: perché la Stomana industry avrebbe avuto accesso a tutte quelle risorse idriche senza una necessità imperativa? Tuttavia, l’incapacità o la scarsa volontà politica non permettono al dibattito pubblico di alzare la testa e affrontare la questione. Quindi, nel frattempo, gli abitanti di Pernik aspettano l’acqua.

Fonte foto: Flickr

Chi è Raffaele Mastrorocco

Europeo proveniente dalla Toscana, ma anche dalla Bulgaria. Laureato in studi sull'est Europa (MIREES), si è specializzato in politica estera europea e dei nuovi stati membri, ponendo sempre grande attenzione alle relazioni tra Russia e UE. Ha passato diversi periodi all'estero tra Estonia, Russia e Bulgaria (perché nessuno batte la cucina di nonna) ma non ha perso occasione di girovagare in altri paesi della regione. Scettico su chi sostiene che il bilinguismo renda dei geni anche se riconosce che la condizione comporti notevoli vantaggi.

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