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UNGHERIA: Erdogan visita Budapest tra le proteste

Giovedì 7 novembre, la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Budapest è stata accolta da tre cortei che hanno voluto essere al contempo una contestazione nei suoi confronti, e una commemorazione dei curdi uccisi negli attacchi dell’esercito turco in Siria nelle scorse settimane.

Chi è contro Erdogan

La prima manifestazione, svoltasi dalle due del pomeriggio tra Oktogon e piazza Széll Kálmán, ha visto la partecipazione di duemila persone. Mentre alle sei del pomeriggio il corteo si ancorava tra piazza Széll Kálmán e il ponte Margherita, al grido di: “Non nel mio nome!” qualche centinaio di manifestanti ha cercato di raggiungere l’ambasciata turca su viale Andrássy, chiuso in attesa del passaggio di Erdogan, con candele e foto raffiguranti i volti di alcune delle vittime dell’offensiva turca in Siria.

Al corteo ha partecipato anche il neoeletto sindaco di Budapest Gergely Karácsony, che su Facebook ha scritto di protestare: “Come sindaco di Budapest alla visita di un dittatore oppressivo. Non è una coincidenza che a pochi giorni dalla mia elezione una bandiera curda sia stata appesa al di fuori della finestra del mio studio, dal momento che mi sono sentito obbligato a prendere la parte dei curdi come sindaco che sostiene la pace. […] non c’è alcun obiettivo diplomatico che giustifichi l’accoglienza e l’intrattenimento di un criminale di guerra da parte di un primo ministro. Pensate a questo quando vedrete le foto di due leader illiberali dal noto balcone del monastero dei carmelitani.”

Chi è a favore di Erdogan

L’accoglienza del presidente turco dalla sua controparte ungherese, János Áder, e dal primo ministro Viktor Orbán è stata ben diversa. In una conferenza stampa congiunta di Erdogan e Orbán a Várkert Bazár, il leader del governo ungherese ha espresso gratitudine per lo sforzo della Turchia nel trattenere le orde di 350 mila immigrati illegali che si sarebbero potuti presentare alle porte dell’Ungheria. Commentando le proteste, Orbán ha sostenuto che a criticare la Turchia sono manifestanti che vorrebbero vedere l’Europa invasa da milioni di migranti come suggerito dal “famoso piano” del miliardario americano George Soros.

Secondo Orbán, la visita di Erdogan in Ungheria, insieme a quelle del presidente russo Vladimir Putin e del ministro degli esteri tedesco Heiko Maas, completa un triangolo ideale tra Turchia, Germania e Russia che rappresenta i partner con cui il paese dovrebbe intrattenere una continua collaborazione politica ed economica. Gli interessi commerciali tra Ungheria e Turchia ammontano a circa 3 miliardi di euro l’anno, una cifra che Orbán intenderebbe raddoppiare. Inoltre, i paesi stanno discutendo la creazione della conduttura di gas TurkStream che dovrebbe portare gas dalla Turchia all’Europa centrale dalla fine del 2021. La realizzazione di quest’opera è fondamentale in vista della recente acquisizione di una percentuale dei diritti per lo sfruttamento di un giacimento di gas in Azerbaijan da parte della compagnia ungherese MOL.

Foto: Budapest Business Journal

Chi è Gian Marco Moisé

Dottorando alla scuola di Law and Government della Dublin City University, ha conseguito una magistrale in ricerca e studi interdisciplinari sull'Europa orientale e un master di secondo livello in diritti umani nei Balcani occidentali. Ha vissuto a Dublino, Budapest, Sarajevo e Pristina. Parla inglese e francese, e di se stesso in terza persona.

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