MAFIJA: Darko Saric latitante con passaporto croato

di Matteo Zola

Darko Saric, superboss del narcotraffico di origine montenegrina, dal 2009 viaggerebbe con un passaporto croato rilasciato dal consolato croato di Tuzla, in Bosnia Erzegovina. Lo scrive Jutarnji List citando fonti dell’Interpol. Con questo documento, ottenuto sotto falso nome, Saric avrebbe recentemente attraversato la frontiera tra Croazia e Slovenia, entrando quindi nell’Unione Europea. Non sorprende, dunque, che recentemente sia stato visto in Svizzera.

In questi giorni è sotto processo a Banja Luka uno dei soci di Darko Saric, tale Zoran Copic, su di lui l’accusa di aver riciclato il denaro sporco del narcotraffico attraverso la compravendita della fabbrica di zucchero di Bijeljina, cittadina serba in Bosnia Erzegovina. Dopo aver concluso l’affare, ha pensato di lasciare la direzione della fabbrica al suo partner, il famoso imprenditore Enver Moralic.

La vicenda mostra come la mafia balcanica sappia infiltrarsi anche nell’economia legale avvalendosi di prestanome di prim’ordine in un sistema di corruttele che investono il mondo dell’industria come il mondo degli affari. Nel novembre 2010 il giornale autriaco Der Standard pubblicò la notizia che circa 100 milioni di euro erano stati riciclati da Saric nell’istituto carinziano Hypo Alpe Adria Group, all’epoca al centro di torbidi (della vicenda abbiamo parlato in La cupola nel caveau, Narcomafie 9/2011), la quale avrebbe garantito a Saric una linea di credito con cui investire nel progetto immobiliare Blok 67 in fase di realizzazione nella periferia di Belgrado. E’ forse non secondario ricordare come il Gruppo Hypo sia stato al centro di una serie di scandali che riguardano politica, mafia e finanza croata.

La primula rossa della mafia balcanica resta latitante, e questo malgrado la polizia serba – di concerto con la Dea americana – sia da tempo sulle sue tracce. Anzi, in piena Bosnia Erzegovina – una delle aree più militarizzate d’Europa – ottiene un passaporto croato col quale muoversi indisturbato. Come è possibile? Nell’intrico balcanico, dove nulla è realmente come appare, c’è da attendersi di tutto ed è verosimile che Saric goda di non pochi appoggi politici.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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