Nel pomeriggio di giovedì 24 ottobre le forze di sicurezza armate dell’Ossezia del Sud hanno brevemente detenuto un gruppo di osservatori civili disarmati della Missione di Monitoraggio dell’Unione Europea in Georgia (EUMM, European Union Monitoring Mission). Come riportato da OC Media, l’incidente sarebbe avvenuto mentre l’EUMM stava conducendo un’ispezione di routine nei pressi dei villaggi di Chorchana e Tsnelisi, vicino alla linea di confine amministrativa con la repubblica de facto dell’Ossezia del Sud.
In una dichiarazione rilasciata il 25 ottobre, si legge che l’EUMM starebbe ancora studiando i dettagli del caso, essendo l’incidente avvenuto “in un area che, secondo la tradizionale interpretazione della linea di confine amministrativa nella zona, si troverebbe sul territorio amministrato da Tbilisi”. L’EUMM, così come il Rappresentante Speciale dell’UE per il Caucaso del Sud e la Georgia Toivo Klaar, ha espresso profonda preoccupazione per il fatto che “forze di sicurezza armate abbiano impedito agli osservatori dell’EUMM di condurre le proprie attività di routine conformemente al mandato”.
Il villaggio di Tsnelisi è quasi completamente controllato dalle autorità dell’Ossezia del Sud ed è separato dal vicino villaggio di Chorchana, sotto il controllo di Tbilisi, da una “zona cuscinetto” boscosa. L’incidente è avvenuto nel contesto di una situazione molto tesa in prossimità della linea di confine amministrativa con l’Ossezia del Sud: come avevamo spiegato in precedenza su East Journal, ad agosto la polizia georgiana aveva stabilito un nuovo posto di blocco nella zona, dopo che le truppe russe (che controllano di fatto l’Ossezia del Sud) avevano eretto nuove recinzioni e filo spinato lungo la “frontiera”. Già a inizio anno, le 16 famiglie residenti a Chorchana si erano lamentate del fatto che “la linea di occupazione” stesse avanzando e dividendo i loro terreni agricoli.
A luglio 2019, Amnesty International aveva pubblicato un rapporto sulla situazione dei diritti umani al confine tra Georgia e le regioni de facto di Abcasia e Ossezia del Sud intitolato “Dietro il filo spinato: il bilancio dei diritti umani della “frontierizzazione” in Georgia”. Nel documento si denunciano i tentativi da parte delle forze russe e delle autorità de facto per stabilire un “confine internazionale” attraverso l’installazione di filo spinato, recinzioni, e altre barriere materiali, e il grave impatto di queste attività sulla vita delle comunità locali – tra restrizioni alla libertà di movimento, casi di detenzione arbitraria, famiglie separate da filo spinato e private dei propri mezzi di sussistenza.
L’EUMM è attiva in Georgia dal settembre 2008, a seguito della “Guerra dei cinque giorni” che ha visto coinvolte Russia e Georgia e che ha sancito l’indipendenza de facto dell’Ossezia del Sud. La missione ha il compito di condurre ispezioni di routine sul territorio georgiano, in particolare in prossimità delle linee di confine amministrative con l’Ossezia del Sud e l’Abcasia, per contribuire alla stabilizzazione dell’area e monitorare il rispetto dei diritti umani e dell’accordo in sei punti stabilito dal piano di pace Russia-Georgia del 12 agosto 2008.
Proprio il 24 ottobre il capo dell’EUMM Erik Hoeg aveva annunciato l’invio, da parte degli stati membri dell’UE, di 20 nuovi osservatori in Georgia per un numero totale di 340: un rinforzo considerato necessario per “aumentare le ispezioni lungo la linea di contatto con l’Ossezia del Sud, inclusa la zona di Chorchana-Tsnelisi”.
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Immagine: EEAS