di Geri Zheji Ballo
dalla nostra corrispondente a TIRANA – A più di due settimane dalla tragica protesta del 21 gennaio, non si stempera la tensione politica in Albania. La maggioranza continua ad accusare l’opposizione di un tentato colpo di stato, nel quale sarebbero coinvolti secondo il premier Berisha anche i servizi segreti, la magistratura e il Presidente della Repubblica.
A scaldare ulteriormente gli animi è arrivata la notizia che è salito a quattro il numero delle vittime. E’ morto infatti sabato Aleks Nika, manifestante colpito da un proiettile in testa e gravissimo fin da subito. La sua salma da Ankara, dove era stato portato in un tentativo estremo di salvarlo, è arrivata ieri a Tirana, dove ad accoglierla c’era anche il leader dell’opposizione Edi Rama. Intanto i mediatori internazionali, l’inviato speciale dell’UE Lajçak, giunto a Tirana per la seconda volta, e l’ambasciatore americano Arvizu, continuano ad appellarsi al dialogo tra le parti. Entrambi indicano come prossima prova di democrazia le elezioni amministrative dell’8 maggio. Alle quali, però, Rama ha detto che non parteciperà se non ci saranno grossi cambiamenti.
Dal canto suo, il primo ministro e segretario del PD, Sali Berisha, ha garantito ieri che quelle di maggio saranno le elezioni più libere che l’Albania abbia mai avuto, aggiungendo che il suo PD le vincerà sicuramente nel modo più netto e meritevole. Intanto per questo venerdì l’opposizione ha indetto nuove proteste a Tirana e in diverse altre città del paese.
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