Chi rispetta i diritti Lgbt? Ecco la classifica arcobaleno

In occasione della Giornata Internazionale Contro l’omofobia e la transfobia (IDAHO), celebratasi lo scorso 17 Maggio, l’organizzazione ILGA-Europe ha reso pubblico il suo tradizionale “Rainbow Index” e l’ annessa Mappa arcobaleno. Ancora una volta il Regno Unito é arrivato in testa alla classifica, seguito dalla Spagna e dalla Germania. All’ultimo posto, invece si trovano la Russia e la Moldavia.

Quest’anno, oltre al Rainbox Index & Map 2012 (Mappa e Indice arcobaleno 2012), l’organizzazione ha pubblicato anche il suo primo “Annual Review”: Un documento di 180 pagine che offre un’analisi dettagliata, tanto legale come socio-economica, della situazione dei diritti umani di Lesbiche, Gay, bisessuali, Transessuali, Queer e Intersessuali in 49 paesi europei (si può scaricare cliccando qui). I documenti sono stati presentati in un atto a cui ha partecipato la commissaria Europea Cecilia Malmström.

In un comunicato, la direttrice esecutiva dell’organizzazione, Evelyne Paradis, ha sottolineato la novità che rappresenta l’ Annual Review: “La nostra Rainbow Map e l’Indice hanno già comprovato di essere strumenti molto utili e popolari  in relazione alla situazione giuridica. L’ Annual Review va ancora oltre e guarda al contesto sociale e politico che influenza le esperienze che vivono le persone LGBTI. L’eguaglianza formale è solo un passo nella strada verso la piena integrazione sociale“. Paradis ha sottolineato, inoltre, che nessun paese può vantarsi di rispettare pienamente i diritti umani delle persone LGBTQI e che, in generale, il livello dell’ uguaglianza legale delle minoranze sessuali resta molto basso in Europa. Preoccupano, inoltre, l’immobilismo di alcuni paesi (tra cui spicca l’Italia) e il moltiplicarsi di proposte di legge che criminalizzano qualsiasi menzione dell’omosessualità in pubblico.

I paesi dell’Europa Centro-Orientale

Purtroppo anche quest’anno i paesi dell’Europa Centro-Orientale occupano gli ultimi posti della classifica. Degli 11 paesi che si trovano in zona negativa 7 (8 se si include anche la Turchia) sono paesi dell’est e tra questi vi sono anche i due paesi con il peggior risultato assoluto. Al tempo stesso é importante notare che vari paesi della regione ottengono buoni risultati (nel caso dell’Ungheria fin troppo buoni) e che il Montenegro (a cui East Journal ha dedicato un post recentemente) si impone come una delle success stories di quest’anno.

Ecco i punti ottenuti dai paesi dell’Europa Centro-Orientale:

  • Ungheria: 14 punti.
  • Croazia: 10 punti.
  • Slovacchia, Slovenia e Repubblica Ceca: 9 punti.
  • Montenegro: 8 punti.
  • Albania, Bulgaria, Romania e Serbia: 6 punti.
  • Bosnia-Erzegovina: 5 punti.
  • Lituania: 3 punti.
  • Estonia, Kosovo e Polonia: 2 punti.
  • Georgia e Lettonia: 1 punto.
  • Bielorussia: -1 punto.
  • Armenia, Azerbaigiàn, Macedonia e Ucraina: -4 punti.
  • Moldavia e Russia: -4,5 punti.

I criteri utilizzati

Per preparare l’indice di quest’anno ILGA ha analizzato le leggi e procedure amministrative di ciascun paese sulla base di 42 categorie. In base ai risultati ottenuti i paesi si sono visti attribuire un punteggio complessivo che va da +30 punti (il punteggio più alto, pieno rispetto dei diritti umani e uguaglianza legale delle persone LGBTQI) a -12 punti (punteggio minimo: gravi violazioni dei diritti umani delle persone LGBTQI). Le soprammenzionate 42 categorie coprono un ampio spettro di legislazioni e procedure amministrative nelle seguenti aree:

  • diritto d’asilo (l’orientamento sessuale é riconosciuto come un criterio per il riconoscimento del diritto d’asilo)
  • eguaglianza e non discriminazione
  • leggi contro l’omofobia e contro i discorsi che incitano all’odio
  • famiglia (riconoscimento dei diritti delle coppie e famiglie LGBT)
  • libertà di associazione, assemblea e espressione
  • riconoscimento legale del cambio di sesso per le persone Transessuali

La classifica generale del Rainbow Index 2012

Il plotone di testa, che include i paesi che hanno ottenuto i migliori risultati, é composto dai seguenti stati:

  • Gran Bretagna (21 punti)
  • Germania e Spagna (a parimerito con 20 punti ciascuno)
  • Svezia (18 punti)
  • Belgio (17 punti)

Nove paesi sono nella zona negativa e non soddisfano i più basici standard sui diritti umani:

  • Belarus e Liechtenstein (a pari demerito con -1 punto ciascuno)
  • Monaco, San Marino e Turchia (a pari demerito con -3 punti ciascuno)
  • Armenia, Azerbaijan, FYR Macedonia e Ucraina (a pari demerito con -4 punti ciascuna)

I paesi dove la situazione delle minoranze sessuali é la peggiore in Europa sono però: Moldavia e la Russia (a pari demerito con -4.5 punti ciascuno)

Pur senza voler entrare in un’analisi dettagliata dell’Indice e dei parametri utilizzati per realizzarlo vi sono alcuni punteggi per lo meno sorprendenti. Come ha sottolineato un’importante web gay spagnola sorprendono in particolare l’elevato punteggio ottenuto dall’Ungheria (+14 punti!) e il basso punteggio ottenuto dalla Francia ( +6 punti) che ottiene lo stesso risultato dell’Albania e della Bulgaria. Ancora più sorprendente risulta, poi, il fatto che paesi che non riconoscono una piena eguaglianza giuridica alle coppie e famiglie LGBT (come il Regno Unito o la Germania) ottengano gli stessi o più punti di paesi come la Spagna, il Belgio o la Svezia, dove il matrimonio egualitario é già legge.

Ps: E L’italia?

Ha ottenuto +2,5 punti. Mezzo punto meno della Lituania e solo mezzo punto in più del Kosovo. L’Italia resta quindi uno dei fanalini di coda in materia e ottiene il peggior risultato tra i grandi paesi dell’UE. Se a questo si somma il disastroso -3 ottenuto da San Marino si può dire che la penisola italiana é ancora molto lontana da un pieno riconoscimento dei diritti civili delle minoranze sessuali. Decisamente, non é una penisola per gay.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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